Incoronati da Dio |
Mario Gallina
IL LIBRO – Nell'ambito degli studi sulla storia delle dottrine politiche si tende a ignorare il pensiero politico bizantino, reputandolo dominato da un rigido formalismo retorico e concettualmente povero poiché condizionato dalla struttura assolutista di uno stato che avrebbe impedito ogni discussione sul ruolo dell'imperatore e dei suoi poteri. In realtà, giacché non si dà potere senza ideologia, e sebbene i bizantini non abbiano teorizzato di frequente sulla natura del loro stato, nella loro letteratura molte sono le riflessioni sulla potestà autocratica e sulla nozione dell'imperatore cristiano quale immagine e imitazione di Dio. In continua tensione tra un'idea che affermava l'origine divina dell'autocrazia, e dunque l'incontestabilità giuridica del sovrano, e una tendenza costituzionalista volta a limitarne poteri e prerogative, entrambe le concezioni miravano però a fornire all'impero e all'imperatore un solido e incontrovertibile ancoraggio metafisico, così da rendere l'impero bizantino una componente imprescindibile della storia del regno di Dio sulla terra. DAL TESTO – "Nella prospettiva bizantina non si tratta dunque di separare il piano spintuale da quello temporale, bensì di assicurarne l'intesa, perché l'amministrazione dell'impero di Dio esige che potere politico e potere religioso collabonno e vivano in armonia. Essi hanno un'origine comune e comuni propositi, ne consegue che un'influenza reciproca è non solo accettabile, ma addirittura necessaria. Sebbene posti in mani diverse, impero e sacerdozio sono dunque strettamente complementari e ogni separazione tra l'uno e l'altro è rifiutata, così come ogni assorbimento dell'uno entro l'altro. Essi concorrono, infatti, a definire una diarchia di potestà, divise sì ma non dissociabili, concettualmente modellata su quella teologia calcedonese che nel 451 aveva rilevato simmetricamente l'umanità di Cristo da una parte e la sua divinità dall'altra, riconoscendo però che, sia pure «senza confusione», esse confluivano «in una sola ipostasi». In modo analogo il potere spirituale e dottrinale proprio del sacerdozio rappresenta la divinità del Cristo, mentre le competenze dell'imperatore circa le materie civili e politiche ne raffigurano l'umanità; sebbene separati, sacerdozio e impero non sono però che due aspetti della stessa nozione, una e indivisibile, d'impero cristiano. Ciò spiega perché nel pensiero politico e teologico bizantino imperium e sacerdotium non possano agire che in armonica consonanza; un principio destinato a perpetuarsi nella tradizione russa, erede della bizantina, in cui la relazione tra la sfera secolare e quella spirituale è definita appunto come una «sinfonia di poteri» (simfonija vlaste). Ne consegue che sul piano concettuale nessuna tensione poteva insorgere tra potere politico ed ecclesiastico. Il conflitto, per altro sempre latente, rischiava di nascere - e di fatto nacque - esclusivamente tra chi deteneva i due poteri, vale a dire l'imperatore e il patriarca. Era questo, infatti, il solo campo in cui potesse «esservi un problema di "rapporti", che sono, ovviamente, rapporti tra individui che si concretizzano nel predominio della personalità di volta in volta più forte in termini di ambizioni politiche, potere materiale e posizione nella congiuntura storica»." L'AUTORE – Mario Gallina è professore ordinario di Storia bizantina all'Università di Torino. Tra le sue opere: "Una società coloniale del Trecento. Creta fra Venezia e Bisanzio" (Venezia, 1989); "Potere e società a Bisanzio" (Torino, 1995); "L'Italia mediterranea e gli incontri di civiltà" (con P. Corrao e C. Villa, Roma-Bari, 2001); "Conflitti e coesistenza nel Mediterraneo medievale: mondo bizantino e Occidente latino" (Spoleto, 2003); "Incoronati da Dio. Per una storia del pensiero politico bizantino" (Roma 2016). INDICE DELL'OPERA - 1. Da Costantino a Giustiniano (1. Le premesse classiche - 2. La dottrina del potere imperiale in Eusebio di Cesarea - 3. La trattatistica di età giustinianea - 4. Tra ideologia e prassi costituzionale: le elezioni imperiali - 5. I limiti del potere imperiale - 6. Antiche e nuove virtù del principe: filantropia e umiltà - 7. Tra imperatore e patriarca una «sinfonia» di poteri) - 2. Dall'età postgiustinianea sino alla dinastia dei Basilidi (1. «La mente» del sovrano è «come un'aurea catena pendente dal cielo» - 2. L'antitesi tra basileía e tirannide: «Tu, o imperatore, al pari di un'ape hai per pungiglione le leggi» - 3. La sacralizzazione della guerra) - 3. La riflessione sul potere in età basilide (1. Il patriarca «immagine vivente e animata di Cristo» - 2. Prerogative e limiti della basileía nella riflessione del patriarca Nicola I Mistico - 3. La dottrina della "famiglia dei popoli e dei principi" - 4. L'identità romana come forma di legittimità imperiale - 5. La «nascita nella porpora»: una dottrina al servizio dell'ideologia dinastica - 6. Cerimoniale di corte e ideologia politica - 7. Una società bipartita tra «potenti» e «deboli» - 8. L'affermarsi di un nuovo modello aristocratico fondato sul sangue e sul valore militare - 9. L'epistola del patriarca Fozio a Boris di Bulgaria, ovvero la «scienza del principe») - 4. Il pensiero politico del secolo XI tra conservatorismo e innovazione (1. Michele Psello ovvero la secolarizzazione dell'ideologia politica - 2. Impero e sacerdozio nel pensiero di Psello: «La sua mano segnava la croce, ma la sua lingua legiferava come fosse l'imperatore» - 3. Il basileús «al pari della regina delle api è tale per natura» - 4. Cecaumeno, ovvero l'ideale imperiale nel sentire degli abitanti delle province) - 5. L'età dei Comneni (1. L'interpretazione comnena della porfirogenesia - 2. Prospettive "costituzionaliste" - 3. Una regalità a immagine di Cristo - 4. L'ideologica vocazione ecumenica di un impero che non è più tale) – Bibliografia - Indice dei nomi |