Pinocchio Stampa E-mail

Poli, Papini, Pancrazi, Montanelli

Pinocchio

Elliot Edizioni, pagg.43, € 7,50

 

poli pinocchio  IL LIBRO – "Il legno, in cui è tagliato Pinocchio, è l'umanità" ha scritto Benedetto Croce. Alberto Savinio definisce le avventure dell'immortale burattino "la Bibbia del cuore". Un numero 240, perché tante sono le traduzioni delle Avventure di Pinocchio che girano nel mondo, vale a trasformare un successo di pubblico ininterrotto dal 1881 in un caso unico nella nostra storia letteraria. Passando dal libro alla tv con Comencini, nonché al cinema con Benigni e con Disney, questo eroe diverso, senza ascendenti né discendenti, ha confermato la sua capacità di sedurre i geni come Tolstoj non meno che i bambini, i genitori non meno che i figli.
  A confrontarsi col fiorentino Carlo Lorenzini in arte Collodi, classe 1826, con il suo Geppetto e la sua Fata, sono in questo libro quattro toscani: tre grandi firme della carta stampata – Indro Montanelli, Pietro Pancrazi e Giovanni Papini - introdotti da uno showman d'eccezione quale Paolo Poli, misuratosi più volte con Pinocchio, con la sua straordinaria voglia di esistere.

  DAL TESTO – "Perché Pinocchio, si sa, è una storia morale. Insegna com'è che da burattini di legno si può diventare uomini; attraverso quali esperienze bisogna passare, quali insegnamenti, quali avventure. Come tutti i poveri, Pinocchio è un autodidatta. Ma la sua morale non è eroica com'è spesso la morale di coloro che imparan da sé; non insegna grandi virtù, non addita conquiste impossibili. Pinocchio mostra cuor buono e generoso: è pronto al sacrificio ogni volta che può salvare o aiutare qualcuno. E questo è importante. Per il resto, la sua è una morale bonaria, affidata quasi sempre, invece che all'inutile esperienza degli uomini, alla saggezza mitica delle bestie... Anche in ciò è una morale classica. È il Grillo parlante che consiglia a Pinocchio l'amore figliale; il Granchio lo persuade dell'utilità della scuola; il Merlo gli insegna a esser furbo (e finisce subito in bocca al Gatto); la Lumaca che lo fa aspettare tutta una notte al diaccio, per terra, col piede infilato nella porta della Fata, per portargli poi un pollastro di cartone e quattro albicocche di alabastro - non si sa se lo prenda in giro, o lo persuada alla pazienza. Geppetto gli insegna la frugalità, attraverso l'apologo dell'appetito: metti via le bucce ("I casi sono tanti"); e quando le pere l'ha mangiate, Pinocchio s'accorge che riescono bone anche le bucce..."

  INDICE DELL'OPERA – Intorno a Pinocchio. Conversazione di Paolo Poli con Idalberto Fei - Le fonti di Pinocchio, di Giovanni Papini - Elogio di Pinocchio, di Pietro Pancrazi - Pinocchio è nato in giardino, di Indro Montanelli