Torino. Città internazionale |
a cura di Dora Marucco e Cristina Accornero Torino Donzelli, pagg.XX-268, € 25,00
IL LIBRO – È possibile documentare una tradizione municipale torinese aperta alle esperienze europee lungo tutto il XX secolo? L’Esposizione internazionale del 1911 è momento peculiare della circolazione di saperi e di personalità afferenti alle istituzioni locali internazionali. Se tale indirizzo ben si inserisce nella spinta modernizzatrice del primo decennio del Novecento, resta da chiarire se e come la vocazione europea di Torino sia sopravvissuta durante il ventennio fascista. Non bisogna dimenticare, ad esempio, che nel 1926 vi si svolse il primo Congresso nazionale di Urbanistica. Nel secondo dopoguerra, complici anche le celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia, si assiste a una ripresa della strategia politico-amministrativa mirante a esaltare la dimensione europea e internazionale della città. Si punta da un lato allo sviluppo della rete autostradale in concomitanza con la promozione dei trafori verso Francia e Svizzera, dall’altro all’incremento della diffusione di idee e di studiosi, di cui è prova la nascita, già nel 1952, dell’Istituto universitario di Studi europei. Tutto ciò avviene in sinergia con camere di commercio, unioni imprenditoriali, associazioni sindacali, banche e imprese private, indotte a loro volta a sviluppare potenzialità transnazionali. È in questo contesto che, nei prestigiosi edifici costruiti per ospitare Italia ’61, verranno ben presto a insediarsi sedi distaccate degli organismi internazionali. DAL TESTO – “La ricostruzione delle relazioni internazionali di Università e Politecnico a Torino (qui abbozzata in maniera necessariamente rapida ed evidentemente incompleta) dovrebbe essere condotta in parallelo all'analisi del limiti presenti nelle accademie torinesi che, a volte, con difficoltà sono riuscite a confrontarsi con la migliore produzione scientifica a livello internazionale, limitandosi alla gestione dell'esistente. Vincoli di carattere organizzativo ed economico hanno certamente contribuito a questa situazione, ma vi è da chiedersi se ad alimentare tale realtà non sia stata, da una parte, una sorta di pretesa autosufficienza scientifica, dall'altra, la scarsità di stimoli ad aprirsi verso l'esterno e dall'altra ancora, la volontà di conservare assetti tutti interni all'accademia che, alla fine, hanno limitato le potenziali capacità degli atenei di concorrere a livello internazionale allo sviluppo della ricerca scientifica. Un unico esempio può segnalare questa scarsa coerenza tra immagine e realtà: a fianco di una certa circolazione di docenti provenienti da altri atenei italiani, infatti, è possibile rilevare - anche per gli anni più recenti - una limitata presenza di docenti formatisi in università estere quando, al contrario, ricercatori formatisi negli atenei torinesi hanno scelto (o sono stati costretti) a trasferirsi oltre confine, spesso in maniera definitiva. Se la stona dell'internazionalizzazione è fatta anche di partenze e di arrivi, si è costretti a constatare mestamente che sono state molte più le prime dei secondi.” GLI AUTORI – Dora Marucco è stata docente di Storia delle istituzioni politiche e sociali e di Storia e modelli della Pubblica amministrazione nella Facoltà di Scienze politiche dell’Ateneo torinese. È membro degli organi direttivi della Deputazione subalpina di Storia patria, del Centro Piero Gobetti, della Fondazione Nocentini. INDICE DELL’OPERA – Quale futuro per Torino internazionale. Introduzione di Piero Fassino - Dalle reti al paradigma competitivo. Prefazione di Piero Gastaldo - Una vocazione internazionale: l'evoluzione del modello nel corso di un secolo, di Dora Marucco e Cristina Accornero - Parte prima. L'internazionalismo nel rapporto centro-periferia - Municipalismo e reti internazionali nella scienza e nelle amministrazioni comunali all'inizio del XX secolo, di Patrizia Dogliani - Il movimento comunale italiano sulla scena internazionale nella prima metà del Novecento, di Oscar Gaspari - Circolazioni transnazionali e welfare municipale (1900-30). Il modello francese, di Renaud Payre - Parte seconda. La politica degli enti locali torinesi in tema di internazionalismo - Il contributo del Comune alla costruzione dell'Europa, di Cristina Accornero - L'Amministrazione provinciale ai tempi di Giuseppe Grosso, di Dora Marucco - Parte terza. L'internazionalismo del sapere - La dimensione internazionale della geografia torinese, di Egidio Dansero e Giuseppe Dematteis - Un Politecnico in Europa. La nascita di un ateneo in un contesto internazionale (1906-61), di Vittorio Marchis - Spazio e saperi, di Marta Margotti - Parte quarta. L'internazionalismo del mondo associativo professionale e imprenditoriale - Percorsi di internazionalizzazione dell'imprenditoria torinese (1896-1963), di Adriana Castagnoli - Il Centro estero delle Camere di commercio piemontesi, di Enrico Gennaro - Parte quinta. Le istituzioni internazionali a Torino - Nazioni Unite a Torino: perché?, di Gianfranco Gribaudo - L'Istituto universitario di Studi europei, di Giuseppe Porro - Anticipazioni e proposte in tema di europeismo nella cultura torinese, di Umberto Morelli - La diffusione della cultura delle Nazioni Unite nelle scuole torinesi: trent'anni d'impegno del Centro Unesco, di Maria Paola Azzario Chiesa - Relazioni internazionali e integrazione europea: il contributo della Compagnia di San Paolo agli studi, di Mario Gioannini – Appendice. Le Agenzie delle Nazioni Unite - Il centro Onu di Torino. Ricordi e considerazioni per il futuro, di Gian Giacomo Migone - I diversi ruoli delle Agenzie delle Nazioni Unite - Gli autori - Indice dei nomi
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