L’intelligencija e la rivoluzione Stampa E-mail

Aleksandr Blok

L’intelligencija e la rivoluzione

Adelphi Edizioni, pagg.168, € 8,00

 

blok_intelligencija  IL LIBRO – Quando Blok pubblicò il saggio Intelligencija e rivoluzione, nel gennaio 1918, nei giorni decisivi della rivoluzione russa, grande fu l’eco delle sue parole. Perché con esse uno dei più prestigiosi poeti e portavoce dell’intelligencija – questa categoria peculiarmente russa, che è venuta a inglobare in sé tutta la nostra concezione degli «intellettuali» – si schierava dalla parte dei bolscevichi, all’insegna del motto: «Rifare tutto». Ci fu chi gridò al tradimento, altri seguirono Blok con entusiasmo. Ma, se si percorrono i suoi saggi qui per la prima volta raccolti, in parte scritti in quei vent’anni prodigiosi per la Russia che precedettero lo scoppio della Rivoluzione, in parte reazione diretta a quell’evento incommensurabile, vediamo che la posizione di Blok non è tanto il frutto di un convincimento politico («politicamente sono un analfabeta» scrisse una volta), quanto l’annuncio di un rinnovamento globale, dove le ambizioni cosmiche del simbolismo si mescolano con la furia elementare di Bakunin e l’antica spinta messianico-visionaria della cultura russa. Queste potenze diverse, che poi sarebbero diventate nemiche o comunque separate, convivevano in Blok in un precario e stupefacente equilibrio. Ed è anche per questo che leggere oggi i saggi di Blok è così emozionante – e dà una nostalgia che si rivolge al futuro. Come egli scriveva: «La vita ha valore soltanto se le si pone una esigenza infinita: tutto o nulla; attendere l’inaspettato; credere non già “in ciò che non esiste sulla terra” ma in ciò che deve esistere sulla terra, anche se non esiste ancora e non esisterà per lungo tempo».

  DAL TESTO – “La rivoluzione, come un turbine di bufera, come una tempesta di neve, porta sempre con sé il nuovo e l'inatteso; inganna crudelmente molti; mutila nel suo vortice il degno; porta spesso incolumi a terra gli indegni; ma questi sono particolari, questo non cambia né il corso generale del torrente, né quel minaccioso rombo assordante che ne scaturisce. Quel rombo parla pur sempre di qualcosa di grande.
  “Tale è lo slancio della rivoluzione russa desiderosa di abbracciare tutto il mondo (una vera rivoluzione non può chieder di meno, non sta a noi divinare se tale desiderio sarà esaudito o no): essa carezza la speranza di sollevare un ciclone mondiale, che porterà nei paesi sepolti dalla neve un tiepido vento e un dolce profumo dì aranceti, che bagnerà le steppe del sud arse dal sole con la fresca pioggia del nord.
  “«Pace e fratellanza dei popoli»: ecco il segno sotto il quale procede la rivoluzione russa. Di questo romba il torrente. Chi ha orecchie per intendere deve intendere quella musica.”

  L’AUTORE – Aleksandr Aleksandrovič Blok (Pietroburgo, 1880-1921), il maggiore dei poeti decandenti e simbolisti russi, si rivelò compiutamente già nel 1901-1902 con Stichi o Preskasnoj Dame [Versi sulla Bellissima Dama]. Scrisse successivamente Rasput’ia [Crocicchi] nel 1902-1904, Puzyri zemli [Bolle di terra] nel 1904 e, nel 1906, il poemetto Nočnaja Fialka [La Violetta Notturna] e le commedie Balagančik [La baracchetta dei saltimbanchi] e Neznakomka [La sconosciuta], oltre a numerosi altri cicli poetici e saggi. Dopo la Rivoluzione d’ottobre, scrisse nel 1918 i due poemi Shify [Gli Sciti] e Dvenadcat’ [I Dodici].

   INDICE DELL’OPERA – Michail Aleksandrovič Bakunin - Popolo e intelligencija - L'ironia - Forze della natura e cultura - Intelligencija e rivoluzione – Catilina - Il crollo dell'umanesimo - La missione del poeta - Nota ai testi