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a cura di Andrea Carteny, Giuseppe Motta, Alessandro Vagnini

Al fronte
La grande guerra fra interventismo, cronaca e soccorso


Edizioni Nuova Cultura, pagg.226, € 26,00

 

carteny alfronte  IL LIBRO – In occasione del centenario della Grande Guerra sono stati pubblicati molti lavori che hanno cercato di mettere in luce i diversi aspetti di quel grande conflitto. In quest'ottica, un gruppo di studiosi ha voluto proporre una serie di lavori volti a valorizzare alcuni elementi che vengono di seguito presentati. I temi proposti nel titolo del volume, interventismo, cronaca, soccorso trovano spazio nelle pagine dello stesso e vengono declinati in diverse forme grazie anche a una varietà di pregevoli fonti nell'intento di gettare nuova luce sulla complessità del primo conflitto mondiale.
  I contributi raccolti nel libro riassumono dunque diversi aspetti legati alla Grande Guerra.
  Il contributo di Merlicco si concentra sulle decisioni della diplomazia italiana allo scoppio del conflitto mondiale, tra opportunismo e interesse nazionale, partendo dalla ricezione della notizia dell'attentato di Sarajevo e da un'analisi delle possibili opzioni a disposizione del governo di Roma con l'emergere della grave crisi dell'estate del 1914.
  Nel secondo lavoro di questo volume, Battaglia analizza in dettaglio la situazione dell'Esercito italiano nel periodo della neutralità grazie all'ampio utilizzo dei fondi dello Stato Maggiore Esercito.
  Sciarrone propone invece una rapida e chiara visione del giornalismo italiano durante il conflitto citando le principali firme della stampa del tempo.
  Il lavoro di Saljić prende le mosse dall'importante presenza islamica in territorio serbo al termine delle Guerre balcaniche. Dopo il 1912 oltre 700.000 musulmani rimasero infatti all'interno dei confini della Serbia. L'autore analizza dunque in dettaglio l'atteggiamento di questa comunità nei confronti dello Stato serbo durante la prima guerra mondiale. A questo fanno seguito i contributi di Boudjella e Djebbari sui soldati algerini, che offrono un interessante spaccato sul contributo di quel paese alle forze armate francesi.
  Il contributo di Vucetić intende considerare le attività di soccorso svolte da cittadini e organizzazioni americane in Serbia sulla base di una serie di rapporti di testimoni oculari, cittadini statunitensi e operatori umanitari rimasti in Serbia all'inizio della guerra mondiale. Il lavoro si sviluppa a partire da un'interessante analisi delle pubblicazioni della Croce Rossa che fanno luce soprattutto sul ruolo degli infermieri nelle attività umanitarie americane fino al 1917.
  Il tema della stampa e della propaganda è affrontato nel contributo di De Sanctis, che presenta il caso di Edward Hutton e delle attività dell'Anglo-Italian Review durante gli anni del conflitto. La stampa è anche al centro dell'analisi nell'intervento di Lenzi che la mette in relazione all'attività del controspionaggio, approfondendo in particolare il ruolo svolto dalla Sezione R del Servizio Informazioni del Comando Supremo italiano.
  La questione dei rifugiati di origine ebraica nell'Europa Orientale nel periodo 1914-1920 occupa invece le pagine del contributo di Motta, nel quale se ne ricostruiscono le vicende utilizzando anche e soprattutto i documenti della Società delle Nazioni.
  Nel contributo di Vagnini emergono invece le contraddizioni della scelta interventista del governo romeno del 1916 rispetto alle incertezze politico-diplomatiche derivanti dalla provvisoria uscita di scena della Romania con il trattato di Bucarest. Elementi questi che avrebbero condizionato l'approccio della delegazione romena alla Conferenza della Pace, qui vista anche attraverso il prisma dei rapporti con la delegazione italiana.
  Il saggio di Carteny riguarda invece la questione delle cosiddette nazionalità oppresse dell'Austri-Ungheria e il dibattito politico sorto intorno al loro destino nel corso del 1918 all'interno dei governi e di settori influenti dell'opinione pubblica alleate.

  DAL TESTO – "Nonostante la Triplice sancisse l'obbligo di consultazione tra gli alleati, Vienna non si era premurata di informare l'Italia, né tanto meno di chiederne il consenso prima di consegnare l'ultimatum. Di tale omissione si avvalse il governo italiano, per prendere le distanze dal passo austro-ungarico e argomentare di non essere obbligato a partecipare a una guerra al fianco dell'alleata. Il trattato della Triplice, del resto, prevedeva l'obbligo dei contraenti di intervenire l'uno in favore dell'altro in caso di guerra difensiva. San Giuliano sottolineò che la guerra austro-serba avveniva, invece, per una esplicita volontà aggressiva da parte asburgica: ciò esentava Roma da qualsiasi obbligo. Neanche nel caso di estensione del conflitto alle potenze europee, l'Italia era tenuta a intervenire, perché la conflagrazione europea sarebbe stata, in ultima analisi, «conseguenza di un atto di aggressione e provocazione dell'Austria»."

  I CURATORI – Andrea Carteny, è ricercatore di Storia delle Relazioni Internazionali presso il Dipartimento di Storia, Culture, Religioni dell'Università degli Studi di Roma La Sapienza. Si occupa in particolare di temi legati alle minoranze nazionali in Europa.
  Giuseppe Motta, ricercatore di Storia delle Relazioni Internazionali presso La Sapienza Università di Roma, dove insegna Storia dell'Europa moderna e Storia dell'Europa orientale. Si è occupato di nazionalismo e minoranze, tema cui dedicato numerose pubblicazioni, fra cui le monografie: "The Great War against Eastern European Jewry, 1914-1920", Cambridge Scholars Publishing, 2017; "La Diaspora australiana degli ebrei dell'Europa centro-orientale 1914-1938", Edizioni Nuova Cultura, 2015; "Less than Nations. Central-Eastern European Minorities after WW1", Cambridge Scholars Publishing, 2013; "The Legacy of the First World War. The Minority Question in Transylvania", Petru Maior Publishing House, 2014.
  Alessandro Vagnini, ricercatore di Storia delle Relazioni Internazionali presso il Dipartimento di Scienze Politiche de La Sapienza Università di Roma. Ha svolto studi e ricerche relativi alla politica internazionale in Europa ed Estremo Oriente e alla storia militare. Autore di diversi articoli e monografie tra le quali: "Italia-Turchia e il Mediterraneo orientale", Edizioni Nuova Cultura, 2011; "Ungheria. La costruzione dell'Europa di Versailles", Carocci, 2015; "L'Italia e i Balcani nella Grande Guerra. Ambizioni e realtà dell'imperialismo italiano", Carocci, 2016.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Alessandro Vagnini – I. Opportunismo e interesse nazionale: la politica estera italiana nel luglio 1914, di Giordano Merlicco – II. L'esercito italiano durante la neutralità (1914), di Antonello Battaglia – III. Il giornalismo italiano e la Prima Guerra Mondiale, di Roberto Sciarrone – IV. Between Religion and State: The Muslim Population of Serbia in WW1, di Jovana Šaljić – V. Les soldats Algériens dans l'armée Française: de la conquête à la grande guerre, di Abdelmadjid Boudjella – VI. Algerian Soldiers in the First World War: A price paid in Blood, di Houda Djebbari – VII. Warm Neutrality: Some Aspects of American Humanitarian Work in Serbia 1914-1916, di Biljana Vučetić – VIII. British Humanitarian and Medical Missions in Serbia in the 1914-1918, di Aleksandar Rastović – IX. Edward Hutton and the Anglo-Italian Review: A Successful Case of Italian Cultural Propaganda in Great Britain, di Veronica De Sanctis – X. Controspionaggio e stampa: il ruolo della Sezione 'R' del Servizio informazioni del Comando Supremo, di Francesca Romana Lenzi – XI. The Conflict and the Jewish Refugees in Eastern Europe (1914-1920), di Giuseppe Motta – XII. The Romanian and Italian Delegations at the Paris Peace Conference, di Alessandro Vagnini – XIII. Oppressed Nationalities in Warfare, 1918, di Andrea Carteny