Unità italiana e mondo adriatico-danubiano Stampa E-mail

a cura di Gizella Nemeth e Adriano Papo

Unità italiana e mondo adriatico-danubiano

Luglio Editore, pagg.317, € 19,00

 

nemeth_papo_unit  IL LIBRO – I rapporti storici, politici e culturali tra l’Italia e i popoli dell’area adriatico-danubiana si sono cementati nel corso del Risorgimento, anche come conseguenza della formazione e dello sviluppo in questi popoli di una coscienza nazionale, frutto dei profondi mutamenti avvenuti nella vita culturale, nella struttura sociale e nelle condizioni economiche che si verificarono tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento. Determinante fu la nascita di una nuova classe dirigente borghese, più attiva e intraprendente di quella magnatizia, che in parte rimpiazzò. I popoli dell’area adriatico-danubiana lottarono dunque per l’emancipazione politica e territoriale dagli stati cui erano soggetti, nella fattispecie gli imperi asburgico e ottomano. Furono pertanto le aspirazioni nazionali o verso l’autonomia o verso l’indipendenza a costituire il trait d’union tra questi popoli e l’Italia. Studiosi italiani e dell’Europa centrorientale affrontano in questo volume, valutandone la portata, il tema dell’influenza che il processo risorgimentale italiano esercitò sulle vicende politiche che interessarono i popoli dell’area adriatico-danubiana nel corso dell’Ottocento.

  DAL TESTO – “Il movimento liberale della prima metà dell'Ottocento fu un fenomeno europeo ma con forme ed effetti diversi a seconda del paese e della situazione sociopolitica del medesimo. Infatti, nei grandi stati indipendenti dell'Occidente lo spirito nuovo tende a cambiamenti sociali e politici e si afferma nell'esigenza di una completa libertà politica. Per contro, in Italia e nell'Europa centrale, dove convivono gruppi multietnici e plurilinguistici, al diffondersi dell'idea romantica di nazione l'obiettivo comune diventa invece la conquista dell'indipendenza e di una propria e autonoma vita nazionale: italiani, ungheresi, ma anche slavi e rumeni aspirano all'emancipazione dal giogo straniero.
  “All'inizio però anche in Ungheria la questione è anzitutto politica; si parla forse di autonomia ma non ancora di completa indipendenza dal dominio asburgico. L’autonomia nazionale era stata infatti violata, con gravi ripercussioni anche sulla sfera economica, mentre la nobiltà magiara s'era vista alienare il proprio potere politico a tutto vantaggio del centralismo asburgico: l'Ungheria correva insomma il rischio di essere assorbita nella compagine dell'Impero e di essere trasformata né più né meno che in una semplice provincia austriaca senza la propria identità politica e culturale. A ogni modo l'Ungheria si trovava pur sempre in una situazione migliore rispetto all'Italia, che esisteva soltanto come entità culturale o espressione geografica, mentre essa aveva conservato il proprio status di regno, anche se il sovrano era lo stesso imperatore d'Austria.”

  I CURATORI – Gizella Németh (Eszterháza, Ungheria) si è laureata in Storia presso l’Università di Trieste col punteggio di 110 e lode. È anche membro della Società Ungherese di Storia e dell’Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei di Gorizia. È socio fondatore e vicepresidente dell’Associazione Culturale Italoungherese del Friuli Venezia Giulia “Pier Paolo Vergerio”. È condirettrice della Collana di Studi e Documenti Italia-Ungheria delle Edizioni della Laguna di Mariano del Friuli (Gorizia). È risultata vincitrice dell’VIII Edizione (2001) del Premio Internazionale Speciale di Saggistica “Salvatore Valitutti” per l’«Opera Prima» Storia e cultura dell’Ungheria. Dalla preistoria del bacino carpatodanubiano all’Ungheria dei giorni nostri, Rubbettino, Soveria Mannelli 2000. Ha organizzato, curandone la pubblicazione degli atti, diversi convegni internazionali di studi (“Hungarica Varietas. Mediatori culturali tra Italia e Ungheria”, Udine 2002; “Da Aquileia al Baltico attraverso i Paesi della nuova Europa”, Udine 2004; “L’Umanesimo latino in Ungheria”, Budapest 2005; “Mazzini e il mazzinianesimo nel contesto storico centroeuropeo”, Trieste, 2005; “I cent’anni di Attila József”, Trieste e Szombathely, 2005). Ha curato la versione ungherese del libro Gorizia: Mille anni di una città del Centro Europa [Gorizia: egy közép-európai város ezer éve], Mariano del Friuli, 2002 e ha tradotto diversi articoli di argomento storico dall’ungherese in italiano. Collabora con le riviste: “Ambra. Percorsi di italianistica” di Szombathely (Ungheria), “Nuova Corvina” di Budapest e “Transylvanian Review” di Cluj-Napoca (Romania).
  Adriano Papo (Trieste 1948), si è laureato presso l’Università di Trieste in Ingegneria chimica nel 1973 (110 e lode) e in Storia nel 1995 (110 e lode). È professore presso l’Università degli Studi di Udine. È anche membro della Società Ungherese di Storia, della Società Internazionale di Studi Ungheresi e dell’Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei di Gorizia. È socio fondatore e primo presidente dell’Associazione Culturale Italoungherese del Friuli Venezia Giulia “Pier Paolo Vergerio”. È condirettore della Collana di Studi e Documenti Italia-Ungheria delle Edizioni della Laguna di Mariano del Friuli (Gorizia). È risultato vincitore dell’VIII Edizione (2001) del Premio Internazionale Speciale di Saggistica “Salvatore Valitutti” per l’«Opera Prima» Storia e cultura dell’Ungheria. Dalla preistoria del bacino carpatodanubiano all’Ungheria dei giorni nostri, Rubbettino, Soveria Mannelli 2000. Ha organizzato, curandone la pubblicazione degli atti, diversi convegni internazionali di studi (“Hungarica Varietas. Mediatori culturali tra Italia e Ungheria”, Udine 2002; “Da Aquileia al Baltico attraverso i Paesi della nuova Europa”, Udine 2004; “L’Umanesimo latino in Ungheria”, Budapest 2005; “Mazzini e il mazzinianesimo nel contesto storico centroeuropeo”, Trieste, 2005; “I cent’anni di Attila József”, Trieste e Szombathely, 2005). Collabora con le riviste: “Ambra. Percorsi di italianistica” di Szombathely (Ungheria), “Nuova Corvina” di Budapest e “Transylvanian Review” di Cluj-Napoca (Romania).

  INDICE DELL’OPERA – Prefazione. L’Italia e i popoli ‘oppressi’ del Danubio nell’età del Risorgimento, di Gizella Nemeth e Adriano Papo - Unità italiana e indipendenza ungherese. Lo spirito collaborativo italomagiaro nell’età del Risorgimento, di Gizella Nemeth e Adriano Papo - La Legione ungherese contro il brigantaggio negli anni 1860, di László Pete - Risorgimento italoungherese nel romanzo di Giovanni Verga “Sulle Lagune”, di Imre Madarász - La comunità italiana nella città portuale di Galaţi nel periodo del Risorgimento (1830–1856), di Constantin Ardeleanu - Solidarietà latina rumeno-italiana. Solo un’illusione?, di Davide Zaffi - Una rilettura dei rapporti tra serbi e italiani nel Risorgimento, di Antonio D’Alessandri - Fiume nel 1861. Italianità, difesa dell’autonomia e risorgimento nazionale croato sulla «Gazzetta di Fiume», di Kristjan Knez - Trieste e l’unificazione italiana, di Ester Capuzzo - Il nemico del Risorgimento: l’impero asburgico di Francesco Giuseppe. Legami e contrasti con la dinastia sabauda. I movimenti nazionali e la Duplice Monarchia, di Roberto Coaloa - Una reciproca inimicizia: l’Italia e la monarchia austroungarica dopo l’unità italiana in alcuni contributi storiografici, di Alessandro Rosselli - Alla ricerca di un nuovo equilibrio. L’Italia unita e il mondo adriatico-danubiano fra pulsioni irredentiste e bisogno di sicurezza, di Gianluca Pastori - L’esercito imperiale asburgico 1859-1866. Valutazione di un esercito dall’esperienza del campo di battaglia, di Giovanni Cerino-Badone - Prigionieri austroungarici in Calabria durante il primo conflitto mondiale, di Gianni Aiello - L’Unità sofferta: la narrativa fuori dal coro, di Antonio Donato Sciacovelli - Lacerazioni del Risorgimento. Le lunghe ombre del processo unitario, di Fulvio Senardi