Nuova Storia Contemporanea, n.6 novembre/dicembre 2013
Le Lettere, pagg.168, € 11,50
- Sergio Romano, La sovranità dimezzata. Da Cavour a Crispi, da Mussolini a Berlusconi Il saggio costituisce una riflessione storica sull'importanza della Chiesa cattolica nella storia dell'Italia risorgimentale e unitaria. Dopo aver ricostruito le fasi del difficile rapporto fra Stato e Chiesa in Italia e dopo aver ricordato le modalità di regolamentazione di tale rapporto (Leggi delle Guarentigie, Patti Lateranensi, Concordato del 1984), l'Autore conclude che l'Italia è rimasto un Paese dalla sovranità dimezzata dove la Chiesa non rinuncia a combattere battaglie intransigenti.
- Giovanni Rapelli, Il caso Gualino Uno fra i più noti uomini d'affari italiani della prima metà del Novecento, Riccardo Gualino (1879-1964), è stato e viene ancora talvolta considerato un avversario di Mussolini, in qualche modo un antifascista. In realtà, salvo in un'occasione (quella della rivalutazione della lira a "quota novanta"), egli non si è mai opposto ma anzi ha sempre ricercato la stima e l'amicizia di Mussolini. Il quale però lo ha costantemente ricambiato con una quasi viscerale antipatia, fino a farlo condannare al confino nel 1931 con motivazioni speciose. Confino peraltro non così duro come quello subito dai veri oppositori del regime.
- Fabio Fattore, I corrispondenti di guerra e la battaglia d'Inghilterra Nell'autunno del 1940 l'Italia partecipa alla battaglia d'Inghilterra con un Corpo aereo, il Cai. Al suo interno nasce - per volontà del Ministero della Cultura popolare, d'accordo con quello dell'Aeronautica - l'Ufficio stampa e propaganda. Il capo è Luciano De Feo, già direttore dell'Istituto Luce e della Mostra del cinema di Venezia. In una campagna voluta per ragioni politiche più che militari, la propaganda gioca un ruolo chiave.
- Riccardo Maffei, Un collaboratore occulto di Roberto Suster Roberto Suster non solo fu il primo giornalista fascista a varcare la frontiera russa, come corrispondente del «Popolo d'Italia» e dell'Agenzia Stefani, ma fu anche il protagonista di una delicata missione: verificare le possibilità di penetrazione commerciale italiana nel Paese dei Soviet. L’articolo non soltanto illustra il piano, concordato con Arnaldo Mussolini (fratello del duce e direttore del giornale di Suster), che determinò la sua missione in Russia, ma anche i contatti intrecciati con Andrea Caffi nel tentativo di penetrare e risolvere l'enigma sovietico. Suster e Caffi utilizzarono per la loro corrispondenza i canali diplomatici italiani e in particolare la Legazione d'Italia di Riga. La ricostruzione è basata su inedite fonti di archivio.
- Gabriele Miceli, Il lato oscuro del fuoco In ambito storiografico, lo studio della cremazione dei cadaveri si è focalizzato quasi esclusivamente sulla polemica tra favorevoli e contrari, limitando l'ampiezza e la profondità dell'analisi. Un esempio fra tutti concerne il ruolo assunto dal regime fascista, spesso interpretato come "ostile" e "ambiguo" nei confronti di questo rito. In realtà, lo studio delle disposizioni di legge e delle pratiche funerarie permette di analizzare meglio la questione. Mussolini non ostacolò la cremazione nel campo dell'azione legale se non nel giugno 1943 (dunque a un mese dalla sua caduta) e non ci fu alcuna ambiguità: nel corso del Ventennio la pratica crematoria, anche se mai propagandata dal regime, fu sempre permessa e nessuna società di cremazione venne mai chiusa.
- Paolo Simoncelli, Deakin, De Felice e una censura politically correct L’edizione inglese del volume di F.W Deakin, The Brutal Friendship. Mussolini, Hitler and the Fall of Italian Fascism (Londra, 1962) pubblica dei documenti sulla Repubblica sociale italiana che sono tagliati e interpolati. Tra questi, un importante «Appunto» di Mussolini a Hitler del 20 luglio 1944, sulla liberazione degli internati militari italiani in Germania. Questo saggio fa luce sulla complessa edizione italiana del volume, curato da Renzo De Felice (Torino, Einaudi, 1963), e riporta in Appendice il testo originale inedito dell'«Appunto» di Mussolini.
- Carlo De Risio, A est di Suez. La penetraziane nazista in Iraq, Siria, Iran Il saggio ricostruisce le fasi più significative della penetrazione nazista in Medio Oriente tra il maggio e l'agosto del 1941. In particolare, basandosi sulla documentazione conservata presso l'Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare italiana, l'Autore illustra il sostegno fornito dagli aerei italiani alle truppe fedeli a Rashid Alì in Iraq, unico Paese arabo schieratosi apertamente con l'Asse.
- Alberto Indelicato, Joseph McCarthy e il maccartismo Uno dei cavalli di battaglia della propaganda filosovietica durante la guerra fredda fu l'accusa di maccartisrno o di "caccia alle streghe" lanciata contro chi denunciava la penetrazione nei gangli più delicati dello stato di personalità le cui convinzioni liberal o francamente comuniste sconfinavano talvolta in vero e proprio spionaggio in favore dell'Unione Sovietica. Non v'è dubbio che in alcuni casi l'attività di McCarthy, quale presidente della sottocommissione del Senato che doveva indagare sul fenomeno, abbia messo in causa delle persone che ad esso erano estranee; ma le rivelazioni scaturite dalla pubblicazione dei documenti "Venona" hanno anche confermato molte delle accuse di McCarthy.
- Salvatore Sechi, Su Moro, Arafat, Gheddafi e la strage di Bologna L’Autore documenta le conseguenze della difficoltà, per gli storici, di accedere agli archivi statali, con l'eccezione di quelli giudiziario. Pertanto, poco o nulla si sa della mancata liberazione del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro; del ruolo avuto dal terrorismo libico e palestinese nelle stragi presso l'aeroporto romano di Fiumicino (1973 e 1985) e nella stazione centrale di Bologna (2 agosto 1980), ma anche dell'apparato paramilitare del Partito Comunista Italiano e dei servizi segreti non ortodossi. Sechi mostra come il governo italiano (da Andreotti, a Moro e a Cossiga) abbia sempre fatto compromessi e scambi, compreso il traffico di armi, con Gheddafi, Arafat e Habbash. È la conferma che l'adesione italiana alla politica estera atlantica è stata assai ambigua e formale.
- Luciano Monzali, Pietro Pastorelli Obiettivo del saggio è offrire alcune informazioni sulla biografia e la carriera professionale di Pietro Quaroni, uno dei più importanti diplomatici italiani nel XX secolo, ambasciatore in Unione Sovietica, Francia, Germania occidentale e Regno Unito dopo la seconda guerra mondiale. Esperienza centrale nella carriera diplomatica di Quaroni fu la sua lunga missione in Afghanistan dal 1936 al 1944. In Kabul il diplomatico italiano fu capace di comprendere l'evoluzione politica in atto in Asia, specialmente in India e in Medio Oriente, e la necessità per la politica estera italiana di rinnovarsi abbandonando le ormai datate ambizioni colonialiste e sviluppando nuove impostazioni in politica estera.
|