Giuseppe Pontiggia. Investigare il mondo |
a cura di Alberto Cadioli, Giuseppe Langella, Daniela Marcheschi e Gino Ruozzi
IL LIBRO – Un volume che ricorda Giuseppe Pontiggia, critico letterario e narratore di primo piano. Dell'autore di "Nati due volte" diversi studiosi italiani e stranieri indagano i vari aspetti di un'opera cangiante come poche, ancorché dotata di una riconoscibilissima impronta, seguendo spesso percorsi inediti quanto suggestivi. Scrittore, saggista e traduttore di respiro internazionale, Pontiggia è stato un geniale innovatore, grazie alle sue idee di letteratura e di tecnica: la prima, intesa anche come conoscenza, la seconda come invenzione e non più in senso puramente strumentale alla maniera di Croce. Per questo, come si legge nel volume, «Pontiggia è stato un "nodo" per la cultura italiana». DAL TESTO – "Per Pontiggia, in analogia con la visione di Dewey, la lettura costituisce [...] una esperienza sempre "aperta", in grado di produrre l'accrescimento qualitativo e l'ampliamento o lo sviluppo dell'individuo in direzione di una distesa socialità, di una cultura condivisa, che segna in profondità chi la sperimenta, e che perfeziona nel tempo il singolo in relazione transattiva con il mondo. Del resto, in tutta l'opera di Dewey - e in special modo in Individualismo vecchio e nuovo, del 1929 - si ribadisce come la formazione debba puntare al potenziamento dei valori morali e della capacità degli individui di comunicare e cooperare per la costruzione di una società migliore. La lettura come esperienza, la letteratura come esperienza - al modo di Dewey, cioè nella idea guida di teoria e prassi con una propria dimensione sociale condivisa a cui infondere di continuo vita nuova -, sembrano così alla base sia della sperimentazione di Pontiggia nell'ambito delle forme narrative sia di quello scrivere «per il sé che coincide con gli altri», che sancirà tutta una coerente poetica di tensione verso l'Assoluto, visto come meta da raggiungere e non come qualcosa di misticamente posseduto a priori dallo scrittore. Ciò illumina anche il senso profondo del lavoro di Pontiggia nel "Verri", da lui considerata probabilmente più una rivista "a servizio" di un moderno dibattito culturale e "per" la costruzione di una nuova letteratura che una rivista "della" nuova letteratura tout court, fatalmente destinata a identificarsi con le poetiche e le estetiche di un numero limitato di autori soltanto. Non a caso Pontiggia lasciò il "Verri" nel 1961, quando degli amici non poteva più condividere «i programmi né i modi», come ricordò Anceschi anni dopo." INDICE DELL'OPERA – Presentazione, di Raoul Milani – Premessa, di Alberto Cadioli, Giuseppe Langella, Daniela Marcheschi, Gino Ruozzi - Giuseppe Pontiggia. Investigare il mondo - La formazione di un giovane autore. Come Giuseppe Pontiggia è diventato lo scrittore Pontiggia, di Daniela Marcheschi - Il linguaggio autoritario dalla biblioteca alla scrittura, di Cristiana De Santis - Scrivere in prima persona. Il genere del personal essay nell'opera di Giuseppe Pontiggia, di Filippo La Porta - Tra animale sapiente e scimmia parlante: Pontiggia alla fiera dei classici, di François Bouchard - Granelli di sabbia intorno all'uomo. Le sabbie immobili: la formazione del pensiero, di Luisa Marinho Antunes - I romanzi investiganti di Giuseppe Pontiggia, di Andrea Battistini - L'infanzia nell'opera di Giuseppe Pontiggia, di Sofia Gavriilidis - Tastierando L'arte della fuga, di Ermanno Paccagnini - Attacco e difesa: l'ironia nel Giocatore invisibile, di Marco Bellardi - Etica e fiducia nel linguaggio, di Giacomo Vaccari |