Massimo d'Azeglio. Un artista in politica Stampa E-mail

Maria Teresa Pichetto - Giorgio Martellini

Massimo d'Azeglio
Un artista in politica


Centro Studi Piemontesi, pagg.303, € 18,00

 

pichetto dazeglio  IL LIBRO – Questa è la prima biografia dell'Azeglio messa in cantiere dopo l'inizio della pubblicazione dell'Epistolario. Comparve dopo ch'erano usciti i primi due volumi, che vanno fino a tutto il 1845. A questo primo periodo della vita dell'Azeglio è dedicata la metà del libro, diversamente da come scelsero di fare i biografi precedenti che vi dedicarono molto meno spazio. Fatti di cronaca sin allora ignorati integrano la storia ancora lacunosa della sua bohème artistica. In questo campo le pagine di Giorgio Martellini e di Maria Teresa Pichetto danno un rilievo nuovo e indispensabile alla figura di Azeglio artista, al suo giro di relazioni professionali e sociali, al suo contributo specifico, di primo piano, al romanticismo artistico lombardo, argomento riservato sinora agli storici dell'arte e che mancava nelle biografie.
  Il volume restituisce Massimo d'Azeglio alla pienezza della sua umanità, sottraendolo alla marmoreità statuaria del memento ottocentesco, mostrando sia i momenti salienti della sua azione politica sia i minimi trasalimenti della sua coscienza; soprattutto riequilibra il rapporto tra l'Azeglio e lo scenario politico, ossia tra lui e le altre potenti figure che con lui contribuirono alla creazione dell'Italia unita: sicché egli non apparisse sbiadito comprimario, ma protagonista vero, come in effetti fu.

  DAL TESTO – "Il giovane artista D'Azeglio ha amato Roma, e più la sua campagna, d'un amore intenso e sensuale, da avventuroso bohémien; il politico adulto la teme e la detesta, come simbolo di tirannide e di corruzione. Ma non vuol essere tacciato di provincialismo, non vuole si sospetti una sua difesa ad oltranza del prestigio di Torino. Fin dal momento di varcare il Ticino, i Piemontesi sapevano di dover sacrificare l'antica patria alla nuova, la piccola alla grande: accetteranno dunque che in un'Italia unita e pacificata, consolidata nelle istituzioni, la sede del Governo sia altrove. Quell'altrove, per Massimo, è Firenze: per tradizioni di civiltà, di lingua, per posizione geografica e per clima la più opportuna e degna. E la questione romana potrà essere risolta con l'allontanamento delle truppe straniere, ed un Papa principe «onorifico» e inviolabile d'una città libera, retta da un Senato eletto da cittadini investiti dei diritti d'ogni altro cittadino italiano."

  L'AUTRICE – Maria Teresa Pichetto, professore ordinario di Storia del pensiero politico, ha dedicato i suoi studi alla storia dell'Utopia, al pensiero politico francese e inglese, al dibattito sull'antisemitismo in Italia e a momenti e figure del Risorgimento italiano. Autrice di numerosi saggi e interventi in convegni in Italia e all'estero, ha curato per la Utet l'edizione critica delle opere di Saint-Simon. Tra le sue pubblicazioni si segnalano particolarmente "Alle radici dell'odio", Milano, Angeli, 1983; "John Stuart Mill", Milano, Angeli, 1985; "Verso un nuovo liberalismo", Milano, Angeli, 1996.