L’idea di Roma nella cultura antica |
a cura di Fausto Giordano
IL LIBRO – Il tema del convegno, che non risulta circoscritto alla sola prospettiva politica, è stato esplorato nelle varie componenti storiche (pragmatica, ideologica, economica, geografica, etnografica, politica, religiosa, istituzionale) e letterarie, quali la continuità e la discontinuità dei codici formali ed i processi di adesione, più o meno critica, degli scrittori antichi, sia latini che greci, ad un vasto patrimonio culturale comune. Attraverso la maggior parte delle relazioni qui raccolte appare complessivamente superata la retorica e tradizionale concezione monolitica ed uniforme dell'idea di Roma. Al contrario, sono stati evidenziati, nella loro complessità e nella loro problematicità , numerosi profili di una realtà che ha condizionato in vario modo non soltanto buona parte della civiltà letteraria greco-latina, ma anche, pur al di fuori di datati schemi classicistici e neoumanistici, molteplici aspetti del gusto e del pensiero moderni. DAL TESTO – "La fase espansionistica di Roma, che facciamo anche noi iniziare con il passaggio delle legioni al di là dello Stretto nel 264 a. C. e concludere nel 146 con la presa di Cartagine e di Corinto, ha condizionato tutta la riflessione politica e storiografica greca, anche nel I sec. a. C. fino ad Augusto. Il modello polibiano, con l'accettazione della teoria della circolarità delle forme costituzionali e delle vicende degli stati, conteneva abbastanza esplicitamente la previsione di un possibile declino della potenza egemone, così come era già capitato nel passato per altri imperi. L'impero di Roma era di fatto inserito in una successione necessaria di potenze universali, ed anche a molti oggi Roma appare come l'ultima delle potenze ellenistiche. Il destino futuro dell'egemonia romana era affidata da Polibio ai modi con i quali la classe dirigente avrebbe saputo impostare i suoi rapporti con le popolazioni vinte e sottoposte. Noi conosciamo bene, sul piano politico pratico e su quello culturale, l'ampiezza dell'opposizione che fra III e I sec. a. C. il dominio romano aveva suscitato e dovette affrontare, dalla Sicilia alla Grecia all'Oriente grecofono. Essa non era circoscritta alle classi alte e colte, ma attraverso una diffusa e abile propaganda affidata alla religione e alle letterature popolari aveva spesso coinvolto anche le masse. L'accettazione romana di un'origine della città connessa alle vicende storiche greche, e soprattutto il riconoscimento di una superiorità culturale della Grecia, furono aspetti di una politica che si rendeva benissimo conto della necessità di tenere in alta considerazione la pubblica opinione greca, davanti alla quale era utile proclamare la libertà delle città greche ai giochi Istmici del 196 a. C., come era pur necessario giustificare la conquista di Siracusa, la distruzione di Cartagine e pur quella di Numanzia. Non per niente fin verso la metà del II sec. a. C. gli storici romani scrissero in greco, perché era ad un pubblico magnogreco, siciliano e greco che intendevano rivolgersi (come dimostra anche l'iscrizione che ricorda l'opera di Fabio Pittore nel ginnasio di Tauromenio). Le Origines in latino di Catone presuppongono oramai un pubblico diverso, romano e italico, per il quale lo storico politico inserì nella sua opera anche alcune delle sue più importanti orazioni politiche. IL CURATORE - Fausto Giordano insegna Storia della filologia e della tradizione classica nell'Università di Salerno. È autore di vari contributi esegetici, stilistici e testuali rivolti soprattutto alle opere di Catullo, dei poeti elegiaci latini e di Plinio il Giovane. È prossima la pubblicazione di un suo volume sulla coscienza letteraria di quest'ultimo scrittore. Nell'àmbito della storia degli studi antichistici, ha collaborato ai tre volumi su "La cultura classica a Napoli nell'Ottocento", a cura di M. Gigante, ed ha pubblicato vari saggi, fra i quali "Giacomo Zanella ed il mondo classico" (Napoli, 1988) e "Filologi e fascismo. Gli studi di Letteratura latina nell'«Enciclopedia Italiana»" (Napoli, 1993); ha curato, inoltre, la terza edizione di G. Pasquali, "Filologia e storia" (Firenze, 1998). INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Fausto Giordano - La nascita dell'idea di Roma nel mondo greco, di Emilio Gabba - Andronico, Nevio ed Ennio di fronte a Roma, di Enrico Flores - Lucrezio e la permanenza dell'idea di Roma, di Alberto Grilli - «Res Romanae perituraque regna» (georg. II 498) Un'indagine sull'idea di Roma in Virgilio, di Luciano Nicastri - Religiosità popolare e religione di stato nella Roma di Orazio, di Giovanni Polara - Roma nei poeti elegiaci latini, di Paolo Fedeli - Roma nella poesia di Lucano, di Donato Gagliardi -, L'idea di Roma e l'ideologia dell'imperialismo in Tacito, Arturo De Vivo - Tradizione ed innovazione nel «Panegirico di Traiano», di Fausto Giordano - Roma e l'Europa nella prospettiva di un «provinciale»: Dione di Prusa di fronte all'impero, di Luigi Torraca - Caput mundi. Roma nella coscienza geografica dei Romani, di Fabio Stok - L'idea di Roma in Plutarco, di Italo Gallo - 'Άρμονία e τάξις nell'Encomio a Roma di Elio Aristide, di Paola Volpe - Profezia e politica. L'immagine di Roma nel III e V libro degli Oracula Sybillina, di Mario Mazza - Su Roma e l'impero romano nel De civitate Dei di Agostino di Ippona, di Salvatore D'Elia - Indice dei nomi - Indice degli studiosi moderni - Indice dei passi |