Il moderno principe |
Antonio Gramsci Il moderno principe Donzelli, pagg.LIV-266, € 20,00
IL LIBRO – «Il moderno Principe. Sotto questo titolo potranno raccogliersi tutti gli spunti di scienza politica che possono concorrere alla formazione di un lavoro concepito e organizzato sul tipo del Principe di Machiavelli». Siamo agli inizi del 1932: Gramsci ha ormai preso la decisione di dedicare uno dei suoi Quaderni del carcere a una riflessione sul partito politico rivoluzionario e sulla lotta per l’egemonia. Nel 1930 aveva schizzato la prima idea di «un libro che traesse dalle dottrine marxiste un sistema ordinato di politica attuale del tipo Principe. L’argomento sarebbe il partito politico, nei suoi rapporti con le classi e con lo Stato: non il partito come categoria sociologica, ma il partito che vuole fondare lo Stato». DAL TESTO – “Nell'intero volumetto Machiavelli tratta di come deve essere il Principe per condurre un popolo alla fondazione del nuovo Stato, e la trattazione è condotta con rigore logico, con distacco scientifico: nella conclusione il Machiavelli stesso si fa popolo, si confonde col popolo, ma non con un popolo «genericamente» inteso, ma col popolo che il Machiavelli ha convinto con la sua trattazione precedente, di cui egli diventa e si sente coscienza ed espressione, si sente medesimezza: pare che tutto il lavoro «logico» non sia che un'autoriflessione del popolo, un ragionamento interno, che si fa nella coscienza popolare e che ha la sua conclusione in un grido appassionato, immediato. La passione, da ragionamento su se stessa, ridiventa «affetto», febbre, fanatismo d'azione. Ecco perché l'epilogo del Principe non è qualcosa di estrinseco, di «appiccicato» dall'esterno, di retorico, ma deve essere spiegato come elemento necessario dell'opera, anzi come quell'elemento che riverbera la sua vera luce su tutta l'opera e ne fa come un «manifesto politico». L’AUTORE – Antonio Gramsci nasce ad Ales (Cagliari) nel 1891. Compie gli studi liceali a Cagliari, dove partecipa attivamente al movimento socialista. Negli anni universitari (1912-17), durante i quali frequenta diversi corsi della Facoltà di Lettere e di quella di Legge dell’Università di Torino, è membro attivo della sezione socialista, e dal 1916 è tra i redattori dell’edizione torinese dell’«Avanti!»: su questo giornale e sul «Grido del popolo» pubblica articoli di carattere vario, dai commenti politici alle recensioni letterarie e teatrali. Nel 1919, insieme a Angelo Tasca, Umberto Terracini e Palmiro Togliatti, fonda una rivista, «L’Ordine Nuovo», attraverso la quale farà conoscere documenti e testimonianze da tutto il mondo sulla vita di fabbrica e ispirerà il movimento dei consigli di fabbrica, nei quali individua il nucleo di una possibile versione italiana della rivoluzione socialista. Nell’aprile 1920, il fallimento di una lunga stagione di scioperi e di occupazioni, che aveva visto il gruppo dell’«Ordine Nuovo» in prima linea, rivela una rottura insanabile all’interno delle forze socialiste, preludio della scissione; la rottura verrà ufficializzata a gennaio dell’anno seguente, in occasione del Congresso di Livorno, quando Gramsci sarà tra i fondatori del Partito comunista. Dal giugno 1922 alla primavera del 1923 viene inviato a Mosca come rappresentante del Partito presso la Terza Internazionale; partecipa al IV congresso dell’Internazionale, quindi si trasferisce a Vienna, dove prosegue il suo lavoro di dirigente dell’organizzazione comunista. Tornato in Italia, nell’aprile del 1924 Gramsci viene eletto deputato. Per tre anni è segretario del Partito comunista. In occasione del delitto Matteotti, si batte contro la passività della secessione dell’Aventino e per l’unità delle forze operaie. Nel 1926, mentre il partito entra nella clandestinità, al III Congresso nazionale, tenutosi a Lione, riesce a imporre la propria linea politica con l’approvazione delle Tesi redatte insieme con Togliatti. L’8 novembre 1926, sulla base dei «provvedimenti eccezionali» adottati dalla dittatura, Gramsci è arrestato insieme ad altri deputati comunisti e rinchiuso in isolamento nel carcere di Regina Coeli a Roma; da qui, dopo due mesi di confino a Ustica, sarà trasferito al carcere di San Vittore a Milano. Il 28 maggio si apre il «processone» contro Gramsci e il gruppo dirigente del partito, che si conclude pochi giorni dopo con la condanna a vent’anni. Gramsci viene trasferito nel carcere di Turi. Qui ottiene finalmente il permesso di scrivere e, spinto dalla necessità di «far qualcosa», comincia a stendere le note e gli appunti dei Quaderni. In seguito ai provvedimenti di amnistia e di condono per il decennale fascista, la condanna di Gramsci viene ridotta a 12 anni e 4mesi, ma le sue condizioni di salute si aggravano sempre più e, dopo diverse richieste, nell’ottobre del 1933 viene ricoverato in una clinica a Formia. Il 25 ottobre 1934 ottiene la libertà condizionale. Nei mesi successivi si trasferisce a Roma, presso la clinica Quisisana, per un lungo periodo di degenza. Riacquisita la piena libertà nell’aprile 1937, muore il 27 dello stesso mese a causa di un’emorragia cerebrale. INDICE DELL’OPERA – Prefazione 2012, di Carmine Donzelli - Introduzione 1981, di Carmine Donzelli - Quaderno 13. Noterelle sulla politica del Machiavelli - 1. Il carattere fondamentale del Principe - 2. Le note scritte a proposito [dei] «rapporti di forza» - 3. Oltre che dal modello esemplare - 4. Prendendo le mosse dall'affermazione del Foscolo - 5. Grande politica (alta politica)-piccola politica - 6. La quistione della classe politica - 7. Quistione dell'«uomo collettivo» - 8. La concezione del Croce, della politica-passione - 9. Lo Schopenhauer avvicina l'insegnamento - 10. La quistione iniziale da porre e da risolvere - 11. Una concezione del diritto - 12. Bacone ha chiamato «Re Magi» - 13. Accanto ai meriti della moderna «machiavellistica» - 14. Altro punto da fissare e da svolgere - 15. Nella nozione di grande potenza - 16. Il «troppo» (e quindi superficiale e meccanico) realismo politico - 17. Analisi delle situazioni: rapporti di forza - 18. Alcuni aspetti teorici e pratici dell'«economicismo» - 19. Elementi per calcolare la gerarchia di potenza - 20. Charles Benoist - 21. Continua del «Nuovo Principe» - 22. Bibliografia - 23. Osservazioni su alcuni aspetti della struttura dei partiti politici - 24. A proposito dei confronti tra i concetti di guerra manovrata e guerra di posizione - 25. «Doppiezza» e «ingenuità» del Machiavelli - 26. Egemonia politico-culturale - 27. Il cesarismo - 28. Sullo sviluppo della tecnica militare - 29. Volontarismo e masse sociali - 30. Il numero e la qualità nei regimi rappresentativi - 31. Il teorema delle proporzioni definite - 32. Sul concetto di grande potenza - 33. Sul concetto di partito politico - 34. Sull'origine delle guerre - 35. Arte politica e arte militare - 36. Sulla burocrazia - 37. Note sulla vita nazionale francese - 38. Maurras e il «centralismo organico» - 39. Italo Chittaro, La capacità di comando - 40. G. Gentile e la filosofia della politica - Elenco sommario di libri e articoli citati da Gramsci - Indice dei nomi
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