Charles Bukowski: "Sui gatti" |
Charles Bukowski
IL LIBRO – Charles Bukowski ha amato molto: le donne, l'alcol, i libri e la scrittura, il gioco d'azzardo... In queste pagine scopriamo un'altra passione del cantore del lato oscuro dell'America: i gatti. Maestose e bellissime, le «piccole tigri» hanno sempre affascinato Bukowski, che con i gatti ha scelto di condividere l'esistenza, lasciando che camminassero sui tasti della macchina da scrivere e che fossero testimoni compiaciuti delle sue sbronze e delle sue scorribande – letterarie e non. Lo scrittore descrive i felini come fieri combattenti, cacciatori spietati, maestri nell'arte della sopravvivenza, animali che sanno come dare e pretendere - rispetto, senza mai tradire la loro vera natura, indipendente, ribelle e un po' cinica, proprio come quella di Bukowski. DAL TESTO – "Ecco, questo sì che è un gatto bellissimo. Ha la lingua penzoloni, è strabico. Ha la coda mozzata. È bellissimo, ha cervello. L'abbiamo portato dal veterinario per fargli fare la radiografia - è stato messo sotto da una macchina. Il dottore dice: «Questo gatto è stato investito due volte, gli hanno sparato, gli hanno tagliato la coda». Gli ho detto: «Questo gatto sono io». È arrivato alla mia porta che stava morendo di fame. Sapeva benissimo dove venire. Tutte e due siamo barboni sopravvissuti alla strada. L'AUTORE – Charles Bukowski, nato ad Andernach, in Germania, nel 1920, è emigrato negli Stati Uniti con la famiglia all'età di due anni. È morto nel 1994 a Los Angeles, dove ha passato tutta la vita scrivendo, bevendo e cercando di lavorare il meno possibile. |