Giovanni Ansaldo
Don Enrico
Le Lettere, pagg.110, € 11,00
IL LIBRO – Un divertente ritratto di Enrico De Nicola, presidente provvisorio della Repubblica Italiana, visto attraverso gli scritti giornalistici e le note diaristiche di uno dei maggiori giornalisti italiani che ne mette in luce i lati nascosti del carattere. Un omaggio a un protagonista delle vicende italiane fra aneddotica e storia.
DAL TESTO – “Il presidente De Nicola soleva dire, a chi andava a visitarlo in quella sua cupa casa sul Rettifilo, che la situazione spirituale degli italiani è tale che ad essi si potrebbe benissimo applicare ciò che diceva un autore classico latino a proposito di sé e dei suoi contemporanei: Nec vitia nostra, nec remedia, pati possurnus. «Siamo ad un punto tale da non potere tollerare ormai né i mali nostri, né i rimedi necessari». Come è vero, come è vero!” “Non si rivela nessun segreto di Stato, se si dice che il presidente De Nicola ha entrate molto modeste. In sostanza, il Presidente, avendo sempre esercitato la professione attento più alla riconoscenza dei clienti che ai quattrini, guadagnò sempre poco; avendo investito i suoi guadagni in titoli di Stato, fu espropriato dalla guerra; avendo ricusato qualunque assegno quando era Capo dello Stato, uscì sconquassato nelle finanze da Palazzo Giustiniani. Avrebbe potuto allora riprendere la professione; ma egli fu d'avviso che, dopo avere egli coperto la suprema magistratura della Repubblica, gli era disdicevole comparire in Corte di Assise. Gli restava la discussione di qualche ricorso in Cassazione; ma di questi, essendo egli fuori del "giro", gliene capitano pochi. In conclusione, oggi come oggi, il Presidente vive dell'assegno parlamentare, aiutato dal fatto che la villetta a Torre del Greco è di sua proprietà, e che l'appartamento a Napoli lo ha in fitto dal "Risanamento", ad un canone bloccato. Come vantaggi (indiretti) dallo Stato ne ha due: l'uso della macchina, che il presidente del Senato, Merzagora, mette a sua disposizione quando va a Roma e uno studio al Senato, inerente alla sua carica di senatore a vita. Ah no: dimenticavo la scorta di agenti di P.S. più volte offertagli, ma da lui sempre declinata. E con queste risorse gli tocca provvedere a tutte le sue spese. Per fortuna ha abitudini di sobrietà eremitica; l'unica sua dissipazione è quella della posta e del telegrafo, essendo egli un diligentissimo e puntualissimo e autograficissimo risponditore. «L'onomastico - egli dice - è quello che mi rovina!».”
L’AUTORE – Giovanni Ansaldo (1895-1969), giornalista e scrittore, diresse «Il Telegrafo» di Livorno, di proprietà dei Ciano, dal 1937 al 1943. Dopo la guerra diresse «Il Mattino» di Napoli dal 1950 al 1965 e collaborò a numerose riviste fra le quali «L’Illustrazione Italiana», «Tempo Illustrato», «Il Borghese». Per i tipi della Casa Editrice Le Lettere è uscita la ristampa della celebre biografia di Giolitti dal titolo Il ministro della Buona Vita. Giovanni Giolitti e i suoi tempi e L’ultimo Junker. L’uomo che consegnò la Germania a Hitler.
INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Francesco Perfetti - Don Enrico - Il guittismo può insidiare la repubblica - 1950 - 1953 - 1956 - 1957 - 1958 - 1959 - 1964
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