Eurasia e jihadismo |
a cura di Matteo Bressan - Stefano Felician Beccari - Alessandro Politi - Domitilla Savignoni
IL LIBRO – Anello mancante di una rete globale di comunicazioni, con la funzione essenziale di liberare le potenzialità economiche e commerciali dell'Asia e dell'Europa, la Nuova Via della Seta è sottoposta al pericolo del terrorismo internazionale e ad altre minacce asimmetriche: crimine organizzato, traffici illeciti, attacchi cibernetici, piraterie, tensioni marittime. Il volume prende in esame cause ed effetti del terrorismo: attori non statali, sviluppi dell'uso politico della religione, processi di radicalizzazione, traffici criminali, circolazione di terroristi internazionali e uso del web per fini propagandistici e di reclutamento. La conclusione di tale indagine strategica individua nella concreta collaborazione tra Stati e nella sinergia tra pubblico e privato gli elementi indispensabili per prevenire e affrontare minacce criminali e rischi terroristici in costante aumento. Ciò richiede impegno e competenze specifiche, a livello politico, per far convergere diversi interessi geoeconomici e geostrategici mediante trattati commerciali, progetti tecnologici e infrastrutturali, accordi in materia di sicurezza e difesa e controllo, non solo degli spazi marittimi e terrestri, ma anche del complesso e sempre più influente mondo del web. DAL TESTO – "In questo momento il ritorno a casa dei combattenti, che guerreggiavano per conto di DAESH sui territori della Siria e dell'Iraq, rappresenta una delle sfide più importanti per la sicurezza della Russia. Alla vigilia delle Olimpiadi di Sochi le forze di sicurezza russe hanno aperto le frontiere ai locali filojihadisti per dare loro la possibilità di uscire e andare al di là del Caucaso settentrionale. In effetti al DAESH hanno aderito centinaia di abitanti della regione e originari del Caucaso settentrionale venuti dalle diaspore europee o dal Vicino Oriente. Il risultato di tale "esportazione" del jihad dal Caucaso settentrionale al Vicino Oriente è che la Russia ha acquisito dei nuovi nemici e il conflitto da regionale si è trasformato in globale. Il 16 ottobre 2015 il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha annunciato che «secondo le diverse valutazioni, per il DAESH militano da 5 a 7.000 combattenti di origine russa e di altri paesi del CSI». Tra loro ci sono più di 2.900 cittadini russi. I CURATORI – Matteo Bressan è emerging challenges analyst per la nato Defense College Foundation e si occupa di Medio Oriente e sicurezza per la rubrica "Gli occhi della guerra" del Giornale.it. INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Franco Frattini – Introduzione, di Matteo Bressan, Stefano Felician Beccari, Alessandro Politi, Domitilla Savignoni - 1. L'ISIS e i nuovi fenomeni di radicalismo armato, di Matteo Bressan - 2. Comunicare il terrore e il ruolo dei media, di Domitilla Savignoni - 3. Il significato della Nuova Via della Seta per il triangolo Mosca-Pechino-Teheran, di Alberto Negri - 4. Mosca e le minacce terroristiche nel Caucaso, di Valery Mikhaylenko ed Ekaterina Mikhaylenko - 5. Vecchie e nuove minacce nell'AFPAK e riflessi sulla Nuova Via della Seta, di Claudio Bertolotti - 6. La Cina nel mirino del radicalismo armato?, di Zhou Qi - 7. Il caso degli uiguri: terrorismo o indipendentismo?, di Elenoire Laudieri Di Biase - 8. La strategicità della regione dello Xinjiang e le sue complessità, di Alessandra Cappelletti - 9. Panoramica dei movimenti jihadisti in Asia Pacifica, di Stefano Felician Beccari - 10. "One belt, one road": opportunità strategiche e rischi per il continente e per l'Italia, di Romeo Orlandi - 11. Le molteplici sfide per la sicurezza della rete marittima euroasiatica, di Manuel Moreno Minuto - 12. Eroina e ricchezze illegali lungo la rotta balcanica estesa: case study per la Nuova Via della Seta, di Ernesto Ugo Savona - 13. Contrabbando e contraffazione: i guadagni dei gruppi armati, di Vincenzo Tuzi - 14. Conclusioni, di Alessandro Politi - Bibliografia - Gli autori |