Omaggio a Vilfredo Pareto |
a cura di Stefano Monti Bragadin IL LIBRO – Il posto di Vilfredo Pareto nella storia delle scienze sociali, quasi novant'anni dopo la sua morte, resta ancora precario. Il suo tentativo di unificare le scienze sociali, di affidare loro il compito di rendere intelligibili la modernità e le trasformazioni della democrazia nel XX secolo, non suscita entusiasmi e nemmeno continuatori. Certo, lo scrittore è aspro, disordinato, l'uomo altezzoso, sprezzante, il polemista usa e abusa di una ironia sferzante, di un sarcasmo, ora beffardo ora caustico, sempre oltre la giusta misura, da rendere tutto ciò che non gli aggrada mediocre, ridicolo, disonesto. Un tale personaggio difficilmente può accattivare l'adesione o la simpatia dei lettori. I più sono sconvolti dalle collere, dalle sfuriate, dalle imprecazioni, dalle intemperanze; pochi restano intrigati o attirati dall'icasticità del suo stile, dalla rigorosa logica argomentativa, dalle sue idee ingarbugliate ma ripiene di prospettive insolite e d'approcci innovanti. DAL TESTO – "Secondo Pareto la spoliazione è l'utilizzazione del potere da parte di taluni gruppi al fine d'ottenere colle diverse forme della corruzione, vantaggi particolari. Appuratane l'esistenza in tutti i sistemi politici, Pareto sostiene che la spoliazione è corrente e dilagante soprattutto in quelli democratici, sprovvisti della capacità di resistere alla decomposizione e di rinnovare rapidamente le élite in maniera radicale. Ritiene che in democrazia i governanti sono deboli, timorosi di non essere rieletti, in balia di interessi particolari, sottomessi alle manipolazioni dei gruppi di pressione, di clientele con attese disparate. In democrazia i negoziati, pubblici o segreti, sono sempre interminabili, i compromessi sovente sbilenchi, ineluttabile l'indecisione di fronte alle rivendicazioni contraddittorie delle diverse forze sociali. Perciò le leggi vi subiscono una persistente corrosione mentre tutte le strutture d'autorità sono prima perturbate e poi indebolite. Il senso d'impunità vi si diffonde largamente e appunto perciò l'efficacia deterrente dei sistemi normativi vi risulta debole. IL CURATORE – Docente di Sociologia Politica presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Genova dalla metà degli anni settanta, Stefano Monti Bragadin afferisce al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, partecipa attivamente all'autogoverno dell'Ateneo e all'organizzazione preposta all'attuazione del diritto allo studio universitario. È direttore responsabile del "Genuense Athenaeum". Aderisce al Dottorato di Ricerca di Sociologia e al Centro Interuniversitario di Sociologia Politica (sede amministrativa Firenze). Ha organizzato e cura l'Osservatorio Politico presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università degli Studi di Genova. Formatosi presso il CESES di Milano, diretto da Renato Mieli, e presso il Centro Studi di Politica Comparata di Firenze, diretto da Giovanni Sartori, ha fatto parte del gruppo giovani (esterni) de "Il Mulino"di Bologna, ha cooperato alle iniziative della Fondazione Einaudi di Roma e collaborato alle riviste "L'Est"e "Documentazione dei Paesi dell'Est" (Milano, CESES), nonché a "Biblioteca della Libertà" (Torino, Centro Einaudi). Già fondatore e redattore-capo di "Controcorrente" (Milano, CESES) per la verifica delle ipotesi di trasformazione della società, ha fondato ed è coordinatore scientifico dei quaderni di scienze umane "SPS. Storia Politica Società" (Fondazione Università Popolare di Torino), è membro del consiglio di direzione della rivista quadrimestrale di studi e documentazione "Quaderni regionali" (curata dal Consiglio Regionale della Liguria). Fa parte del Comitato Multidisciplinare Universitario per l'UNICEF, fondato da Arnoldo Farina, ed è impegnato in vari gruppi di ricerca europei, nazionali e locali. I nutriti studi e le varie pubblicazioni affrontano le problematiche relative alla struttura e alla dinamica dei sistemi socialisti e delle democrazie liberali, i fondamenti logici e storici di una società aperta e pluralista, la disamina dei rapporti tra gruppi di interesse e pressione, partiti e sedi istituzionali nello svolgimento del processo politico, la distinzione e le interazioni tra un ordine sociale policentrico e un ordine politico poliarchico, l'analisi delle forze e delle forme che detengono ed esercitano potere. Si occupa dell'orientamento valoriale e politico dei giovani. INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Stefano Monti Bragadin - Sugli studi paretiani all'alba del XXI secolo, di Giovanni Busino - Elites e classe politica in Pareto e Mosca, di Giorgio Sola - L'attualità di Vilfredo Pareto nella scienza economica, di Aldo Montesano - L'attualità di Vilfredo Pareto nelle scienze politiche e sociali, di Carlo Mongardini - Verso una teoria integrata dei fenomeni economico-sociali?, di Riccardo Faucci - Il tema della razionalità in Pareto, di Sandra Segre - Ofelimità ed eterogeneità. Morte e trasfigurazione dell'edonismo, di Daniele Rolando - «Le mythe vertuïste» e il paternalismo di Stato, di Mirella Pasini - Vilfredo Pareto e gli snodi della politica fiscale italiana sul finire del secolo XIX, di Gianni Marongiu - Vilfredo Pareto e la scuola economica di Torino, di Giulia Bianchi - Pareto ed Einaudi: un legame intellettuale alla prova della storia, di Maria Caterina Federici - «Spennare l'oca senza troppo farla gridare»: la riflessione di Pareto su imposte e altri stratagemmi economici del Potere, di Andrea Farina - La critica delle ideologie: verità, funzione e utilità sociale, di Stefano Bonabello - Alle soglie del nuovo secolo: il Primo Congresso Sociologico Italiano (Genova, 1899), di Andrea Mignone - I «Cahiers Vilfredo Pareto», di Andrea Pirni - Profili economici e professione: un percorso à rebours, di Franco de Leonardis - Leggendo Giorgio Sola: due prospettive per lo studio del potere, di Federico Viotti |