Lo spirito del Natale Stampa E-mail

Gilbert K. Chesterton

Lo spirito del Natale

D’Ettoris Editori, pagg.152, € 12,90

 

chesterton_natale  IL LIBRO – «Alcuni uomini», ha affermato Maisie Ward, prima editrice e poi biografa di Gilbert Keith Chesterton, «sono spinti alle riforme soprattutto dall'odio. Chesterton, invece, era spinto soprattutto dall'amore. E, più chiaramente che altrove, quest'amore brilla in tutto ciò che ha scritto sul Natale».
  Della cospicua produzione letteraria che il brillante pubblicista e romanziere britannico ha dedicato al Natale, questo volume offre al lettore una selezione di testi in prosa e alcune poesie che spaziano dagli esordi letterari alla maturità. Con una sola eccezione, essi compaiono per la prima volta in lingua italiana.
  In queste pagine il lettore ritroverà la stessa verve ironica delle opere maggiori che ha fatto di Chesterton il «principe del paradosso». Senza mai risultare stucchevole o serioso nelle sue considerazioni sul mistero dell'Incarnazione e sulla nascita di Gesù, non c'è saggio in cui la sua prosa vivace non riservi almeno un colpo di fioretto contro gli avversari culturali di tutta una vita: il progressismo teologico; il materialismo scientista; il darwinismo sociale; il socialismo pseudo-umanitario della Fabian Society; nonché lo spirito ultimamente gnostico della moda «temperante», vegetariana e animalista ante-litteram del primo Novecento.
  Per l'autore la festività del Natale, di cui più volte si sottolinea il carattere intimamente familiare, è un'occasione per esplorare «i significati nascosti nell'immagine della luce del mondo» che, comparendo nel nascondimento di una grotta,«si fa sole sotterraneo». Mentre decanta le tradizioni natalizie, Chesterton invita l'uomo occidentale e cristiano a non vergognarsi delle proprie radici: averle procura vantaggi, «e questo vantaggio si chiama frutto».

  DAL TESTO – “Il Natale potrebbe essere una festa creativa. Ci vien detto, anche da parte di chi più ne tesse le lodi, che è particolarmente prezioso perché conserva le antiche tradizioni e i giochi dei tempi andati. Ed è sicuramente vero che, per ognuno di questi due ammirevoli scopi, il Natale risulti prezioso. Tuttavia, nel senso in cui sto ora considerando la questione, sarà ancora una volta possibile capovolgere questa verità. Un Natale vissuto genuinamente potrebbe non tanto ricreare cose vecchie, quanto crearne di nuove. Per esempio, potrebbe ispirare la creazione di nuovi giochi, se le persone fossero sul serio costrette a inventarsi da soli i propri. All'origine della maggior parte dei giochi più antichi si riscontra l'uso di utensili comuni o elementi di mobilio. Alcune parole nel lessico proprio del tennis, ad esempio, derivano da quelle inerenti alla struttura del cortile delle antiche osterie. Analogamente, si dice che i paletti del cricket, in origine, non fossero altro che le tre gambe del seggiolino usato per la mungitura. Potremmo oggi essere capaci di inventare nuove cose di questo tipo, se solo ricordassimo chi è la madre dell'invenzione.
  “Come sarebbe piacevole e divertente realizzare un gioco in cui si fanno punti riuscendo a centrare il portaombrelli o il carrello delle vivande se non, addirittura, il padrone e la padrona di casa, beninteso con proiettili morbidi. I bambini che hanno la fortuna di esser lasciati soli nella loro cameretta non solo inventano dal nulla nuovi giochi, ma anche scene teatrali, storie di cui sono essi stessi protagonisti e linguaggi segreti; creano famiglie immaginarie e dirigono laboriosamente periodici che riguardano la famiglia.
  “È questo spirito creativo che vorremmo per il mondo moderno; «vorremmo» sia nel senso che lo desideriamo, sia che se ne avverte la mancanza. Se invece di diventare meno domestico, il Natale lo diventasse di più, credo assisteremmo a un vasto accrescimento del vero spirito del Natale; dello spirito, cioè, del Bambino. Ma per abbandonarsi a questo sogno dobbiamo ancora una volta ribaltare in un paradosso ciò che si accetta per consuetudine. In un certo senso è vero che il Natale è un tempo in cui le porte dovrebbero restare aperte. Eppure io vorrei che rimanessero chiuse, se non proprio a Natale, in prossimità di esso; allora sì che il mondo vedrebbe ciò che siamo capaci di fare.”

  L’AUTORE – Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) è stato saggista, romanziere, poeta e pubblicista prolifico. Nato a Londra in una famiglia di religione anglicana, si converte al cattolicesimo nel 1922 e, alla sua morte, sarà ricordato come «dotato difensore della fede cattolica» da Papa Pio XI (1922-1939). Per vari decenni dopo la seconda guerra mondiale, l'interesse del pubblico italiano si è rivolto principalmente al Chesterton narratore. Negli ultimi anni si è assistito a una rinnovata attenzione ai saggi chestertoniani di maggiore spessore teologico, con nuove edizioni italiane di Ortodossia; San Francesco d'Assisi; L'uomo eterno; La Chiesa Cattolica, dove tutte le verità si danno appuntamento; La mia Fede e San Tommaso d'Aquino.

   INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di mons. Luigi Negri – Presentazione, di Fabio Trevisan - Nota del Curatore - 1. I canti tradizionali di Natale - 2. Il pudding di Natale - 3. Il tacchino - 4. Il tacchino fasullo - 5. Stelle e salsicce - 6. La neve a Betlemme - 7. A Child of the Snows. Il bambino delle nevi (poesia) - 8. Un apprezzamento all'antica del Natale - 9. Il Natale e i professori – 10. Il cuore di Betlemme - 11. Gloria in Profundis (Poesia) - 12. La teologia dei regali di Natale - 13. Alcune falsità e Santa Claus - 14. Il nuovo Natale - 15. The Wise Men. I Re Magi (Poesia) - 16. La Festa d'Inverno - 17. Il Natale deve andarsene - 18. Lo spirito del Natale - 19. A Word. La parola (Poesia) - Elenco delle opere di Chesterton - Indice dei nomi