Coordinate ermeneutiche di Diritto penale |
a cura di Maurizio Santise e Fabio Zunica IL LIBRO – In un panorama giuridico in continuo fermento, le "Coordinate ermeneutiche di Diritto Penale" forniscono, in modo chiaro e innovativo, una chiave di lettura della recente evoluzione normativa e giurisprudenziale, analizzando i principali istituti del diritto penale sia mediante il richiamo alle tesi dottrinarie più accreditate, sia e soprattutto attraverso l'esame critico dei più recenti interventi della giurisprudenza di merito e di legittimità. Il serrato confronto tra i temi dell'attualità e gli schemi tradizionali del diritto penale (si pensi a titolo esemplificativo all'impatto problematico nella società delle nuove frontiere tecnologiche o alla recente riflessione giurisprudenziale sulla cd. crisi economica) impone un costante e meditato aggiornamento, che tuttavia non trascuri mai l'impostazione dogmatica della disciplina sostanziale. DAL TESTO – "Si reputa solitamente che - a differenza della evidente continuità in tanti ambiti del diritto privato - le significative differenze tra il diritto penale dei Romani e quello odierno, dovute alla distanza cronologica tra i due sistemi e alla connessa evoluzione delle idee (filosofiche e politiche) che fondano i moderni metodi di repressione criminale, non consentano un'utile comparazione. Naturalmente l'affermazione ha i suoi motivi. Palesi quando si pensi anche solo alle discrepanze tra il diritto penale del Codice del 1930 negli anni immediatamente successivi alla conclusione dell'opera legislativa, in pieno regime fascista, e quello contemporaneo. E ciò pur nella formale vigenza di quella legge, invero sempre più scarnificata dalla sua matrice totalitaria (attraverso il lavorio attento di "democratizzazione" portato avanti dalla Corte costituzionale e anche, ma in misura meno rilevante, dal legislatore). Maggiormente le diversità, ontologiche, risaltano dal raffronto della situazione attuale con le strutture criminali e le prassi punitive dell'Ancien régime, tanto più vicino a noi dell'epoca romana antica. Insomma: il tempo, rispetto al quale molti istituti del diritto privato mostrano una significativa forza di resistenza (che ha fatto pensare addirittura all'esistenza di strutture giuridiche a priori) scardina più velocemente il diritto penale e lo trasforma fin nella sua essenza, incessantemente. C'è, però, una questione che di solito non si considera abbastanza. La grande tradizione romanistica è incentrata soprattutto su fonti relative al diritto privato. La repressione criminale è, certo, presente nella grande Compilazione giustinianea, ma defilata, soprattutto nei C.d. libri terribiles dei Digesta e in costituzioni del Codex spesso di non facile lettura A un tentativo di misurazione, la sua importanza risulta incomparabile rispetto al ius privatorum. Non è - solo - una questione quantitativa. Il problema è che i giuristi romani (che Sono i tramiti principali del sapere giuridico antico) si occupavano prevalentemente di questioni relative a rapporti civilistici. La conoscenza approfondita di quello che fu il diritto penale romano, nella sua storicità, è certamente più difficile dal punto di vista della ricerca dei materiali e della loro interpretazione. Questa parte del diritto romano a lungo - si può dire fino ad alcune grandi opere di fine Ottocento (le ricostruzioni di Mommsen in Germania e di Ferrini in Italia costituiscono certamente degli spartiacque) è stata marginale negli interessi degli studiosi. Oggi, però, si registra un significativo aumento del richiamo di questi temi e forse qualche interessante sorpresa può risultare anche per il giurista dedito al diritto positivo vigente." I CURATORI – Maurizio Santise (Napoli, 1978). Già Magistrato ordinario, ha svolto le funzioni di giudice civile e di giudice per le indagini preliminari. Attualmente è refendario presso il Tar Lombardia (Milano). È Coordinatore scientifico di un rinomato corso per la preparazione al concorso in magistratura con sedi a Napoli e Milano, nonché Direttore scientifico della Rivista telematica "Collegium Iuris". INDICE DELL'OPERA – Presentazione – Autori – 1. Principio di legalità e fonti sovranazionali – 2. Riserva di legge e principio di tassatività. Nuovi orizzonti normativi e giurisprudenziali – 3. La successione di leggi penali nel tempo: irretroattività e ultrattività della lex mitior e portata recessiva del giudicato penale. Le nuove fattispecie introdotte dalla c.d. "legge anticorruzione" – 4. Il principio di offensività: inquadramento generale e applicazioni giurisprudenziali – 5. Le molteplici sfumature del rapporto di causalità – 6. L'elemento soggettivo del reato – 7. Le cause di giustificazione – 8. Il delitto tentato nell'evoluzione giurisprudenziale – 9. I "satelliti" del reato: le circostanze – 10. Il concorso di persone nel reato – 11. Il concorso apparente di norme: natura giuridica e ipotesi applicative – 12. La confisca nel diritto penale: fattispecie applicative e questioni controverse – 13. La rilevanza degli elementi civili nel diritto penale – 14. Reati abituali e permanenti, con particolare riferimento allo stalking e al mobbing – 15. I reati in materia sessuale – 16. La delega di funzioni e la responsabilità del datore di lavoro nella prevenzione contro gli infortuni. I casi Thyssenkrupp e Ilva. Le novità del "decreto del fare" – 17. La responsabilità amministrativa delle persone giuridiche – 18. Il diritto penale del web |