Gabriele d'Annunzio e la Grande Guerra |
a cura di Giordano Bruno Guerri
IL LIBRO – In occasione delle celebrazioni per il centenario della Grande Guerra, la Fondazione "Il Vittoriale degli Italiani" di Gardone Riviera ha organizzato l'importante convegno di studi "Gabriele d'Annunzio e la Grande Guerra" con sottotitolo "...l'analogia tra l'eroismo e la voluttà", frase tratta da una lettera all'amate (Olga Brunner Levi) nel periodo della guerra. Il convegno si è tenuto al Vittoriale il 26 settembre 2014 e ha esplorato la figura di d'Annunzio letterato, di uomo d'azione e soprattutto di soldato tra i soldati. DAL TESTO – "Mentre il governo si dibatteva fra dubbi, esitazioni e calcoli sbagliati, Fiume diveniva un palcoscenico su cui sarebbe andato in scena per alcuni mesi un happening politico-culturale. La città divenne meta di ogni genere di utopisti, artisti, avventurieri, riformatori sociali, tutti ansiosi di farne un laboratorio di nuovi esperimenti politici e di cambiare il mondo sotto la guida di un ambizioso poeta che arringava il popolo di Fiume ogni sera dal balcone del suo palazzo. La questione fiumana diveniva così, col passare dei giorni, sempre più imbarazzante e paradossale. D'Annunzio era un rivoluzionario e suoi seguaci, in buona parte, legionari e disertori che avrebbero dovuto rendere conto delle loro azioni di fronte alla corte marziale. Ma la città sopravviveva grazie alla tacita complicità dei comandi militari che la circondavano ed era continuamente meta dei pellegrinaggi di coloro che volevano coltivare i loro rapporti con il "poeta liberatore". Arrivò a Fiume, nel novembre del 1920, persino Arturo Toscanini con un centinaio di orchestranti del Teatro alla Scala che d'Annunzio, nel suo discorso di benvenuto, definì la "Legione Orfica". Vi furono certamente momenti durante i quali il Poeta vedeva ormai se stesso proiettato da Fiume alla guida del paese. A Parigi, intanto, l'assenza di Wilson, tornato a Washington per ottenere dal Congresso la ratifica del trattato di Versailles, creava un clima migliore. Clemenceau e Lloyd George fecero proposte costruttive e il governo Nitti, dal canto suo, rinunciò all'annessione di Fiume. Furono scambiati memorandum di cui l'ultimo prevedeva che le città di Fiume e Zara divenissero stati indipendenti, che il distretto di Sušak, popolato da croati, venisse assegnato alla Jugoslavia, che tra Fiume e l'Italia vi fosse continuità territoriale. Ma la proposta fu respinta dalla Jugoslavia che si appellò ancora una volta a Wilson; e il presidente americano inviò da Washington a Parigi una nota infuriata in cui minacciò di strappare sia il trattato di Versailles, sia quello franco-americano del 28 giugno con cui gli Stati Uniti s'impegnavano a garantire il confine franco-tedesco." IL CURATORE – Giordano Bruno Guerri è nato in provincia di Siena. Tra i suoi libri, tradotti in molte lingue, ricordiamo: "Antistoria degli italiani"(1997), "D'Annunzio. L'amante guerriero" (2008), "Filippo Tommaso Marinetti. Invenzioni, avventure e passioni di un rivoluzionario" (2009) e "Il sangue del Sud. Antistoria del Risorgimento e del brigantaggio" (2010). È stato direttore editoriale dell'Arnoldo Mondadori Editore, direttore di "Storia Illustrata" e del quotidiano "L'Indipendente". Insegna Storia contemporanea all'Università Guglielmo Marconi di Roma, è consulente d'immagine Città di Pescara e Presidente del Vittoriale degli Italiani. INDICE DELL'OPERA – D'Annunzio e la questione adriatica, di Sergio Romano - D'Annunzio e le riviste dell'interventismo, di Gennaro Sangiuliano - Vicende artistiche e umane intorno al monumento di Quarto, di Caterina Olcese Spingardi - Gabriele d'Annunzio, Maurice Barrès e la prima guerra mondiale, di Didier Musiedlak - Genova 1915, maggio "radioso", ma non troppo, di Anita Ginella - 1921: il Notturno e altri libri sulla Grande Guerra, di Francesca De Nicola |