Il respiro della coscienza |
Aleksandr Solženicyn
IL LIBRO – Quando nel 1942 raggiunge il fronte di guerra, Solženicyn ha la mente e il cuore pieni di progetti eroici e rivoluzionari, ma non immagina il vertiginoso itinerario che lo aspetta: ufficiale comandante di un'unità, condannato per attività antisovietica a otto anni di lager e al «confino a vita», ammalatosi di cancro e infine riabilitato nel 1957. A parte la malattia, era stata questa la sorte anche di milioni di altri sovietici. Solženicyn ha vissuto l'immersione nella realtà del suo popolo, vessato e sterminato, come impellente necessità di aderirvi con ogni capacità e risorsa, e questo ha comportato – anche da detenuto – un incessante lavoro, durato quindici anni, di affinamento d'ogni strumento letterario per adempiere la missione che si era dato: narrare veridicamente ogni cosa del proprio popolo e della sua storia. Questo l'antefatto, senza il quale non si capisce l'improvvisa, clamorosa irruzione nella letteratura mondiale, con "Una giornata di Ivan Denisovič" e poi, via via, "Arcipelago Gulag" e i grandi romanzi, di un narratore di tale portata. Ma neanche si spiegherebbe la sua vigorosa ed efficace attività sociale e pubblicistica, espressa in saggi e interventi. Jaca Book ne ha seguito gli sviluppi fin dall'inizio, nel 1967, diffondendo nel mondo i documenti della battaglia per la libertà della letteratura, ma ha anche fatto conoscere in Italia, delle sue opere letterarie, il «romanzo di formazione» "Ama la Rivoluzione!" del 1948-1958, nonché – in una ideale simmetria – quasi tutti gli ultimi scritti: racconti e un romanzo breve composti tra il 1993 e il 1998. Presentando ora questi testi, per la prima volta tradotti dalle versioni definitive, della sua più fervida stagione pubblica, quella del «ritorno del respiro e della coscienza», Jaca Book integra l'ideale ritratto di un gigante della storia culturale e sociale del suo Paese. Un cahier di fotografi e dall'Archivio della famiglia ne restituisce anche visivamente la straordinaria vicenda. DAL TESTO – "Noi - tutti noi, la nostra comune civiltà - ci siamo come imbarcati su una giostra, la stessa per tutti, e abbiamo compiuto un lungo percorso orbitale. Come per i bambini sui cavalli della giostra nel loro giro, ci era sembrato non dovesse finire mai - sempre avanti, sempre più veloci, mai di lato, mai di sghembo. Questa severa traiettoria orbitale è stata: Rinascimento - Riforma - illuminismo - rivoluzioni fisiche cruente - società democratiche - tentativi socialisti. Questo percorso non poteva essere evitato giacché a suo tempo il Medioevo non aveva saputo trattenere l'umanità, visto che pretendeva di realizzare il Regno di Dio sulla Terra con la costrizione e la confisca dei diritti essenziali della persona a vantaggio del Tutto. Ci trascinavano, ci spingevano nello Spirito con la violenza e noi ci siamo svincolati gettandoci a capofitto nella Materia, e anche qui senza limiti. E ha avuto in tal modo inizio la lunga epoca dell'individualismo umanistico, e l'edificazione di una civiltà basata sul principio: l'uomo è la misura di tutte le cose, e l'uomo è più di tutto. L'AUTORE – Aleksandr Solženicyn (1918-2008), premio Nobel per la letteratura nel 1970, è il più importante e noto scrittore russo della seconda metà del Novecento. Celebre per i suoi racconti pubblicati su «Novyj mir» dopo il 1962, poi espulso dall'URSS nel 1974 per le opere proibite e pubblicate solo all'estero tra cui "Arcipelago Gulag", "Il primo cerchio", "Divisione cancro" e "La Ruota rossa" e i dirompenti saggi e interventi pubblici, dopo un esilio di vent'anni è rientrato in Russia. Di Solženicyn Jaca Book ha pubblicato: "Il mestiere dello scrittore. Tra autoritarismo e sfruttamento" (1968 e 1979), "Ama la Rivoluzione!" (2012), "L'uomo nuovo. Tre racconti" (2013) e "Racconti di guerra" (2014). INDICE DELL'OPERA – Introduzione: Sette anni della vita di Aleksandr Isaevič, di Sergio Rapetti - La battaglia per la letteratura (Lettera al IV Congresso dell'Unione degli scrittori dell'URSS (sostitutiva d'intervento), 16 maggio 1967 - Lettera al Segretariato dell'Unione degli scrittori dell'URSS, 12 settembre 1967 - Trascrizione degli interventi alla riunione del Segretariato dell'Unione degli scrittori dell'URSS, 22 settembre 1967 - Lettera al Segretariato dell'Unione degli scrittori dell'URSS, 1° dicembre 1967 - Lettera a un membro dell'Unione degli scrittori dell'URSS, 16 aprile 1968 - Lettera al Segretariato dell'Unione degli scrittori dell'URSS, 18 aprile 1968 - Lettera aperta al Segretariato dell'Unione degli scrittori della Repubblica russa (RSFSR), 12 novembre 1969 - Discorso commemorativo in morte di Aleksandr Tvardovskij, 27 dicembre 1971) - Riscoprire i valori spirituali (Lettera a Pimen, Patriarca di tutte le Russie, marzo 1972 - Discorso per il Nobel 1970, fine 1971-inizio 1972 - Quando ritornano il respiro e la coscienza, ottobre 1973 - Pentimento e autolimitazione come categorie della vita nazionale, novembre 1973 - Intellighenzia e «ceto istruito», gennaio 1974) - Vivere secondo verità, contro la menzogna (Intervista al «Time», 19 gennaio 1974 - Dichiarazione alla stampa, 2 febbraio 1974 - In caso di arresto. Scritto nell'agosto 1973, reso pubblico il 13 febbraio 1974 - Vivere senza menzogna!, Mosca, 12 febbraio 1974) - Una sola via d'uscita: andare più in alto (Traiettoria orbitale, Zurigo, 31 maggio 1974 - Discorso alla Harvard University, Cambridge (MA), 8 giugno 1978) |