Aa. Vv.
La Chiesa Apostolica Albana Le radici di un simbolo dell'Azerbaigian
Centro Studi "Vox Populi", pagg.123, € 18,00
IL LIBRO – La Chiesa dell'Albania Caucasica o Chiesa Autocefala Albana, parte inscindibile della storia etno-religiosa dell'Azerbaigian, attrae un particolare interesse in Occidente tra gli scienziati, i giornalisti e gli esperti di svariate discipline. L'Albania Caucasica si è convertita al Cristianesimo nel 313. Completamente autonoma fino all'VIII secolo, la Chiesa Autocefala Albana ha mantenuto comunque legami con le Chiese Cristiane dei popoli vicini. Tra i secoli VII e VIII il Caucaso del Sud è stato conquistato dagli arabi e la regione è stata sottoposta ad islamizzazione. Durante il dominio arabo la Chiesa Albana è stata sottomessa alla Chiesa Armena, ma non è stata assimilata del tutto, conservando un'autonomia interna nella forma del Catholicosato d'Albania. In base alle testimonianze di autori antichi e medievali sul territorio dell'Albania abitavano 26 grandi etnie, tra le quali più numerosi erano i popoli Uti e Gargari, Saci, Unni, Hazari e altri. Nell'alto medioevo è iniziata l'assimilazione della variegata popolazione dell'Albania, che parlava lingue caucasiche, turche e iraniche, da parte dei gruppi etnici vicini. Una parte degli Albani si è convertita all'Islam, si è turchizzata e ha partecipato all'etnogenesi del popolo azerbaigiano. A motivo di ciò, gli Azerbaigiani si considerano discendenti degli Albani Caucasici ed eredi della cultura e della statalità dell'Albania Caucasica. Un'altra parte delle etnie albane è stata oggetto di arrnenizzazione linguistica, etnica e religiosa. Ma una parte dell'antica popolazione dell'Albania è riuscita a preservare la sua entità etno-linguistica fino ai nostri tempi - gli Udi, discendenti di una delle tribù più influenti del popolo albano, gli Uti, come anche gli abitanti delle montagne dell' Azerbaigian - Crys, Khinalug, Budug, Haput e altri. Nel XIV secolo la sede del Catholicosato d'Albania è stata trasferita nel monastero di Gandzasar, nel territorio della regione del Karabakh appartenente all'attuale Azerbaigian. L'esistenza della Chiesa Albana è perdurata fino al 1836, quando è stata degradata dal Governo Russo al rango di Metropolia della Chiesa Apostolica Armena. Recentemente gli Udi - diretti discendenti degli Albani Caucasici, che non hanno subito assimilazione e hanno conservato propria lingua e tradizioni, hanno dichiarato la volontà di ricostruire la Chiesa Autocefala Albana. Il patrimonio architettonico dell'Albania Caucasica, gli edifici civili e di culto costruiti nell'epoca precedente alla nascita di Cristo, tra il IV e il VI secolo e tra l'XI e il XIII, sono considerati in Azerbaigian come tesori della cultura e simboli della storia nazionale.
DAL TESTO – "Il Caucaso è il luogo nel quale, più di ogni altro in tutto il megacontinente che si estende tra Galizia (questo lembo nordoccidentale della penisola iberica la toponomastica del quale è tanto misteriosamente e significativamente legata a quella orientale europea) e Kamchatka, si avverte a livello tanto geografico quanto storico il senso profondo del concetto di Eurasia: al punto che non si sono ancora placate (anzi, negli ultimi tempi sono divenute più accanite) le polemiche tra cultura russa e cultura turca su quale dei due versanti del Caucaso si debba considerare quello "europeo", e quindi dove comincia l'Asia: e, per conseguenza, quale dei due versanti sia il ciscaucasico, quale il transcaucasico. Certo è che la catena montuosa tra Mar Nero e Mar Caspio, con tutti i contesi territori che l'attorniano, appaiono intrinseci per un verso, remoti e ostili per un altro, già nella cultura greca che situa nell'area caucasica le radici dei miti prometeici ma anche - insieme con le alture dell'Elburz - dionisiaci, mentre assegna alla barbarie scitica, alla bruma cimmerica e alla necromanzia colchica il ruolo di spartiacque tra civiltà e barbarie come tra vita e morte. Ma nella stessa Bibbia l'arca di Noè si arena alla fine del diluvio sulla vetta dell'Ararat, mentre nella storia della diffusione del cristianesimo è quello di Armenia il primo ad adire alla conversione, già dal IV secolo. L'area caucasica è stata nei secoli regione di diffusione delle mitologie scitosarmatiche prima di divenir terra di diffusione del mazdaismo e quindi complessa frontiera tra monofisismo, duofisismo, manicheismo, con qualche traccia di nestorianesimo e più tardi con una forte influenza islamica a sua volta distinta in sunnismo e sciismo. Le tecniche artistiche e architettoniche, ma anche la musica e varie forme di artigianato tradizionale confermano il permanere di questo difficile e fragile equilibrio di frontiera che ha visto affrontarsi nei secoli romani e partopersiani, bizantini e persiani, bizantini e Islam arabo-persiano, prima dell'incontro-scontro triangolare di turchi, russi e persiani che ha a lungo caratterizzato i secoli XV-XX, dando vita all'attuale caleidoscopio culturale e linguistico che caratterizza la regione. Una cultura che, attraverso una serie complessa di citazioni e d'imitazioni, ha influito profondamente e a lungo su quella stessa del medioevo euroccidentale: com'è provata dalle ampie "citazioni" architettoniche caucasiche riscontrabili nelle tradizioni paleoromanica, romanica e gotica, fino alle enigmatiche cupole del Périgord."
GLI AUTORI – Andrea Marcigliano è nato a Mestre-Venezia il 28 dicembre 1957. Da anni collabora a giornali e riviste culturali, occupandosi (prevalentemente) di filosofia politica e scenari geo-politici internazionali. Accanto a questo mantiene vivi i suoi interessi più squisitamente letterari e filosofici, visti gli ormai antichi studi di Lettere Classiche - a Trieste, con laurea in Storia delle Religioni - e il fatto che insegna Italiano e Latino nel Liceo Classico. Saggista e scrittore, ha pubblicato Segni del Tempo, I figli di Don Chisciotte, Ritorno ad Atene: ha collaborato a numerosi volumi di studi, tra i quali ama ricordare Ezra Pound perforatore di roccia, Jünger cioè del coraggio, Ideario europeo, Studi su Fernando Pessoa. Collabora stabilmente a "Il Borghese", "Imperi", "La Destra Italiana". Suoi scritti sono apparsi in inglese, russo, spagnolo, portoghese, turco, azero e kazako. È Senior Fellow del Think Tank di Studi Geopolitici "Il Nodo di Gordio", e collabora all'omonima rivista e al Web Magazine. Per "Vox Populi" ha già collaborato ai volumi: Imperi delle Steppe (2008), Porte d'Eurasia (2009), La profondità strategica nel pensiero di Ahmet Davutoğlu (2011), e, con Ermanno Visintainer, ha scritto a quattro mani L'Aquila nel Sole (2011), di cui è in corso di pubblicazione l'edizione russa. Nel 2012 è stato coautore della biografia di Mario Monti Il grigiocrate assieme a Daniele Lazzeri e Augusto Grandi. Nel 2013 partecipa al volume collettaneo Da Baikonur alle stelle. Il Grande Gioco spaziale e nel 2014 a Viandanti tra due mondi: il taccuino turco di Othmar Winkler. Angelo Mecca, nato a Potenza il 15 settembre 1970, è Dottore di Ricerca in Storia della tradizione dei classici greci e latini. Borsista Fondazione Ezio Franceschini - SISMEL (Società Italiana degli Studi del Medioevo Latino) dall'anno 2003 all'anno 2005. Titolare dell'insegnamento di Letteratura Greca presso l'Universita degli Studi della Basilicata – Potenza dal 2005 al 2010. Docente di Greco e Latino presso il Liceo "E. Montale" di S. Donà di Piave (VE). Si occupa principalmente di Storia della Chiesa e storia della tradizione testuale. Tra le pubblicazioni principali Trogo, Timagene e Polieno, in "Quaderni di Storia", 54, 2001. Per una Clavis Editionum Principum Scriptorum Ecclesiasticorum: questioni di metodo e problemi, in M. Cortesi (a. c. di), Editiones Principes delle opere di Padri Greci e Latini. Atti del Convegno di Studi della Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino (SISMEL), Firenze, 2006; Studi sulla tradizione di Erodiano storico: la "stirpe cretese", in "Bollettino dei Classici", 25, 2004; La Morte: da Roma alla nascita del Cristianesimo,in AA.VV., Il dolore e la morte, Padova, 2010. Ermanno Visintainer nasce a Trento nel 1961, consegue la laurea (Summa cum laude) in Lingue e Letterature Orientali, presso l'Universita Ca' Foscari di Venezia nel 1998. Relatore in convegni internazionali in Turchia presso la Bilkent Universitesi di Erzurum e in Kazakhstan, presso l'Università Eurasiatica "Lev Gumilev" di Astana e la Kazakh Academy of Transport and Communications named after M. Tynyshpayev di Alma Ata. Nel dicembre del 2012, presso la stessa Università, ad Alma Ata, consegue l'Onorificenza di Professore Onorario. È autore di numerosi articoli inerenti alla turcologia e geopolitica su "Linea Quotidiano", "Officina", "Il Borghese" e su altre riviste. Membro dell'ASTREA (Associazione di Studi e Ricerche Euro-Asiatiche). Cofondatore e Presidente del Centro Studi "Vox Populi", nonché Senior Fellow del Think Tank di Studi Geopolitici "Il Nodo di Gordio" per i quali ha partecipato alla stesura del volume Imperi delle steppe - da Attila a Ungern Khan con la pubblicazione "Continuità epica nelle letterature della Mongolia: dalle Epigrafi dell'Orkhon alla Storia Segreta dei Mongoli" (2008). Nel 2009 è coautore del libro: Porte d'Eurasia con uno scritto dal titolo "Il modello islamico turco, l'Europa e il grande gioco delle fonti energetiche". Nel 2010 realizza la monografia Ahmed Yassawi: sciamano, sufi e letterato kazako. Nel 2011 contribuisce al volume: La profondità strategica turca nel pensiero di Ahmet Davutoğlu con lo scritto "Le premesse filosofiche della 'Profondità Strategica' di Ahmet Davutoğlu". Nel 2011, assieme al Prof. Andrea Marcigliano, pubblica L'Aquila nel Sole. Leadership e carisma da Kultegin a Nursultan Nazarbayev; nel 2013 partecipa al volume collettaneo Da Baikonur alle stelle. Il Grande Gioco spaziale e nel 2014 a Viandanti tra due mondi: il taccuino turco di Othmar Winkler. Paolo Zammatteo nasce a Trento il 30 novembre 1964. Laureatosi in Architettura a Venezia nel 1989, è professionista e insegnante. Si è occupato di design, sviluppo d'impresa, storia del territorio, archeologia, arte antica e contemporanea, e ha realizzato mostre, allestimenti, spazi culturali e per lo spettacolo. Da oltre un ventennio opera nel campo della promozione e dell'organizzazione di iniziative culturali con pubblicazioni e convegni, spesso a fianco di istituzioni museali e accademiche (Università di Padova, Università di Nottingham). Per i tipi di "Vox Populi" e de "Il Nodo di Gordio" ha realizzato i volumi Codex wangianus. La produzione dell'argento in Trentino (2008), Dal codex wangianus all'essenza sulfurea (2011) e la curatela di Oltre Lepanto. Dallo scontro di ieri all'intesa di oggi (2012), Da Baikonur alle stelle. Il Grande Gioco spaziale (2013), Viandanti tra due mondi: il taccuino turco di Othmar Winkler (2014), in cui ha partecipato alla stesura dell'opera collettiva. È Direttore scientifico della rivista "Vox Populi". In passato si è già occupato di minoranze etno-linguistiche, nell'ambito degli oggetti culturali e dei simboli che ne sono considerati patrimonio identitario. È stato fondatore e Direttore del Centro Documentazione Luserna - Dokumentationszentrum Lusern, per cui ha svolto ricerche, puntualmente pubblicate, sull'insediamento di una minoranza tedescofona trentina di origine bassomedievale. L'ultimo studio sull'argomento, Da Franz Josef a Degasperi, esce per il Kulturverein Lusern nel 2013.
INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Guido Lenzi - Radici del sacro in Azerbaigian, di Daniele Lazzeri – Presentazione, di Franco Cardini - Nella Terra ove nascono i miti: il Caucaso Albano e le origini dell'identità europea, di Andrea Marcigliano - Glottogenesi ed etnogenesi del popolo albano, di Ermanno Visintainer - Storia dei "Cristianesimi" in Azerbaigian, di Angelo Mecca - La geo-cultura caucasica nelle forme delle chiese albane, di Paolo Zammatteo
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