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Il Mosaico globale. Scenari di un mondo pericoloso Il Nodo di Gordio, anno III, numero 4, gennaio 2014
pagg.236, € 14,00
Il n.4 della rivista "Il Nodo di Gordio", quadrimestrale di geopolitica ed economia internazionale diretto da Daniele Lazzeri, s'intitola Il Mosaico globale. Scenari di un mondo pericoloso. Spiega il Direttore nell'Editoriale: "Disordini sociali, interessi economici e speculazioni finanziarie, lotte e contese per il controllo delle fonti e delle risorse energetiche, si sommano a rivolte intestine e guerre civili. [...] Ma allo stesso tempo stanno nascendo proficui crocevia culturali; si assiste all'insperata ripresa del dialogo interreligioso e si stanno sviluppando intrecci geopolitici inimmaginabili fino a qualche decennio fa". Quella attuale è un'epoca caratterizzata da profondi e complessi mutamenti. È un'epoca "interessante", come spiega Andrea Marcigliano (Senior fellow della rivista) nell'articolo (Un planisfero segnato in rosso) che apre la sezione "Scenari di un mondo pericoloso". L'Autore vi compie una disamina degli scenari globali con la tecnica dei padri della Geopolitica moderna (Ratzel, Kjellen, McKinder e Haushofer), contemplando una sorta di Mosaico Globale "sempre più frammentato da tensioni locali e dalle partite a domino fra potenze globali e/o potenze regionali. Senza scordare il costante infierire dietro le quinte di forze finanziarie capaci di muoversi con rapidità mercuriale". Insomma, un Mosaico interessante sì, ma anche estremamente "pericoloso". Marco Ferrazzoli (capo Ufficio stampa del Consiglio Nazionale delle Ricerche) affronta il tema delle migrazioni degli ultimi decenni guidate dalla legge osmotica volta alla "distribuzione della popolazione sul territorio in base alle possibilità di reddito, ma con una rapidità del tutto inedita nella storia dell'umanità". L'Autore sollecita un dibattito che superi la semplice regolamentazione dei flussi e conduca a decisioni condivise sul diritto delle persone di muoversi; altrimenti la divaricazione con le istituzioni rischia di ampliarsi ulteriormente. Da questo numero della rivista si segnala l'esordio di una nuova rubrica, "The British Perspective", curata dal corrispondente da Londra, Matteo Marsini. Sulla base di fonti d'informazione esclusivamente britanniche, Marsini esaminerà le dinamiche e le prospettive della politica estera con le lenti d'Oltremanica. Questa prima "puntata", scritta in inglese, prende spunto dalla recente visita in Cina del Premier britannico Cameron, avvenuta pochi giorni dopo l'annuncio-shock a Pechino dell'istituzione della Zona di Identificazione Aerea. Il giornalista e fotoreporter Fabio Polese si occupa del conflitto tuttora in atto in Irlanda del Nord, "terra martoriata nel cuore d'Europa". "Girare nei sobborghi di Belfast - scrive l'Autore -, tra fili spinati, bandiere e murales identitari, significa assistere a un passato che irrompe nella quotidianità e testimonia la separazione, ancora molto profonda, tra la comunità repubblicana e quella lealista". "Nel corso degli anni, i tentativi di riconciliazione fatti dalla politica istituzionale sono rimasti per lo più iniziative di facciata, per soffocare un fuoco di rivolta che è tuttora acceso e che rischia, vista anche la situazione di degrado sociale attuale, di far incrementare la violenza e portare molti giovani ad intraprendere la lotta armata. Come i loro padri prima di loro". L'Italia nel Pacifico è il titolo dell'articolo di Maurizio Stefanini (giornalista di Libero e del Foglio): "se l'Italia - vi si legge - prova a tornare a fare politica estera, l'America Latina con lo status di osservatori all'Alleanza del Pacifico può essere soprattutto per noi il modo per essere presenti in un'area assiale dove però non potremmo avere nessun'altra sponda geopolitica". Segue uno "Speciale Kosovo" con articoli di Fabio Franceschini (che compie un sintetico excursus di natura storica), Katarina Lazic (che conduce un'analise sulla stretta connessione tra la criminalità organizzata e la costruzione dello Stato in Kosovo), Roberta Di Casimirro (che firma un reportage dal Kosovo) e il già citato Marco Ferrazzoli (autore di un intervento sulla sorte del patrimonio artistico serbo ortodosso). Si segnala anche un'intervista con Padre Sava Janjic, una delle maggiori autorità della Chiesa serbo-ortodossa, il quale afferma: "Il legame che unisce il popolo serbo al Kosovo e Motohija è qualcosa di complesso da spiegare [...]. In questi luoghi ha avuto origine la nostra storia e si conservano i tesori artistici dei Nemanjic, il Kosmet è il cuore della nostra spiritualità e la bellezza del nostro in ingegno". Un altro focus approfondisce il tema della guerra postmoderna, la cosiddetta "guerra ibrida", ben illustrata dallo storico e analista militare Federico Prizzi nel primo di una serie di saggi dedicati alle nuove frontiere della strategia militare volte a contrastare le minacce del futuro, quelle nei confronti di "qualsiasi avversario - come scrive Prizzi - che contemporaneamente e in modo mutevole impiega un insieme combinato di strumenti e/o attività convenzionali, irregolari, terroristiche e criminali sul campo di battaglia". Lo storico Franco Cardini (che del Nodo di Gordio è il direttore editoriale) firma un'"intervista impossibile" con Josip Stalin. "Io ho semplicemente fatto - vi dichiara Stalin dall'oltretomba - quello che dovevo fare da quando mi sono trovato a dirigere la rivoluzione e a dover fondare sul serio il comunismo in un solo paese, se davvero intendevo gettare le basi per affermare il comunismo nel mondo. [...] Ho imposto il terrore come più tardi ho imposto i piani quinquennali, perché era necessario come forma di educazione collettiva e popolare: si ubbidisce per paura, poi l'obbedienza diventa abitudine e l'abitudine si trasforma in un costume morale, e così si edifica l'Uomo Nuovo che si spoglia gradualmente di ogni orgoglio e di ogni egoismo, finché ciascuno si sente naturalmente al servizio di tutti gli altri". Molto ricco è lo "Speciale Turchia", dove troviamo saggi di Carlo Marsili, Marco Cochi, Claudia Grandi, Hasan Canpolat, Fabio Franceschini, Marcello Ciola, Francesca Oresta e Paolo Zammatteo. Marsili, profondo conoscitore della realtà turca e per molti anni Ambasciatore italiano ad Ankara, scrive che "un'Unione Europea senza la Turchia sarebbe monca sul piano politico, economico, militare e sociale. Senza contare l'interesse dell'Italia a riequilibrare il baricentro dell'Europa verso il Mediterraneo per bilanciare in qualche modo il predominio dei Paesi del Centro Nord del Continente". Concludono il volume la sezione "Scenari & Prospettive" (con tre articoli di Antonciro Cozzi rispettivamente dedicati al progetto TAPI, alla rielezione di Aliyev alla guida dell'Azerbaijan e all'Europa orientale, oltre a un'analisi di Matteo Marsini sul ruolo della Nato nella rivoluzione dello Shale gas), una presentazione dell'Associazione Italia-Mongolia redatta dall'on. Riccardo Migliori e "La biblioteca di Gordio" (sezione dedicata alle recensioni librarie). L'abbonamento annuale (3 numeri) alla rivista costa 39 euro. Per informazioni:
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