Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum |
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Odorico da Pordenone
DAL TESTO – "Se si accetta la datazione del colophon (maggio 1330), le prime attestazioni dell'esistenza della Relatio si collocano in una data molto vicina a quella della prima stesura. La prima in assoluto è rintracciabile in una testimonianza di Enrico di Glatz, redattore di una delle versioni dell'opera odoriciana, il quale sostiene di aver trovato nel 1331 ad Avignone una copia della Relatio, che avrebbe poi lui stesso riscritto nel 1340 a Praga. Un altro dato importante circa la precoce diffusione dell'opera viene dalla tradizione indiretta: il libro di Odorico viene citato da Galvano Fiamma nella Cronaca, il cui unico testimone è un manoscritto conservato in una collezione privata di New York. All'interno di quest'opera, che risale probabilmente al 1338, si trova anche una sezione dedicata alla geografia del mondo, dove Odorico (chiamato semplicemente frater Odoricus) viene citato come auctoritas ben undici volte." L'AUTORE – Della vita di Odorico da Pordenone si hanno scarse informazioni, deducibili perlopiù dalla relazione del suo viaggio e da pochi altri documenti. Affiliato al convento francescano di Udine, Odorico lasciò l'Italia per l'Oriente post 1317, per tornarvi intorno al 1330. L'itinerario del suo viaggio è in parte ricostruibile dalla lettura della Relatio. Da Venezia, tappa obbligata per chi voleva avventurarsi in Oriente, Odorico seguì la cosiddetta "via meridionale" attraverso l'Asia: secondo quanto si legge nell'opera, dopo aver attraversato il mar Mediterraneo e il mar Nero, sarebbe approdato a Trebisonda; da lì si sarebbe inoltrato via terra all'interno della Persia, giungendo poi sul golfo Persico, da dove, costeggiando India e Indocina, avrebbe raggiunto la Cina via mare. Sarebbe poi rimasto tre anni (forse tra il 1323 e il 1327) presso la corte del khan Timur nella città di Kambaliq (Cambalech, oggi Pechino), dove aveva sede anche il vescovado di Giovanni da Montecorvino. Dopo il soggiorno nella capitale dell'impero, si pensa che Odorico abbia intrapreso la via del ritorno in Italia. Tuttavia, non si sa nulla dell'itinerario seguito; nell'opera infatti vi sono pochi cenni al viaggio di ritorno: le coordinate geografiche e temporali si fanno più sfumate e la descrizione lascia spazio a capitoli più fantasiosi e simbolici. Sappiamo, però, che nel maggio del 1330 Odorico si trovava a Padova nel convento di sant'Antonio, dove descrisse il suo viaggio al confratello Guglielmo di Solagna, che ne mise per iscritto il racconto in quella che possiamo considerare la prima stesura della Relatio. Poco dopo la morte, avvenuta il 14 gennaio 1331, alcune guarigioni miracolose furono attribuite al potere delle sue reliquie e la fama della sua santità si diffuse in tutto il Friuli. Vennero istituite due diverse commissioni, una su richiesta del gastaldo di Udine Corrado da Bernareggio, l'altra dell'arcivescovo di Aquileia Pagano della Torre, al fine di raccogliere le testimonianze e stendere una relazione sui miracoli. L'obiettivo delle commissioni era certamente quello di regolarizzare un culto nato in modo spontaneo e popolare; per questo motivo è probabile che almeno una di tali relazioni sia stata inviata al papa, allora Giovanni XXII, accompagnata dalla richiesta di ufficializzare il culto di Odorico e aprirne la causa di canonizzazione. La richiesta rimase tuttavia inevasa, forse a causa dei contrasti che al tempo dividevano il pontefice e l'Ordine dei minori e per la sopravvenuta morte del promotore, l'arcivescovo Pagano. Bisognerà attendere oltre quattro secoli per la beatificazione di Odorico, proclamata nel 1755 dal papa Benedetto XIV. LA CURATRICE - Annalia Marchisio ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze dell'Antichità presso l'Università degli studi di Udine (2013) e la Licence in Medieval Studies presso il Pontifical Institute of Mediaeval Studies di Toronto (2016). Ha svolto periodi di ricerca presso le Università di Chicago, Notre Dame, Harvard e Cambridge. Ha pubblicato articoli sulle riviste «Filologia mediolatina» (2011) e «The Journal of Medieval Latin» (2016), nonché su «E-Codicibus», 2011 (http://ecodicibus.sismelfirenze.it). INDICE DELL'OPERA – Ringraziamenti – Introduzione – 1. Odorico da Pordenone: vita e viaggio - 2. I testimoni della Relatio (2.1. Conspectum siglorum - 2.2. Breve descrizione dei testimoni latini) - 3. La tradizione del testo: stemma codicum et recensionum - 4. La ricostruzione del testo - 5. Nota al testo / Criteri di edizione – Bibliografia - Relatio de mirabilibus orientalium Tatarorum - Appendice lessicale - Apparato secondario - Altre forme del testo (1. La redazione D (Enrico di Glatz) - 2. La redazione F (recensio germanica) - 3. La redazione H (recensio anglica) - 4. La redazione I (ms. Cm) - 5. La redazione L (ms. Mi) - 6. La redazione O (ms. Be) - 7. La redazione P (ms. Pa3) - 8. La redazione Q (ms. Br)) – Indici (Indice dei manoscritti - Indice dei nomi di persona e di luogo) |