Nuova Storia Contemporanea, n.1 gennaio/febbraio 2013
Le Lettere, pagg.168, € 11,50
- Francesco Perfetti, Giovanni Gentile tra liberalismo e fascismo Il saggio ripercorre l'itinerario filosofico e politico di Giovanni Gentile e sottolinea la sua idea della continuità della storia italiana dal Risorgimento al Fascismo. Per lui, che vi aderì parlando di liberalismo e di Destra storica, il fascismo si presentava come un superamento del liberalismo. La filosofia attualistica di Gentile è lo sviluppo, sul terreno filosofico, della linea speculativa degli hegeliani napoletani così come, sul terreno politico, il fascismo rappresenta l'esito dell'attualismo.
- Riccardo Maffei, Il regime fascista e i primi «defezionisti» sovietici Alla fine degli anni Venti il regime fascista decise di lanciare una prima campagna di stampa contro l'Urss utilizzando allo scopo le vicende di Grigorij Bessedovskij e Georgij Agabekov, due "defezionisti" sovietici che ruppero con Mosca e cercarono scampo in Occidente. L’articolo analizza tale campagna di stampa nel quadro della proteiforme immagine del bolscevismo e dell'Urss allora diffusa nell'Italia fascista nel medesimo periodo.
- Fabio Fattore, Paolo Monelli e i corrispondenti italiani al fronte di El Alamein I corrispondenti di guerra italiani e le battaglie sul fronte di El Alamein tra l'estate e l'autunno del 1942. Lo studio, anche attraverso documenti d'archivio inediti, prende in esame come la stampa seguì l'evento chiave della campagna dell'Africa settentrionale tra censure silenzi e manipolazioni. I giornalisti, tra cui spiccò Paolo Monelli del «Corriere della sera», ebbero come testimoni diretti un ruolo fondamentale per l'opinione pubblica e la propaganda.
- Giovanni Tassani, Novecento e antinovecento Lo scritto evidenzia il rapporto tra le riviste «Via Consolare-Spettacolo» e «Pattuglia», del Guf di Forlì, la città di Mussolini, e l'ambiente di «Corrente» che a Milano esprime una ricerca innovativa in campo artistico. In entrambi i casi si tratta di giovani che, in anni di autarchia anche culturale, criticano le correnti prevalenti, che giudicano conservatrici e involute. Giovanni Testori, 18-20 anni, svolge un ruolo centrale, con l'idea di una casa editrice che pubblicherà Picasso, Eluard, Cocteau, Persico, Manzù, e con un numero speciale (Omaggio alla pittura) di «Pattuglia», che vorrà fare un bilancio dell'arte italiana dei primi quarant'anni del secolo. Mussolini, che aveva inizialmente incoraggiato quei giovani, deciderà di chiudere il loro esperimento nel luglio 1943.
- Rosario Gennaro, Il Manifesto degli intellettuali fascisti e l'espansione culturale all'estero Il documento pubblicato in questo saggio è la versione francese del Manifesto degli intellettuali italiani fascisti agli intellettuali di tutte le nazioni, scritto da Giovanni Gentile, corretto da Mussolini, firmato da molti esponenti della cultura italiana. Questa versione, finora sconosciuta, contiene una lista di 265 firmatari. I loro nomi sono in parte diversi da quelli che figurano nella già nota lista dei partecipanti o aderenti al Convegno per le Istituzioni Fasciste di Cultura in cui la stesura del manifesto fu decisa. Visti i destinatari (gli intellettuali di tutte le nazioni) e il contesto in cui nasce (le misure e il dibattito attinenti "l'espansione culturale all'estero”) la versione francese getta una nuova luce sulla funzione del manifesto gentiliano.
- Carlo De Risio, La X Mas contro gli anglo-americani dopo l'armistizio Utilizzando documentazione militare medita, l'articolo ricostruisce un capitolo poco indagato dalla storiografia sulla seconda guerra mondiale. Dopo l'armistizio dell'8 settembre, i mezzi d'assalto della X Flottiglia Mas continuarono a combattere contro gli anglo-americani. Furono impegnati in diverse operazioni: alcune contro la testa di ponte alleata di Anzio, altre lungo la Costa provenzale e in Adriatico.
- Piero Ardizzone, Alcide De Gasperi, sorvegliato speciale Alcide De Gasperi, suddito dell'impero austro-ungarico fino al 1918 in quanto nato nel Trentino, deputato del partito cattolico al Parlamento di Vienna, fu sospettato di spionaggio dalla Polizia italiana nel 1915. Dopo il 1922 fu sottoposto a vigilanza perché esponente del partito popolare ed antifascista. Ebbe la stessa sorte Luigi Battisti, figlio di Cesare, pure lui trentino e considerato un oppositore per la sua adesione al partito repubblicano. Non furono però prese contro di loro misure molto rigide. De Gasperi poteva contare sull'appoggio del Vaticano e mantenne sempre un prudente riservo evitando gesti di sfida; Battisti portava un nome famoso anche fuori dall'Italia e non conveniva al regime creare un caso clamoroso accanendosi contro di lui.
- Umberto Cirri, Il caso Nobile Dal 1978 - cinquantenario della spedizione polare del dirigibile Italia al comando del generale Nobile al giorni nostri, sono stati promossi, per celebrare la spedizione, programmi televisivi, manifestazioni e pubblicazioni invariabilmente travisati e si è così instaurata una vulgata storiografica non aderente alla realtà. Le pagine di questo saggio sono state composte sulla scorta delle fonti storiche più attendibili per ricostruire gli eventi con fondamento, senza trascurare particolari essenziali e perciò significativi affinché sia veramente conosciuta tanto la storia della spedizione in tutti i suoi aspetti, positivi o negativi che siano, quanto la versione, alterata e falsata dei fatti, che si è affermata con le celebrazioni sopra ricordate.
- Giuseppe A. Camerino, L’immagine della Germania nell'Italia del primo Novecento Si tratta del primo tomo del terzo volume di Klaus Heitmann facente parte di un'opera complessiva sulla immagine italiana della Germania nella sua storia. Assai importante anche per la consultazione da parte degli studiosi, quest'opera arriva fino ai primi anni Venti del secolo scorso (primo dopoguerra) e illustra dettagliatarnente, in un quadro assai ampio, sia le posizioni di gruppi e prestigiose personalità accademiche e intellettuali dell'Italia dell'epoca sia quelle di giornalisti e inviati di guerra sia quelle più in vista del mondo politico ed economico italiano.
- Antonio Ciarrapico, La linea rossa Dagli inizi del secondo dopoguerra la maggiore tra le molte anomalie italiane è stata costituita, sotto il profilo politico, dalla presenza nella penisola del maggiore partito comunista dell'Occidente, il quale ha assunto un ruolo egemonico sul piano culturale e ha cercato di affermare un analogo primato su quello morale. L’eredità di quel partito, che ha avuto in Gramsci l'ispiratore ideologico e in Togliatti e Berlinguer le figure carismatiche che ne hanno guidato le sorti, è stata raccolta da ultimo dal Partito Democratico. Ma, pur avendo evitato di essere travolto dal fallimento del modello comunista, quest'ultimo è risultato condizionato dalle ascendenze dogmatiche, e pur avendo una posizione preponderante nella sinistra italiana non ha saputo assumere l'effettivo ruolo ricoperto altrove dai grandi partiti socialdemocratici europei. La «linea rossa» è l'espressione di una continuità storica che non ha cessato di esistere.
- Alberto Indelicato, Addio a Hobsbawm (e alle sue storie) La scomparsa di Eric Hobsbawm ha dato luogo in Italia a manifestazioni di grande apprezzamento per il suo lavoro di storico. L’autore fa notare che le lodi sono state superiori ai suoi meriti. Come appare evidente dal suo famoso libro Il secolo breve Hobsbawm, nella presentazione di diversi avvenimenti, tenne sempre presenti le sue scelte ideologiche, diminuendo o addirittura tacendo le responsabilità dei movimenti e dei dirige marxisti-leninisti per non tradire (come egli stesso ammise) la sua fedeltà al Partito Comunista, di cui fu fedele membro sino ed oltre la fine dell'URSS. In proposito vengono citate tra l’altro la reticenza o le distorsioni della verità a proposito della insensata tentata rivolta del movimento Spartacus nella Germania all'inizio del 1919, del crollo poco glorioso della Repubblica Ungherese dei Consigli del luglio-agosto dello stesso anno, l'alleanza germano-sovietica del 1939, l'aggressione dell'URSS alla Finlandia.
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