"Taccuini" di Aleksandr Blok Stampa E-mail

Aleksandr Blok

Taccuini

SE Edizioni, pagg.199, € 21,00

 

blok taccuini  IL LIBRO – L'edizione italiana dei "Taccuini" di Aleksandr Blok ha carattere antologico e dunque presenta omissioni giustificate da due ordini di criteri: anzitutto la leggibilità da parte di un pubblico di non specialisti, poi l'interesse del materiale da un punto di vista biografico e letterario. L'ordine con cui il materiale è presentato è cronologico: talora però Blok non metteva date alle note o non rispettava la successione delle pagine. In questo senso ci si è attenuti alla disposizione del materiale dell'edizione sovietica.
  I "Taccuini" sono uno strumento essenziale di conoscenza del personaggio Blok: egli vi seppe esprimere con assoluta lucidità il suo anticonformismo nei confronti delle mode e dei miti del suo tempo e anche suoi personali. Solo qui troviamo certe sue perplessità sul proprio «misticismo», su opere sue e di altri, su fatti, su avvenimenti letterari unanimemente «consacrati». Solo qui, e con quale fredda perspicacia, troviamo una secca condanna dei bolscevichi, allora solo all'inizio della loro ascesa: avvelenano la vita, dice, è un fatto. Una frase brevissima buttata là fra tante altre, futili, occasionali. E in questo senso sono altrettanto illuminanti le note prese durante gli interrogatori dei ministri zaristi (Blok era segretario della Commissione straordinaria d'inchiesta nel 1917): dove, prima delle responsabilità politiche, vengono viste le fragilità, le meschinità umane, la tronfia cecità di fronte alla storia che stava tutto (almeno quel tutto che riguardava lo zarismo) schiacciando.
  I "Taccuini" sono soprattutto la traccia più chiara di un processo irreversibile: l'avanzare della "toska", della fatica di vivere, con i vagabondaggi di bettola in bettola, tra un'ubriacatura e un'interminabile camminata senza meta, tra un fermo proposito di ricominciare da capo e una ricaduta ancora più disperata. Qualche critico assicura che si trattava solo di incostanza di umore: ed è invece il lento cammino, registrato con sconcertante lucidità, di un uomo, tragicamente solo e tragicamente indifeso, verso la morte.

  DAL TESTO – "Ho fatto un sogno profetico, come un presagio. Qualcosa si lacerava nel tempo e lei mi appariva distintamente, rivolta a me in modo diverso, e il mistero si rivelava. Vedevo la famiglia allontanarsi e io, passando, mi fermavo all'improvviso sulla porta di fronte a lei. Era sola e mi si levava incontro e a un tratto tendeva le braccia e diceva confusamente una strana parola sull'amore che le porto. E io le porgevo i versi di Solov'ëv che tenevo in mano, e all'improvviso non erano più versi, ma un piccolo libro tedesco, e mi ero sbagliato. Ma lei continuava a tendere le braccia, e ho sentito che mi mancava il cuore. E in quell'attimo, alle soglie della chiaroveggenza, naturalmente mi sono destato. E certo così doveva essere, perché altrimenti avrei conosciuto il soprannaturale, e ormai quasi da sveglio: il sogno stesso si sarebbe tramutato in stato profetico.
  "Quando elementi affini si incontrano nei secoli, si determina sempre una situazione mistica. Così Puskin incontrò Pietro il Grande. Quando comincia a parlare di Pietro, immediatamente si sente il mistero. Così avviene a quelli che sono autenticamente cristiani, quando s'incontrano col Cristo: Dostoevskij quando fa parlare lo starec Zosima (e tutti i Karamazov!). «Qui c'è un mistero», poiché ciò che è veramente affine si è incontrato nei secoli e si è prodotto un fulmine, come dall'incontro di due nubi. Ci sono altri mondi."

  L'AUTORE – Aleksandr Aleksandrovič Blok (Pietroburgo, 1880-1921), il maggiore dei poeti decandenti e simbolisti russi, si rivelò compiutamente già nel 1901-1902 con "Stichi o Preskasnoj Dame" [Versi sulla Bellissima Dama]. Scrisse successivamente "Rasput'ia" [Crocicchi] nel 1902-1904, "Puzyri zemli" [Bolle di terra] nel 1904 e, nel 1906, il poemetto "Nočnaja Fialka" [La Violetta Notturna] e le commedie "Balagančik" [La baracchetta dei saltimbanchi] e "Neznakomka" [La sconosciuta], oltre a numerosi altri cicli poetici e saggi. Dopo la Rivoluzione d'ottobre, scrisse nel 1918 i due poemi "Shify" [Gli Sciti] e "Dvenadcat'" [I Dodici].

  INDICE DELL'OPERA – Nota al testo – Taccuini – 1901 – 1902 – 1903 – 1904 – 1905 – 1906 – 1907 – 1908 – 1909 – 1910 – 1911 – 1913 – 1914 – 1915 – 1916 – 1917 – 1918 – 1919 – 1920 – Postfazione, di Fausto Malcovati - Cronologia della vita e delle opere