C'era una volta la Libia |
a cura di Antonello Biagini C'era una volta la Libia Miraggi Edizioni, pagg.128, Euro 9,90
IL LIBRO – 1911-2011. La Libia torna alla ribalta della cronaca a cent’anni esatti dalla guerra italiana per la conquista della “quarta sponda”, con cui tardivamente l’Italia cercava un “posto al sole” tra le potenze coloniali. Un secolo di sviluppi politici di un Paese vicino, dove l’Italia (e non solo) ha sempre avuto interessi strategici, e molti italiani hanno vissuto. Contemporaneamente, una terra lontanissima e sconosciuta. Vengono messi in parallelo (con le dovute cautele) la guerra italiana contro l’Impero ottomano per la conquista di Tripolitania e Cirenaica (1911), poi unificate dall’Italia nella colonia di Libia (1934), con i successivi sviluppi della storia del paese nordafricano: l’indipendenza e il passaggio dalla Libia monarchica a quella di Gheddafi, per giungere fino all’attuale conflitto. Un approfondimento non accademico, ma serio e rigoroso, curato dal professor Antonello Biagini dell’Università di Roma La Sapienza. DAL TESTO – “Sebbene Tripoli non abbia mai rinunciato alle sue rivendicazioni, talvolta plateali, nei confronti di Roma, una volta morto Gamal Nasser e superata la fase magmatica post-rivoluzionaria, la Libia è andata alla ricerca di una nuova fonte di legittimazione interna e di un riposizionamento internazionale. Il mutamento di prospettive ha trovato la sua formulazione, sia teorica che pratica, nella pubblicazione del Libro verde (1975), un pamphlet in cui il Colonnello teorizzava la creazione di uno "Stato delle masse", e l'istituzione della Jamāhīriyya Libica Araba Socialista (marzo 1977), che nella volontà del suo ideatore avrebbe dovuto costituire una forma moderna di democrazia diretta. La Libia ha così cominciata a identificarsi in una rivisitata forma di socialismo, che è stata associata a una violenta contestazione del potere degli Stati Uniti sui paesi arabi e africani, all'attacco nei confronti dei regimi arabi moderati e di Israele e al sostegno fornito a un ampio numero di cause "rivoluzionarie". Assumendo queste posizioni, Gheddafi ha tentato di colmare il vuoto politico che nella regione si è aperto con il progressivo mutamento della posizione del Cairo nella partita della guerra fredda. L’Egitto, che a partire dal 1948 era considerato il principale avversario regionale degli israeliani e, per proprietà transitiva, degli americani, per ovviare alla parabola politica discendente innescata dall'empasse delle guerre del 1967 e del 1973, già verso la metà degli anni Settanta si apprestava a un cambiamento di campo che si sarebbe materializzato nella sigla degli accordi di pace di Camp David (settembre 1978).” GLI AUTORI – Andrea Carteny, ricercatore universitario di Storia dell’Europa Orientale presso l’Università di Teramo e docente di Storia e cultura delle minoranze nazionali presso l’Università di Roma La Sapienza. Dottore di ricerca in Storia d’Europa presso la Sapienza, è caporedattore del «Mediterranean Journal of Social Sciences» e segretario del Comitato di Roma dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. IL CURATORE - Antonello Biagini è professore ordinario di Storia dell’Europa Orientale e prorettore per la Cooperazione e i Rapporti Internazionali presso l’Università di Roma La Sapienza. Consulente dal 1971 dell’Ufficio Storico dell’Esercito, ha curato la pubblicazione di numerosi documenti dello Stato Maggiore Esercito. Componente della Commissione Nazionale di Storia Militare, è stato presidente della Società Italiana di Storia Militare ed è presidente del Comitato di Roma dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. INDICE DELL’OPERA - Introduzione, di Antonello Biagini - Il 1911 e l'intervento italiano in Libia: dalla relazione breve dello Stato Maggiore Esercito Italiano, di Andrea Carteny - Il mito della "quarta sponda" e il dibattito sulla conquista, di Roberto Reali - La politica internazionale italiana e l'ordine nel Mediterraneo, di Gabriele Natalizia – Cronologia, a cura di Roberto Reali - Appendice illustrata, a cura di Roberto Sciarrone e Antonello Battaglia - Gli autori
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