Le origini della Kabbalà |
Gershom Scholem
IL LIBRO – Il problema delle origini della Kabbalà, forma della mistica e della teosofia ebraica che sembra sorgere a un tratto nel secolo XIII, è uno dei più complessi e importanti nella storia religiosa dell'ebraismo dopo la distruzione del Tempio. DAL TESTO – "Ancora nell'anno 1330, Meìr ben Shelomò Abi-Sahula, allievo di Shelomò ben Adrèt, s'esprimeva chiaramente e senza tortuosità sull'origine e il significato di questa nuova disciplina. «Abbiamo la responsabilità, scrive nella prefazione al suo commento al Sèfer Jetzirà, di esplorare tutte le cose entro i limiti del nostro modo di comprendere e di seguire, per ciò che le riguarda, la via in cui si sono impegnati coloro che, nella nostra generazione e nelle precedenti generazioni, da duecento anni, si chiamano kabbalisti, mequbbalìm, e danno il nome di Kabbalà alla scienza delle dieci sefiròth e di talune motivazioni dei comandamenti [biblici]». Ne consegue che agli occhi di questi kabbalisti, la nuova concezione teosofica di Dio, che si fonda sulla dottrina delle dieci sefiròth del Sèfer Jetzirà, come pure la motivazione mistica, in rapporto con questa dottrina, di certe prescrizioni rituali della Torà, costituivano il contenuto propriamente detto ed originale della Kabbalà. Secondo l'opinione dell'autore, questo insegnamento non risale per niente a tempi molto remoti; e non risale neppure a secoli lontani. Gli attribuisce circa duecento anni, il che ci conduce, per la sua fase iniziale, alle prime rivelazione del profeta Elia nel periodo di cui ci occupiamo, cioè in Provenza, verso la metà del secolo XII. La catena delle tradizioni kabbalistiche che contengono i nomi indicati, concorda perfettamente con questa informazione." L'AUTORE – Gershom Scholem, nato a Berlino nel 1897 e morto a Gerusalemme nel 1982, ha aderito ancora studente al movimento sionista. Dal 1933 al 1965 ha insegnato Mistica ebraica all'Università di Gerusalemme. Tra le numerose opere tradotte in italiano: "Le grandi correnti della mistica ebraica" (Einaudi, 1993); "Walter Benjamin e il suo angelo" (Adelphi, 1978); "La Kabbalah e il suo simbolismo" (Einaudi, 1980), "La cabala" (Mediterranee, 1982); "Concetti fondamentali dell'ebraismo" (Marietti, 1986); "Alchimia e kabbalah" (Einaudi, 1995); "Il nome di Dio e la teoria cabbalistica del linguaggio" (Adelphi, 1998); "Sabbetay Sevi: il messia mistico 1626-1676" (Einaudi, 2001); "L'idea messianica nell'ebraismo e altri saggi sulla spiritualità ebraica" (Adelphi, 2008); "La figura mistica della divinità. Studi sui concetti fondamentali della Qabbalah" (Adelphi, 2010). INDICE DELL'OPERA – Introduzione all'edizione italiana, di Franco Michelini Tocci – Prefazione - I. Il problema (1. La situazione delle ricerche. Le idee di Graetz e di Neumark - 2. Il Mezzogiorno della Francia nel secolo XII. Il movimento cataro. Gli Ebrei della Linguadoca - 3. La dottrina segreta della Creazione e della «Merkavà» nell'ebraismo prima della Kabbalà. Letteratura degli «Hekhalòth» e della gnosi ebraica - 4. Il «Libro della Creazione» - 5. I più antichi documenti sul sorgere della Kabbalà e l'apparizione del «Sèfer Bahìr») - II. Il «Sèfer Bahìr» (1. Carattere letterario e struttura del libro. I suoi differenti strati - 2. Elementi gnostici nel «Bahìr». Pleroma ed albero dei mondi - 3. Altri elementi gnostici. Le forze di Dio: «Middòth». Reinterpretazione gnostica di massime talmudiche. La doppia Sophia e il simbolismo della Sophia figlia e sposa - 4. Reperimento di fonti antiche, conservate nella tradizione dei «chassidìm» tedeschi. «Razà Rabbà» e «Bahìr» - 5. Le tre prime «sefiròth» - 6. Le sette «sefiròth» inferiori. Le membra dell'uomo primordiale e loro simbolismo. Il luogo del male - 7. La sizigìa maschile e femminile. La settima e la decima «sefirà» nel «Bahìr». Simbolismo del giusto - 8. Il simbolismo della «Shekhinà» e dell'elemento femminile. La pietra preziosa - 9. Elementi della dottrina degli eoni presso i «chassidìm» tedeschi - 10. Trasmigrazione delle anime e mistica della preghiera nel «Bahìr») - III. I primi kabbalisti in Provenza (1. Avrahàm ben Jitzchàq di Narbona - 2. Avrahàm ben Davìd (Rabèd) - 3. Ja'aqòv Nazìr e lo strato degli asceti di comunità, «perushìm» e « nezirìm ». Catarismo e Kabbalà. Rivelazioni fatte ad asceti e forme di queste rivelazioni. Dottrina della «kavvanà» nella preghiera - 4. Isacco il Cieco ed i suoi scritti - 5. La dottrina dell'«En-sof» e delle «sefiròth» in Isacco - 6. Il bene e il male in Isacco e in altre fonti - 7. Mistica contemplativa di Isacco. «Kavvanà» e «deveqùth» - 8. Gli scritti del cenacolo «'Iyyùn» - 9. Concezioni fondamentali di questo cenacolo. L'essere primordiale. Mistica della luce e del linguaggio - 10. Le tredici «middòth», le dieci «sefiròth» e le tre luci al di sopra di esse nello Pseudo-Chaj - 11. Dottrine sefirotiche in una lettera pseudo-epigrafica) - IV. Il centro kabbalistico di Gerona (1. I kabbalisti di Gerona e i loro scritti - 2. Controversie e agitazioni intorno alla propaganda dei kabbalistì. Il loro ruolo nella disputa sugli scritti di Maimonide - 3. L'elevazione attraverso la «kavvanà». Il nulla e la «Chokhmà» - 4. Dottrine di Azrièl e di Nachmanide sul processo dell'emanazione. «En-sof», volontà primordiale e idea primordiale. Le «sefiròth» - 5. L'uomo e l'anima - 6. Il «Sèfer Temunà» e la dottrina dei cicli mondiali o «shemittòth») - Indice dei nomi |