Storie di esilio, di fuga e di deportazione |
a cura di Delfina Tromboni Storie di esilio, di fuga e di deportazione Casa Editrice Tresogni, pagg.176, Euro 15,00
IL LIBRO – "Nemici in patria". Così vennero definiti gli ebrei italiani dal regime fascista che entrava in guerra e come tali trattati. Per loro in quanto ebrei (e non più soltanto per gli ebrei antifascisti) si aprirono i campi di internamento, triste preludio alle successive deportazioni nei campi di concentramento e di sterminio. nemici in patria erano considerati – pur senza essere dichiarati tali - anche gli antifascisti in genere, repubblicani, comunisti, socialisti, apolitici che fossero, per i quali si aggiornò il termine già in uso per quanti, fin dall'istituzione del Casellario politico centrale sul finire dell'Ottocento, si erano in qualche modo opposti al potere costituito: individui pericolosi per la sicurezza dello Stato. Anche gli antifascisti conobbero la diaspora, che caratterizzò ancora una volta, nei secoli, il popolo ebraico. A questa diaspora, quindi alla fuga, all'esilio e alle deportazioni, è dedicato questo libro, che getta uno sguardo, puramente esemplificativo, anche su chi, emigrato clandestinamente a causa della propria opposizione al fascismo, finì poi nei gulag sovietici. Diaspora significa però anche produzione, ovunque si fosse, di pensiero, arte, cultura, modi di vivere, di pensare, di operare, persino di cucinare, che la comunanza di destino e di radici rendevano decifrabili a partire da codici, appunto, comuni. Lo sguardo su tale aspetto delle forzate emigrazioni novecentesche è un'altra caratteristica di questo libro. Che parla di uomini e donne ferraresi, emiliani e romagnoli, gente comune che ha fatto la storia del Novecento, secolo terribile e grande nello stesso tempo, non sempre per averlo scelto, sempre per averlo attraversato con dolente umanità e dignità. DAL TESTO – “[…] il presunto filo-semitismo di Italo Balbo sembra, piuttosto, evidenziarsi come un atteggiamento di facciata che finì per proteggere una parte, quella maggiormente abbiente e collusa con il fascismo, dell'ebraismo locale, facendo nascere il dubbio che il massimo gerarca ferrare si fosse mosso, principalmente, per tutelare amici o elementi che lo avevano sostenuto politicamente. I fatti dimostrarono che, per gli appartenenti alle classi sociali maggiormente abbienti la salvezza fu più semplice da perseguire, anche se non sempre scontata, mentre gli altri restarono a lottare contro una realtà sempre più dura e drammatica e in molti finirono per essere deportati e per morire lontani dalla propria terra.” LA CURATRICE – Delfina Tromboni vive e lavora a Ferrara, dove opera come ricercatrice presso il Museo del Risorgimento e della Resistenza, per il quale coordina la collana "Fonti e strumenti per la storia locale" (con G.R Borghi). Autrice di numerosi saggi e volumi di storia locale e di storia delle donne, è membro ordinario della Società Italiana delle Storiche e si occupa di ricerca e di documentazione di genere. In questo ambito, nel 2002 ha curato la Guida agli archivi dell'Unione Donne Italiane (con Marisa Ombra, edizioni del Ministero per i Beni e le attività culturali, Quaderni della rassegna degli archivi di stato, 100) e Volevamo cambiare il mondo. Memorie e storie delle donne dell'Udì in Emilia Romagna (con Caterina Liotti et al., Carocci editore). INDICE DELL’OPERA - Nota della curatrice - Saluto del Vice Sindaco Massimo Maisto, Assessore alle politiche e alle istituzioni culturali del Comune di Ferrara - Donne ebree in fuga: la Comunità Israelitica ferrarese tra storia e persecuzione fascista, di Antonella Guarnieri - Impegno e attività sionista di Nino Contini, di Bruno Contini - Da Pontelagoscuro ai gulag attraverso l’emigrazione antifascista: Elodia e Lino Manservigi, di Delfina Tromboni - Milieux familiari e culturali ebraici nell’emigrazione politica e antifascista: i casi di Angelica Balabanoff e delle tre sorelle Seidenfeld, di Sara Galli - Deportati ferraresi per motivi politici: inizio di un percorso, di Davide Guarnieri - La svastica sul castello estense. La presenza tedesca in provincia di Ferrara (1943-45), di Andrea Rossi - Il campo di Fossoli come centro di raccolta di manodopera: agosto-novembre 1944, di Roberta Mira - Prigionieri e internati a Fossoli (Modena) 1942-44, di Claudio Silingardi - Josef ibn Shraga famoso kabbalista di Argenta, di Luciano Meir Caro – “Membra disiecta”. Esemplari di tradizione ebraica nelle collezioni antiche della Biblioteca Ariostea, di Mirna Bonazza - La memoria è una realtà intrecciata in ogni momento con l’oblio, di Piero Stefani (discussant) - La trasmissione della memoria, di Dianella Gagliani (discussant) - Scheda Tecnica. Documenti d’archivio per le leggi razziali del 1938, di Gianpiero Nasci
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