Curzio Malaparte. Una sofferta scrittura dentro la storia |
Aa. Vv. Curzio Malaparte (1898-1957) Edizioni Feeria / Comunità di San Leolino, pagg.250, € 13,00
IL LIBRO – La vita e l'opera in Malaparte sono così strettamente legate da rendere problematico un approccio semplicistico al suo percorso umano e artistico. Nato a Prato il 9 giugno 1898 da padre tedesco, Curzio Malaparte (pseudonimo di Kurt Erich von Suckert) fu una figura poliedrica: fondatore di numerose riviste, collaboratore di vari giornali, soggettista, sceneggiatore, regista cinematografico e teatrale, oltre che fecondo scrittore. Un'attività intensa e variegata, che ha reso sempre difficile la sistemazione critica di uno dei testimoni più attendibili di quella generazione di intellettuali che, nata durante il fascismo, conobbe tutte le esperienze letterarie tra le due guerre. DAL TESTO – “Malaparte, nel suo romanzo La pelle, ha forse più di tutto il coraggio di confrontarsi, in mezzo a tutte le miserie umane, con la figura di Cristo, in un faccia a faccia autentico, libero, anche se sofferto e sfiduciato forse fino alla disperazione. Tutto il libro, infatti, e in questo Cecchi aveva visto giusto, ha un ininterrotto dialogo, sullo sfondo, con la figura di Cristo. Dalle prime pagine, in cui, quasi di sfuggita, Malaparte descrive gli americani (quelli rosei e sorridenti in mezzo agli appestati) come dei bravi cristiani: «Voglio bene agli americani perché sono buoni cristiani. Perché credono che Cristo sia sempre dalla parte di coloro che hanno ragione. Perché credono che è una colpa aver torto, che è cosa immorale aver torto. Perché credono che essi soli san galantuomini, e che tutti i popoli di Europa son, più o meno, disonesti. Perché credono che un popolo vinto è un popolo di colpevoli, che la sconfitta è una condanna morale, è un atto di giustizia divina». GLI AUTORI – Alessandro Andreini, docente alla Gonzaga University di Firenze; Lorenzo Artusi, docente di materie letterarie all'Istituto "Marsilio Ficino" di Figline Valdarno; Carlo Fiaschi, critico letterario; Luigi Martellini, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'Università della Tuscia (Viterbo); Carmelo Mezzasalma, superiore della Comunità di San Leolino, scrittore e critico letterario; Enrico Maria Vannoni, preside e docente di filosofia e storia all'Istituto "Marsilio Ficino" di Figline Valdarno. INDICE DELL’OPERA – Lettere per la Toscana. Un'introduzione, di Carmelo Mezzasalma – Premessa - Gli autori - Il Cristo "proibito" di Malaparte. La croce, alcuni segni, la morte, di Luigi Martellini - Generare lo scrittore dall'opera: Luigi Martellini e la sua lettura di Malaparte, di Carmelo Mezzasalma - Rifondare la società. Il progetto politico di Malaparte nelle sue riviste, di Carlo Fiaschi - Paragrafi di letture malapartiane tra cultura e religiosità. Una lettura di Tecnica del colpo di Stato (1931), di Enrico Maria Vannoni - Curzio Malaparte tra provocazione e ricerca della fede. Una lettura di La pelle (1949), di Lorenzo Artusi - Toscana tra la terra e il cielo. Una lettura di Maledetti toscani (1956), di Alessandro Andreini - Indice dei nomi
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