«La bourse des idées du monde» |
a cura di Martina Grassi «La bourse des idées du monde» Olschki, pagg.XII-234, Euro 25,00
IL LIBRO – Lo scrittore, l’intellettuale, il viaggiatore, il politologo, il reporter. Chi fosse Malaparte resta una domanda aperta, oggetto di questo volume. E la Francia non fu per Malaparte semplicemente una meta dei suoi viaggi. Mai si sentì libero come in questo paese, di scrivere, pubblicare, di essere Malaparte. Un rapporto, quello con il milieu francese, reciproco e fondante per la sua personalità, analizzato da studiosi francesi e italiani con taglio comparatistico, imprescindibile per la comprensione dell’opera malapartiana. DAL TESTO – “Malaparte, anche se lo farà biologicamente, non volle sopravvivere alla guerra, alla disfatta, alla fine del suo mondo. La damnatio della liberazione, con i suoi riti in cui anche tanta menzogna pure si mescolava alla incontestabile verità umana del sollievo per la fine dell'incubo totalitario, resta agli atti della sua letteratura e della sua testimonianza più intima di repulsa del mondo uscito dalla guerra. Sandra Teroni indica lo scrittore di riferimento di questa «antropologia negativa», a cui si possono riportare le pervasive immagini del "marcio", e le declinazioni ossessivamente orgiastiche di decadenza: «visions à la Céline». La Francia malapartiana è una Francia céliniana. La minoranza maledetta. La visionarietà, fatta salva la superiorità stilistica del francese, è la stessa. È l'uomo a essere célinianamente «"pourriture en suspens", marcescenza in sospensione». Il marcio è nella natura. E però siamo ben oltre la soglia del naturalismo. Potremmo dire che la sensazione di un pauroso isolamento culturale (rispetto a quanto gli accadeva negli anni del primo dopoguerra) accentua in Malaparte una reazione stilistica fino a un espressionismo che decreta uno stato di souffrance universale. Non si tratta infatti solo di una sconfitta militare. A differenza che nella Rivolta dei santi maledetti, anch'esso céliniano ma con più esteriorità di effetti e verbosità di proclami, dove si parla di fronti, di eserciti, di battaglie vinte e perdute, i libri sulla seconda guerra sono libri civili, sulla civiltà, libri non di cose militari, libri sulla civiltà e sulla sua fine.” LA CURATRICE – Martina Grassi si è laureata in Letteratura francese all'Università di Firenze. Insegnante e editrice si interessa a Malaparte dal 2005. Nel 2007 si occupa con Francesca Goti delle iniziative dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Prato e della Biblioteca "A. Lazzerini" per il cinquantesimo anniversario della morte dello scrittore, tra le quali il convegno La bourse des idées du monde, l'antologia Malaparte 1957-2007. Trame d'autore, la mostra Il boulevard delle diversità, il corso di aggiornamento Prospettive malapartiane. Di prossima pubblicazione un profilo complessivo con bibliografia delle opere e della critica Curzio Malaparte a cura di M. Biondi e M. Grassi in Antologia degli scrittori pratesi. INDICE DELL’OPERA - Premessa – Introduzione, di Martina Grassi - Come rendere l'orrore. La lezione di Malaparte, di Dominique Fernandez - A Parigi nasce il grande Malaparte politologo, di Renato Barilli - Malaparte. L'Europa dei vinti, di Marino Biondi - Suckert-Sauser, variazioni pseudonimiche. Presentazione di due documenti autografi malapartiani ritrovati negli archivi cendrarsiani, di Luisa Montrosset - Malaparte e il surrealismo, di Giovanna Angeli – «Le ultime anime belle» e l'esistenzialismo, di Sandra Teroni - Sul Diario di uno straniero a Parigi, di Bruno Tessarech - Kaputt, dalla parte di Guermantes, di Jean-Claude Thiriet – Paul Morand e Malaparte. Le tentazioni del cosmopolitismo, di Emmanuel Mattiato - «Sempre Avanti» (1918-1919): Malaparte soldato e scrittore sul fronte francese, di François Livi - Gobetti e Suckert: affinità, tensioni e contrasti di un arduo confronto, di Giancarlo Bergami - Il rapporto tra l'autore e il traduttore, di René Novella - Schede biografiche degli autori - Indice dei nomi e delle opere eli Curzio Malaparte
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