Le mille vite del dialetto Stampa E-mail

a cura di Gianna Marcato

Le mille vite del dialetto

Cleup, pagg.500, € 30,00

 

marcato millevite  IL LIBRO – Il dialetto cambia, per vivere deve cambiare. Ogni lingua, nel suo farsi 'storia' e 'comunicazione', deve essere in grado di mediare tra le esigenze di continuità e i nuovi bisogni. La stabilità di una lingua è fatta di mutamento, di amnesie e inclusioni, di un continuo immergersi nella tradizione, e di un continuo bisogno di allontanarsene per allargare il proprio orizzonte comunicativo, per dare un nome proiettato verso il futuro alle 'cose'. Oggi l'attenzione per i dialetti ci mostra come gli effetti della globalizzazione ridisegnino il comportamento linguistico: in maniera apparentemente contraddittoria, da un lato spingono verso un modello unitario 'alto', dall'altro portano a valorizzare la localizzazione, la frammentazione, l'autonomia. I contributi presenti nel volume delineano un policromo mosaico da cui emerge la vitalità dei dialetti, a tutti i livelli di comunicazione. Li precede un saggio introduttivo di Aldo L. Prosdocimi, che apre teoricamente spiragli di novità nella definizione dell'imprevisto e imprevedibile mondo della dialettalità.

  DAL TESTO – "La dialettalità si ricompone in modalità nuove, recuperando e ridistribuendo ciò che è recuperato e/o recuparabile del vecchio, reinventando il nuovo, banalizzando o redistribuendo il rapporto tra lessico e 'cosa culturale' (che non è il referente-cosa materiale di una vulgata post-saussuriana: nota precedente), e ricreando la morfonologia e la morfosintassi (questa in misura minore, perché è sistema internamente più strutturato). 'Dialetto/dialettalità' si polarizza, per lo più, nel negare quello che è ritenuto il 'modello esemplare della lingua', spesso con vari, confusi, contrastanti intenti, tra questi la ipercaratterizzazione per accentuare (negativamente) la qualità bassa del dialetto e della classe che lo usa: è il caso del pavano 'ruzantiano' (così come è inteso); in questo l'ipervettore 'letteratura' fa creare forme nuove partendo da strutture basiche esistenti come nucleari (principio della 'deriva' irradiante secondo Lazzeroni) ad espandersi non per funzionalità sin/diacronica ma per funzione dell'ipervettore 'letteratura', nella convenzione di letteratura d'intrattenimento e con la posizione di 'anti-modello esemplare'; ne risulta che si propone una 'diafasia d'intrattenimento', non una lingua da irradiare nella società quale 'modello esemplare'."

  LA CURATRICE – Gianna Marcato insegna Dialettologia italiana all'Università di Padova. Con "Parlarveneto" (Unipress, 2004), di cui è autrice, invita ad assaporare la ricchezza delle parlate del Veneto e della loro storia. Tra i suoi ultimi lavori "Guida allo studio dei dialetti" (Cleup, 2011), che consente a quanti siano interessati all'argomento un facile accesso al mondo dei dialetti d'Italia. Continuando la fortunata esperienza, che ha portato nel 1995 per i tipi della Cleup alla stampa di "Donna e linguaggio", raduna ogni anno a Cima Sappada (BL) studiose e studiosi di università italiane e straniere, stimolando il confronto su temi di attualità inerenti la questione del dialetto e della lingua.

  INDICE DELL'OPERA - Saggio introduttivo. Dialetto/dialetti, koinè/koinai. Ambito del significare e orizzonti del comunicare, di Aldo L. Prosdocimi – Presentazione. La vitalità dei dialetti tra crolli, ristrutturazioni, riviviscenze, di Gianna Marcato - Dialettalità in bilico tra vincoli strutturali ed esigenze comunicative - Il dialetto che cambia. Come la globalizzazione ridisegna il comportamento linguistico, di Mariselda Tessarolo - La sorte dei dialetti "spostati": fra tradizione e innovazione il comportamento linguistico, di Stanislao Widlak – Il ristrutturarsi degli spazi linguistici all'interno del repertorio ungherese moderno, di Edit Rόzsavölgyi - Mutamento diatopico e diacronico nei dialetti giapponesi: il caso del dialetto di Hateruma, di Giuseppe Pappalardo - Funzione comunicativa del dialetto eteronomia e direzione del mutamento linguistico, di Gianna Marcato - Il dialetto come elemento aggregante e rappresentativo della propria identità, di Eleonora Bordon - Tipizzazioni dialettali, innovazioni ed arcaismi - Alle soglie della romanizzazione: riorganizzazione di repertori nelle lingue dell'Italia antica, di Elena Triantafillis - Per una storia della linguistica siciliana Giuseppe Lombardo, di Salvatore C. Trovato - Rosario La Rosa e gli studi sulla morfologia e il lessico del siciliano (1901, 1907), di Tiziana Emmi - Gli studi di storia linguistica della Sicilia di mons. Giuseppe Sacco, di Iride Valenti - Tesi di laurea germaniche: il Vokalismus des Alt- und Neu- Sicilianischen di Matthias Hüllen (1884), di Marilena Adamo - La sicilianità campano-lucana, di Patrizia Del Puente - Contro la deriva: complessità grammaticali elaborate su modello autoctono, di Edward F. Tuttle - Romanesco postunitario o romanesco postbellico?, di Claudio Giovanardi - Napoletano antico, napoletano letterario, napoletano moderno, di Francesco Avolio - L'evoluzione dei rapporti tra dialetto e lingua ad Alatri (Frosinone), di Pietro Trifone e Silvia Capotosto - Ristrutturazione degli spazi linguistici all'interno del repertorio in area perugina, di Antonio Batinti e Antonello Lamanna - Le forme imperative in alcune varietà calabresi, di Leonida Chillà - La selezione delle preposizioni semplici nelle strutture preposizionali complesse: dialetto e italiano a confronto, di Jacopo Garzonio e Silvia Rossi - Alcune riflessioni sul "Vocativo Inverso" tra pragmatica e sintassi, di Rossella Iovino e Silvia Rossi - Affioramento di voci dialettali nei processi a strighe et herbere nella Venezia del Cinquecento, di Paola Barbierato - Una nota sul toponimo Montecchìa (di Crosara), di Diego Pescarini - Tradizioni autoctone e influenze germaniche nella cultura alimentare di un angolo della Sicilia orientale, di Angela Castiglione - Lingua e cultura in Sardegna. Il caso di mola 'macina' e delle sue estensioni lessicali, di Antonietta Dettori - Lessico in diacronia: i meteoronimi nella provincia di Taranto, di Carlotta D'Addario - Le denominazioni del Diospyros kaki in italiano e nei dialetti italiani, di Hiroshi Kubo - Quando la ricostruzione etimologica non funziona. Processi fonologici "anomali" in Veneto, di Laura Vanelli e Maria Teresa Vigolo - Rifunzionalizzazioni giovanili, nuovi media, cinema e canzone – Il polylanguaging: usi "massimamente impuri" del linguaggio giovanile, di Giovanna Alfonzetti - Processi diasistemici italiano/dialetto nei giovani siciliani di area nord-orientale, di Elvira Assenza - Come i giovani "vivono" il dialetto nelle scuole di Palermo, di Luisa Amenta - Quanno ce vo' ce vo'. Ragazzi di Ostia e sondaggi dialettali, di Andrea Viviani - Tra Sabina e Abruzzo. Aspetti diversi della vitalità dialettale, di Teresa Giammaria - La dialettalità nell'ambito del linguaggio giovanile livornese, di Vera Gheno - I giovani e il dialetto: un confronto tra le valli del Cuneese e le Valli Valdesi del Torinese, di Silvia Giordano e Aline Pons - Cosa parliamo quando parliamo (di) ladino. I giovani fassani e la lingua di minoranza, di Ilaria Fiorentini - Lingua sarda a scuola e atteggiamento linguistico, di Marco Gargiulo - Atteggiamenti linguistici e strategie pedagogiche di alcune maestre dell'Ungheria meridionale, di Andrea Kollár - I giovani e la questione della lingua gallega, di Maria Montes - Quando il dialetto si fa bullo, di Immacolata Tempesta - Neoepistolarità in prospettiva diatopica: un'indagine a Palermo, di Vito Matranga e Giuseppe Paternostro - Perché si usano codì (che) e tutun nel piemontese scritto e online?, di Emanuele Miola - La lingua in cinquant'anni di pellicole made in Sardinia, di Myriam Mereu - Un dialetto fatto ad arte. Carte per un viaggio nei dialetti di Fabrizio De André, di Lorenzo Coveri - Dialetto letterario e dialetto" destrutturato". La canzone neodialettale siciliana tra ideologia e "nuovi usi", di Roberto Sottile