Uomini e volti del Fascismo |
a cura di Ferdinando Cordova Uomini e volti del Fascismo Bulzoni Editore, pagg.580, Euro 30,99
IL LIBRO – Malgrado si siano succeduti, nel corso degli anni, numerosi studi sul Fascismo, mancava un panorama della sua classe dirigente o, più esattamente, degli uomini che, assieme a Mussolini, furono alla ribalta della vita politica italiana tra le due guerre e contribuirono, spesso in modo determinante, all'affermarsi del fenomeno. Tali uomini impersonarono, ciascuno, un proprio fascismo ed il Regime - quale noi lo conosciamo - fu il risultato dei contrasti fra gli interessi che essi, sovente, rappresentarono ed i fini che, comunque, perseguirono. DAL TESTO – “«I capi non possono e non devono essere prigionieri dei gregari», scrisse il gerarca Carlo Scorza. In tali parole c'è una accurata descrizione del ruolo dei gerarchi negli ultimi anni del fascismo. Essi erano distaccati dal popolo italiano, imbevuti di retorica romanità, mediatori di favoritismi clientelari nell'enorme sottobosco burocratico di un regime permeato di corruzione. Tipi di gerarchi differenti, quali Farinacci, De Bono e Bottai, potevano dichiarare il loro dissenso sulla direzione presa dal fascismo, ma la responsabilità è sia loro che del «duce». Essi si erano totalmente isolati dalla vita del popolo italiano, architettando intrighi l'uno contro l'altro nella corte del loro imperatore. Negli ultimi anni predominò l'irrealtà. Fatta eccezione per Bottai, essi erano così profondamente imbevuti della loro stessa retorica da non rendersi conto che agivano nel vuoto. L'episodio finale del 25 luglio 1943 è simbolicamente appropriato e storicamente significativo, in quanto i gerarchi - consci alla fine della loro impotenza e della loro incapacità a svolgere un ruolo indipendente - furono solo capaci di impegnarsi in un complotto di palazzo, lacchè di corte che si rivoltavano vendicativamente contro il loro leader. I gerarchi non erano ancora consapevoli del loro totale fallimento con la distruzione della loro stessa base fascista e la bancarotta del loro intero regime.” IL CURATORE – Ferdinando Cordova, recentemente scomparso, è stato professore ordinario di Storia contemporanea presso l'Università “La Sapienza” di Roma. Ha insegnato anche Storia del Risorgimento e Storia dei Partiti Politici. Ha scritto importanti studi che hanno indagato la lotta politica e la cultura dell'Italia dall'Unità alla Repubblica. Ne ricordiamo alcuni: Arditi e legionari dannunziani; Le origini dei sindacati fascisti; Uomini e volti del fascismo; Democrazia e repressione nell'Italia di fine secolo; Alle radici del malpaese. Una storia di potere nell’Italia di fine ‘800. INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Ferdinando Cordova - Italo Balbo, di Claudio Segrè - Michele Bianchi, di Michele Fatica - Arturo Bocchini, di Paola Carucci - Giuseppe Bottai, di Francesco Malgeri - Galeazzo Ciano, di Marsha Lavine - Emilio De Bono, di Monte S. Finkelstein - Roberto Farinacci, di Harry D. Fornari - Luigi Federzoni, di Silvana Casmirri - Alfredo Rocco, di Emilio Gentile - Edmondo Rossoni, di Ferdinando Cordova - Arrigo Serpieri, di Stefano Lepre - Achille Starace, di Sandro Setta - Augusto Turati, di Philip Morgan - Giuseppe Volpi, di Roland Sarti - Il fascismo e i suoi gerarchi. Conclusioni, di Stuart J. Woolf - Gli autori - Indice dei nomi
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