Amleto Sartori scultore |
a cura di Paola Piizzi e Virginia Baradel
IL LIBRO – Amleto Sartori è universalmente noto per la creazione di maschere teatrali richieste e create appositamente per i più grandi interpreti della Commedia dell'Arte nel Novecento; è invece meno nota al pubblico la sua straordinaria attività di scultore, decoratore plastico e grafico, che condusse dal 1948 in poi. Ricostruirne la vicenda artistica tra gli anni 1935 e 1962 è l'obiettivo di questo volume a lui dedicato e vòlto a riscoprire un vero protagonista della storia della scultura a Padova. Il naturalismo classico di matrice quattro-cinquecentesca è riletto e interpretato da Sartori in chiave espressiva per connotare i suoi personaggi di una tensione emotiva che fa vibrare la materia, sia essa bronzo, legno o marmo. Il volume offre l'opportunità di riscoprire un artista e il clima in cui operava in due fasi assai cruciali: il periodo tra le due guerre e la rinascita del dopoguerra, periodi che hanno determinato la natura delle opere di Sartori per la forte drammatizzazione storica che si riflette nel suo fare artistico. I vivaci anni del dopoguerra lo vedono in prima linea per il rinnovamento delle arti a Padova: partecipa alle mostre della Congrega del Coccodrillo e alla rinata Biennale d'Arte Triveneta. Tuttavia egli conservò sempre l'anima di un solitario, di un poeta quale egli fu intensamente, riottoso ad allinearsi agli ideali dei manifesti programmatici di correnti artistiche o partitiche, pur condividendone in parte i valori. DAL TESTO – "La celebrità, la fama, gli onori artistici e teatrali e, più estesamente, culturali che Amleto Sartori conquistò con l'invenzione della maschera teatrale moderna, hanno in qualche misura adombrato la precedente e contemporanea attività di artista a vasto raggio. Eccellente scultore, intagliatore e modellatore, disegnatore e grafico, dotato in pari grado di inventiva e di abilità, Sartori poteva contare su un'energia costruttiva incessante che si applicava con versatile estro in ogni forma di creazione plastica e grafica. Nell'ambiente artistico padovano degli anni Trenta egli era l'artista più giovane e, francamente, il più dotato di talento innato. Gli altri artisti presenti sulla scena patavina erano almeno di un decennio più vecchi. L'unico che poteva contare su una verve artistica simile, istintiva e pugnace, vieppiù indirizzata alla grafica, era Tono Zancanaro. Gli altri erano pittori e scultori di valore che avevano coltivato con impegno vocazione e mestiere ma, per certi aspetti, più duttili verso lo stile dominante in quella difficile temperie politica e culturale. Stiamo parlando, in particolare, dei pittori Dino Lazzaro, Antonio Morato e Giorgio Perissinotto (Peri), ma anche di Fulvio Pendini, Giovanni Dandolo, Tino Rosa. Tra gli scultori il più tradizionale e più osannato era Servilio Rizzato, che aveva volto il naturalismo ottocentesco in chiave realista e che mandò all'Esposizione internazionale di Parigi del 1937, la stessa dove il grande mosaico di Sironi l'Italia Corporativa conviveva con Guernica di Picasso, il busto del generale Badoglio. Della stessa generazione di Rizzato era Paolo Boldrin, scultore di vaglia, fascista militante, segretario del sindacato degli artisti. Del 1895 era Luigi Strazzabosco che si era andato affermando come protagonista di un novecentismo rigoroso, essenziale ma animato da una vitale tensione narrativa." INDICE DELL'OPERA – Presentazioni - Per i Sartori, di Dario Fo - Lettera aperta ad Amleto Sartori, di Gianfranco De Bosio - Memorie di un figlio d'arte, di Donato Sartori - Amleto Sartori e la scultura, di Virginia Baradel - La maschera teatrale. Sapere trasmissione continuità, di Paola Piizzi - Introduzione alla catalogazione delle opere, di Sarah Sartori - Opere di Amleto Sartori – Apparati - Biografia di Amleto Sartori (1915-1962) - Mostre d'arte di Amleto Sartori - Attività e riconoscimenti di Amleto Sartori - Bibliografia |