Racconti di guerra |
Aleksandr Solženicyn
IL LIBRO – Negli anni tra il 1993 e il 1998, dopo i romanzi e i cicli narrativi che l'hanno reso famoso nel mondo, Solženicyn torna ad affrontare la misura breve del racconto con esiti di indiscutibile intensità ed efficacia. Nel solco delle narrazioni sull'"Uomo nuovo" (Jaca Book, 2013), i tre racconti e il romanzo breve contenuti in questo volume, ancora inediti in Italia, affrontano la guerra, non solo quella dei campi di battaglia del secondo conflitto mondiale ma anche quella per preservare la "casa dell'uomo", messa in pericolo da speculatori vecchi e nuovi. E, nella società postsovietica, la guerra del profitto, dello strapotere finanziario e lobbistico che sequestra e impoverisce una nazione già allo stremo. DAL TESTO – "Era finita ma non era veramente finita. Stalin l'aveva proclamato: ricostruire! E la vita aveva continuato a procedere su quelle stesse rotaie belliche, e per un anno, per due, per tre quel «ricostruire!» aveva significato lavorare, e vivere, e alimentarsi come se si fosse ancora in guerra. Era già al quarto anno e aveva messo da parte 400 rubli per comprarsi un paio di calzoni nuovi, quando si era sparsa la voce che si stava preparando la riforma monetaria. La gente, in preda al panico, si era precipitata agli sportelli delle casse di risparmio, dove si erano formate subito due code, chi versava e chi prelevava, era difficile capire cosa convenisse fare. E Mitja Emcov fu tra quelli che non l'imbroccarono e dovette dire addio ai calzoni! Ma subito dopo, due belle notizie: assegni di studio e stipendi non venivano svalutati a un decimo e venivano abolite le tessere annonarie. E con l'assegno di gennaio avevano potuto acquistare pane di segale a volontà e tè e zucchero. E il direttore del loro istituto - che era una donna autorevole e potente, e moglie di Malenkov - era anche riuscita ad ottenere un aumento dell'assegno di studio, e ne aveva fruito anche Emcov. E così lui poteva sentirsi sempre più forte e sicuro. L'AUTORE – Aleksandr Solženicyn (1918-2008), premio Nobel per la letteratura nel 1970, è il più importante e noto scrittore russo della seconda metà del Novecento. Celebrato narratore dopo il 1962 ("Una giornata di Ivan Denisovič" e altri racconti), viene espulso dall'URSS nel 1974 per le opere proscritte e pubblicate solo all'estero, tra cui "Arcipelago Gulag" e altri saggi dirompenti, oltre al ciclo storico-narrativo "La Ruota Rossa". Dopo un esilio di vent'anni rientra in Russia e si dedica a correggere e ultimare le proprie opere. Jaca Book nel 1968, per prima in Occidente, pubblicò una raccolta di articoli di Solženicyn dal titolo "Tra autoritarismo e sfruttamento" che conteneva anche la famosa lettera del 16 maggio 1967 al Comitato degli scrittori. Dal 2012 Jaca Book ha ripreso a pubblicare scritti di Solženicyn, iniziando con il romanzo giovanile "Ama la Rivoluzione!" e proseguendo con i racconti dell'"Uomo nuovo". INDICE DELL'OPERA – Non importa - Sulle fratture - Željabuga e i suoi abitanti - Adlig Schwenkitten. Romanzo breve in ventiquattr'ore - Note al testo |