Ponzio Pilato. Storia di un mito Stampa E-mail

a cura di Giacomo Jori

Ponzio Pilato
Storia di un mito

Casa Editrice Leo S. Olschki, pagg.XIV-246, € 25,00

 

jori_pilato  IL LIBRO – I contributi raccolti nel volume sono dedicati alle riscritture di quel mito di Ponzio Pilato che, dalle origini del Cristianesimo al nostro tempo, attraversa - come ha mostrato Arturo Graf - i secoli e la geografia d'Europa. Nel nesso fecondo di storia e letteratura religiosa, tra libri canonici e libri apocrifi, appare la necessità di una leggenda associata a un versetto, a una domanda: "Quid est veritas?", cui nei secoli risponde l'evidenza: "Ecce homo".

  DAL TESTO – “Il ruolo svolto da Pilato nella vicenda finale del Cristo, presentato con ininfluenti differenze dai quattro vangeli, ha fatto sì che gli autori cristiani e i testi apocrifi lo ricordassero a partire già dall'epoca subapostolica. Sin dal II secolo il personaggio ha dato vita a diverse tradizioni le quali, sia in Oriente che in Occidente, riflettono valutazioni e atteggiamenti diversi, che vanno dalla condanna, molto spesso estesa al mondo giudaico, all'esecrazione, all'indifferenza, persino all'ammirazione che, registrata in alcuni testi apocrifi, ha fatto addirittura teorizzare, nella chiesa etiopica, la santità personale di Pilato e, in quella copta, il suo martirio.
  “Nel IV secolo, nel rinnovato clima della pace della chiesa e nell'atmosfera celebrativa del trionfo del cristianesimo sul paganesimo, il personaggio comincia ad essere rappresentato nell'arte cristiana secondo precise modalità: Pilato e la lavanda delle mani non entrano nel repertorio figurativo scultoreo come personaggio singolo e come episodio isolato. L'uno e l'altro sono abitualmente inseriti in un ciclo narrativo e accostati ad altre scene, quasi sempre in posizione finale, che rievocano talvolta l'arresto e il martirio di Pietro e Paolo, talaltra il rinnegamento di Pietro o il pentimento di Giuda, il cammino verso il Calvario, la resurrezione di Cristo.
  “Evidentemente, nell'immaginario collettivo, la figura del prefetto, veicolata dall'omiletica, dalla catechesi e dagli scritti dei Padri della chiesa, era stata recepita come negativa e in connessione con eventi affini. Tale connotazione del personaggio, anche alla luce delle condizioni storiche e della conseguente evoluzione dell'arte paleocristiana, spiega il ritardo con cui l'episodio di Pilato è entrato nel repertorio iconografico come momento rievocativo di un ciclo - quello della passione - che, nella concezione ricorrente dei cristiani dei primi secoli, ha comunque dato una svolta alla storia.”

  IL CURATORE – Giacomo Jori, torinese, insegna Letteratura italiana nell’Università della Valle d’Aosta e nell’ISI (Istituto di Studi Italiani) di Lugano. È redattore di «Lettere Italiane» e della «Rivista di Storia e Letteratura Religiosa». Studia la Letteratura italiana e i suoi classici, nella ricezione italiana ed europea, dedicandosi in particolare alle forme della poesia e alla letteratura religiosa, nei secoli XVI-XVII e XX; alla funzione e tradizione del mito nella creazione letteraria. Con Carlo Ossola ha collaborato alla Letteratura italiana. Canone dei Classici (8 voll., Torino, Utet, 2012). Ha pubblicato l’antologia dei Mistici italiani dell’età moderna (Torino, Einaudi, 2007). Si è occupato di Primo Levi e di Giorgio Orelli, di Pier Paolo Pasolini, al quale ha dedicato un saggio (Torino, Einaudi, 2001) e di Mario Soldati, riscoprendo testi inediti e rari. I libri più recenti sono l’edizione del carteggio e degli scritti autobiografici inediti di Maria degli Angeli, «La santità in viaggio». Lettere, Libro delle relazioni (Firenze, Olschki, 2012); il volume La città del padre. Lettura della Gerusalemme liberata e breve storia di un mito tassiano (Torino, Aragno, 2013); e il volume collettivo, a cura di G. Jori, Ponzio Pilato. Storia di un mito (Firenze, Olschki, 2013). Prepara l’edizione delle poesie di Furio Jesi (L’esilio, 1970). È in pubblicazione l’articolo Nome e mito. «Il Catullo degli epitalami» nella canzone Al Metauro («Lettere Italiane», XLIX, 2013, 4).

   INDICE DELL’OPERA – «Quod scripsi, scripsi». Premessa, di Giacomo Jori - Pontius Pilatus, un fonctionnaire romain, di John Scheid - Autour de la femme de Pilate, di Madeleine Scopello - Pilate après Pilate: l'Empire chrétien, les juifs, les images, di Gilbert Dagron - Ponzio Pilato nella Chiesa antica tra storia, arte e leggenda. Il Codex purpureus Rossanensis, di Giorgio Otranto - Pilate et le Graal, di Francesco Zambon - Pontius, te souvient-il...?, di Carlo Ossola - «Ponzio Pilato? Io l'ho incontrato». Un ricordo di Ivan Illich, di Carlo Ossola - La madre di Giuda - Pilato (1923-'24). Il teatro della coscienza di Mario Soldati, di Giacomo Jori - Pilato e il 'vangelo secondo Bulgakov', di Rita Giuliani - Bulgakov o 'della coscienza', Šalamov o 'della memoria'.  Due immagini di Pilato nella letteratura russa contemporanea, di Sofia Lurie - I capitoli biblici del Maestro e Margherita e la metamorfosi della loro ricezione, di Jakov Lurie - Nichilismo e incarnazione nel Pilatus di Friedrich Dürrenmatt, di Sara Tongiani – Appendice - «Empia oh quanto fu la voce di Pilato». Un inedito di padre Martini nella Biblioteca comunale di Bologna (ms HH23, f. 92r), di Evelina Bernasconi e Gennaro Tallini - Premessa a Giuseppe Ellero, La Moglie di Pilato e le prime donne cristiane, di Giacomo Jori - La Moglie di Pilato e le prime donne cristiane, di Giuseppe Ellero - Indice dei nomi