Confessioni di un codardo Stampa E-mail

Charles Bukowski

Confessioni di un codardo

Guanda, pagg.140, € 10,00

 

bukowski codardo  IL LIBRO – Due coniugi frustrati e senza un soldo osservano il proprio fallimento in uno squallido alloggio, mentre alla porta bussano i creditori; un patito dell'ippica, giocatore accanito e non sempre fortunato, trova la puntata vincente per una bella e procace sconosciuta; un uomo stanco della vita e deciso a suicidarsi sventa (quasi) una rapina in un ristorante e si guadagna i favori di una pingue, espansiva, confortante cameriera; un «duro» dei bassifondi liquida, in un bar, un magnaccia venuto a vendicare un torto fatto alle sue protette; due rapitori molto sboccati e aggressivi, ma in fondo di buon cuore, liberano il ragazzo di ricca famiglia che è loro ostaggio; un vecchio divo del cinema si fa ammazzare dalla donna che lo accudisce e lo domina; un tale entra in un locale alquanto sinistro, e fa una fatica terribile per uscirne intatto... Le situazioni e le trame più tipiche della narrativa di Bukowski si ripresentano in questi dodici racconti, che hanno l'evidenza, la fisicità, il realismo (sporco), lo stile insomma che ha reso inconfondibile lo scrittore americano; e forse (sono testi degli ultimi anni di vita di Bukowski) una nota di umorismo più sulfureo, un tono più amaro, un senso di assurdità e di follia. Ritroviamo in questo libro quell'America marginale, plebea, clandestina, pezzente che Bukowski ha saputo magnificamente rivelare e rappresentare. Ancora una volta, però, il lettore sarà conquistato soprattutto da un'elementare e straordinaria qualità: la pura e semplice capacità d'inventare storie.

  DAL TESTO – "Il numero sei pagò ventitré dollari e quaranta.
  "Guardai il mio animale entrare nel recinto dei vincitori come faccio con tutti i miei vincenti, e mi sentii fiero di lui come se lo avessi montato o allevato. Avevo voglia di festeggiare, di dire a tutti che era il miglior cavallo che fosse mai esistito, avevo voglia di slanciarmi verso di lui e abbracciargli il collo anche se ero lontano due o trecento metri.
  "Invece accesi una sigaretta e mi finsi annoiato.
  "Dopo tornai al bar, così, per vedere come l'aveva presa la ragazza, ma ben deciso a non avvicinarmi. Non c'erano più.
  "Ne ordinai uno doppio con birra di supporto, bevvi tutto, ordinai ancora e bevvi a sazietà, studiando la prossima corsa. "Quando suonò l'avviso dei cinque minuti non si erano ancora visti e andai a fare la puntata.
  "Persi. Me li mangiai tutti fino all'ultimo. La donna e il suo ganzo non li vidi più. Alla fine dell'ultima corsa possedevo trentacinque cent, una Fard del 1958, meno di dieci litri di benzina e l'affitto pagato ancora per una notte.
  "Andai al gabinetto e guardai con disgusto la mia faccia nello specchio. Sembravo uno che sa qualcosa, ma panzane, ero un falso, e non c'è niente di peggio al mondo che quando un uomo scopre all'improvviso di essere una balla dopo che ha passato tutta la vita a cercare di convincersi che non lo è. Guardai i vari lavandini, tubi e tazze, e pensai sono uguale a loro, anzi, peggio: avrei preferito essere uno di loro."

  L'AUTORE – Charles Bukowski, nato ad Andernach, in Germania, nel 1920, è emigrato negli Stati Uniti con la famiglia all'età di due anni. È morto nel 1994 a Los Angeles, dove ha passato tutta la vita scrivendo, bevendo e cercando di lavorare il meno possibile.

  INDICE DELL'OPERA – Confessioni di un codardo - Un nickel - Un universo poco accomodante – Riscatto - La star – Nascondiglio - Che fine ha fatto quell'adorabile ragazza sorridente vestita di percalle? - Il suicida - La mia pazzia - Morte nel pomeriggio - Vita da barbone - 191