L'inverno più lungo. 1943-44: Pio XII, gli ebrei e i nazisti a Roma |
Andrea Riccardi L'inverno più lungo. 1943-44: Pio XII, gli ebrei e i nazisti a Roma Laterza, pagg.424, Euro 18,00
IL LIBRO - Questa non è solo storia degli ebrei e dei loro persecutori a Roma, dall’8 settembre 1943 al 5 giugno 1944. È storia di un mondo: i collaboratori dei nazisti, i testimoni silenziosi, gli spaventati, i coraggiosi, la Chiesa. Ai tempi in cui Roma è città aperta e alla mercé dei tedeschi, tra le mura e i vicoli della città si consuma una guerra di fuggiaschi e nascondigli. È una guerra nascosta e cruenta che porta i civili in prima linea: cittadini, uomini e donne di Chiesa, Pio XII in persona. Né potrebbe essere diversamente visto che Roma, di fatto e per comune sentire, non è più la capitale dell’effimero regime fascista della Repubblica sociale ma in tutto e per tutto la città del papa. E come lui – caso unico e significativo di ‘resistenza alla guerra’ – non combatte l’occupazione ma nemmeno cede; resiste, si impegna a sopravvivere, aiuta i ricercati a nascondersi. Gli occupanti tedeschi lo avvertono e impongono il regime duro. In una Roma assediata dove le croci uncinate sostano sotto le finestre del papa, i nazisti catturano quasi duemila ebrei; muoiono nei campi di concentramento, alle Fosse Ardeatine. All’incirca diecimila, invece, sopravvivono nascondendosi in case private, nei conventi e nelle parrocchie, negli ospedali, nelle istituzioni e nei territori della Santa Sede. Taluni di quelli che sono venuti in aiuto ai perseguitati sono stati riconosciuti come ‘giusti’. Di molti – la maggioranza – si è persa ogni traccia. Lungo queste pagine Andrea Riccardi richiama dall’oblio la storia di uomini e donne comuni che, quando il male ha bussato alle loro porte, hanno mostrato un grande coraggio, hanno condotto una vita fuori dell’ordinario e sono poi tornati, semplicemente, a quella di ogni giorno.
DAL TESTO - "Libero Raganella, un giovane sacerdote orionino di meno di trent’anni, si trovava con un gruppo di ebrei in fuga, nei pressi della stazione Termini, il 16 ottobre 1943, giorno della razzia. Il coprifuoco si avvicinava. Dove andare? C’era vicino il monastero di clausura di Santa Susanna. La superiora fece qualche resistenza ad accogliere gli ebrei, tra cui alcuni uomini. Alla fine don Raganella disse: «Madre, lei non deve aprire la porta, deve solo togliere il catenaccio. La porta la forzo io. Non sarà stata lei a rompere la clausura, ma solo io». Così il gruppo trovò ospitalità nella clausura. Qualche giorno dopo, don Raganella andò a chiedere consiglio in Vicariato, la Curia diocesana di Roma. Aveva qualche scrupolo: «Hai fatto bene» – gli dissero. "Sembra un episodio romanzato, ma rappresenta la situazione in cui si trovarono ebrei, romani, uomini e donne della Chiesa. Che fare? Soprattutto dopo il 16 ottobre, quel sabato terribile della razzia degli ebrei. Allora, tante domande investirono le istituzioni e gli uomini della Chiesa, bussando alle loro porte. Gli ebrei in fuga non sapevano a chi rivolgersi. Erano tanti, specie nelle vicinanze dell’antico ghetto sul Tevere, dove si svolse la parte più massiccia della razzia. Trieste Melappioni era una ragazza che aiutava la famiglia a gestire un chiosco di vendita di libri usati sull’allora Viale del Re, oggi Viale Trastevere, al di là del Tevere, vicino al quartiere ebraico. Il suocero si accorse di quel che succedeva agli ebrei e le disse: «corri, va da Giacomino a Via dei Fienaroli, digli che debbono scappare». Si trattava d’una famiglia ebrea amica. Ma dove nascondersi? "Non era facile trovare una casa ospitale. Non si sa dove si sia rifugiata la famiglia avvertita dalla Melappioni. Aldo Gay fuggiva con il cognato proprio a Viale del Re. Si trovò la strada sbarrata: «i due cercarono di nascondersi, ma non c’erano nelle immediate vicinanze portoni o negozi, solo il misero locale di un carbonaio, il quale non li fece nemmeno parlare. Aveva capito tutto e indicò loro un vicino convento di suore». Queste li accolsero. Racconta Gay che erano talmente scorati che pensarono di consegnarsi ai tedeschi, ma «le suore – narra – ci scongiurarono di non farlo»."
L'AUTORE - Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, è storico del mondo contemporaneo e in particolare del Cristianesimo. Nel 1984 con il volume Pio XII, da lui curato e pubblicato per i nostri tipi, ha posto tra i primi il problema di una rinnovata considerazione di quel pontificato. È ordinario all’Università di Roma Tre.
INDICE DELL'OPERA - Prefazione - I. Dove andare? - II. La cittadella della clandestinità - III. Attività umanitaria e problemi politici - IV. Nella Città del Vaticano - V. La scelta politica - VI. Il giorno terribile - VII. Lo spazio della Chiesa - VIII. Un sistema che vacilla - IX. Alcune isole protette - X. Tra organizzazione e spontaneità - XI. L’ospitalità al femminile - XII. La scelta di aprire - XIII. Ebrei e cristiani - XIV. Pio XII, la Chiesa e gli ultimi mesi di occupazione - Note - Indice dei nomi |