Marco Travaglio
Ucraina, Russia e Nato in poche parole
PaperFIRST, pagg.248, € 16,00
Il conflitto tra Ucraina e Russia, che ha travolto l'Europa negli ultimi anni, ha radici che affondano in secoli di storia e di complessi legami geopolitici. La storia dell'Ucraina è una storia di tensioni identitarie, politiche ed etniche che l'hanno sempre vista divisa tra l'influenza della Russia e quella dell'Europa. Situata nel cuore dell'Europa orientale, l'Ucraina ha subito invasioni, lotte di potere e cambiamenti di confini, rimanendo sempre a metà strada tra l'Occidente e l'Oriente. La sua posizione geografica ha contribuito a delineare la sua complessa storia di subalternità e di resistenza, un Paese che ha visto alternarsi imperi e stati, dal dominio dell'impero zarista e sovietico alla breve ma travagliata indipendenza dopo la dissoluzione dell'URSS.
Nel contesto dell'era moderna, la questione ucraina è stata per decenni segnata da un forte contrasto tra l'aspirazione della nazione a stabilire una propria identità indipendente, e le interferenze provenienti dalle due superpotenze, la Russia da un lato e l'Occidente, in particolare gli Stati Uniti e l'Unione Europea, dall'altro. Il crollo dell'URSS nel 1991 ha segnato l'inizio di un nuovo capitolo nella storia dell'Ucraina, che ha ottenuto la sua indipendenza, ma che ha sempre dovuto fare i conti con la forte presenza russa nel suo territorio e la costante pressione politica, economica e militare. Il dibattito tra neutralità e alleanze politiche ha continuato a segnare la sua traiettoria, con la Russia che ha cercato di preservare la sua zona di influenza e l'Occidente che ha cercato di espandere i suoi legami geopolitici verso Est, includendo anche l'Ucraina nelle sue sfere di interesse.
Il 2014 ha segnato un punto di svolta decisivo nella crisi ucraina, che ha portato alla rivolta di Maidan, al rovesciamento del presidente filo-russo Viktor Yanukovich e all'annessione della Crimea da parte della Russia, con il conflitto che è poi sfociato in una guerra aperta nel Donbass. Il conflitto ha avuto una dimensione regionale, ma anche globale, divenendo un terreno di scontro tra la Russia e la NATO, con implicazioni che hanno coinvolto la politica internazionale in modo sempre più diretto.
Il libro di Marco Travaglio, "Ucraina, Russia e Nato in poche parole", propone una riflessione critica e diretta sui principali eventi che hanno portato alla guerra in Ucraina e sulle forze politiche ed economiche che si nascondono dietro a questa crisi. L'Autore, noto per la sua penna pungente e per la capacità di sintetizzare temi complessi, si propone di fare chiarezza sugli sviluppi recenti, analizzando le dinamiche geopolitiche, le responsabilità occidentali e le interferenze russe, con uno sguardo acuto sugli errori commessi e sulle implicazioni per l'Europa e il mondo intero.
Travaglio non si limita a raccontare la storia recente dell'Ucraina, ma offre un'interpretazione forte, critica e spesso scomoda di come la crisi ucraina sia il frutto di una serie di conflitti geopolitici che non solo vedono contrapporsi la Russia e l'Occidente, ma che coinvolgono anche interessi economici e affaristici molto complessi. L'Autore analizza l'indipendenza ucraina come un processo segnato da compromessi, fra le promesse di neutralità e la crescente ingerenza esterna, sia russa sia occidentale, che hanno portato il Paese a essere un campo di battaglia per l'influenza mondiale.
Travaglio sottolinea come la storia dell'Ucraina sia sempre stata una "storia a metà" – divisa tra Oriente e Occidente, tra le forze opposte di Mosca e di Bruxelles, tra passato sovietico e progetti di un futuro europeo. Le "rivoluzioni colorate", come la "Rivoluzione Arancione" del 2004 e l'Euromaidan del 2014, vengono analizzate non solo come espressioni di aspirazioni democratiche, ma anche come eventi manipolati da attori esterni, specialmente dagli Stati Uniti e dalle forze occidentali, che hanno spinto l'Ucraina verso una frattura irreversibile con la Russia. Secondo Travaglio, l'Occidente ha contribuito a esasperare le divisioni interne all'Ucraina, favorendo una retorica di lotta tra il "bene" della democrazia occidentale e il "male" del regime russo, senza tener conto delle complesse realtà storiche e culturali della regione.
Il libro non si limita a fare una cronaca degli eventi, ma si concentra sulle dinamiche politiche e geopolitiche che hanno portato alla guerra in Ucraina. Travaglio critica la NATO, accusandola di aver allargato la sua sfera di influenza troppo vicino ai confini russi, ignorando le legittime preoccupazioni di Mosca. La "sovranità" dell'Ucraina, nelle parole di Travaglio, è stata sacrificata su un altare di interessi strategici e geopolitici, con l'Occidente che ha cercato di espandere la sua influenza nell'ex zona di influenza sovietica, senza prendere in considerazione le conseguenze per la stabilità dell'Europa.
In particolare, l'Autore dedica ampio spazio agli interessi affaristici che hanno giocato un ruolo nelle vicende politiche ucraine, menzionando il coinvolgimento della famiglia Biden in Ucraina e mettendo in discussione la legittimità di certe azioni politiche ed economiche. La denuncia degli affari tra potere politico e interessi economici si intreccia con la critica al doppio standard occidentale, che condanna le politiche autoritarie di Putin, ma non esita a fare compromessi con i regimi più corrotti quando questi servono i propri interessi.
Un'altra critica che emerge dal libro riguarda la figura di Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino che, secondo Travaglio, ha adottato posizioni contraddittorie e incostanti durante il conflitto. L'Autore denuncia il voltafaccia di Zelensky, accusato di aver inizialmente aperto alla possibilità di negoziare con la Russia, per poi rigettare ogni tentativo di mediazione, cedendo alle pressioni della NATO. La guerra in Ucraina, nella visione di Travaglio, è quindi vista anche come un "suicidio dell'Europa", che non ha la forza di opporsi alla logica della guerra e che si lascia guidare da interessi geopolitici a scapito della pace e della stabilità.
"Ucraina, Russia e Nato in poche parole" è un libro che stimola una riflessione critica e complessa sugli eventi che hanno portato alla guerra in Ucraina, cercando di analizzare i fattori storici, politici ed economici che sono alla base di questo conflitto. Marco Travaglio, con il suo stile diretto e provocatorio, non si limita a raccontare i fatti, ma offre una lettura contestuale e critica che svela le contraddizioni e le responsabilità delle grandi potenze. Il libro non è un'opera che risponde a facili soluzioni, ma piuttosto un tentativo di chiarire le dinamiche che hanno portato a una crisi che sembra avere implicazioni globali ben più ampie di quanto inizialmente apparso. |