Roberto Festorazzi
Dino Buzzati Il male oscuro
Pietro Macchione Editore, pagg.272, € 30,00
La biografia di un autore come Dino Buzzati, la cui figura è ancora oggi circondata da un fascino enigmatico e multiforme, non può che essere il risultato di una riflessione profonda e articolata, in grado di intrecciare diverse dimensioni del suo essere: letterato, artista, giornalista e uomo dalle inquietudini esistenziali profonde. Con il libro "Dino Buzzati. Il male oscuro", Roberto Festorazzi si inserisce in un filone di studi biografici e critici che da tempo hanno cercato di svelare gli angoli più oscuri e nascosti della personalità di Buzzati, ma lo fa con un approccio distintivo e originale, volto a restituire il ritratto di un uomo complesso, diviso tra la luce della sua carriera artistica e la tenebra delle sue inquietudini interiori.
Dino Buzzati, morto nel 1972, è uno degli autori italiani più importanti del Novecento, la cui opera ha varcato i confini nazionali, guadagnandosi un posto d'onore tra i grandi della letteratura mondiale. Nonostante il suo interesse per la dimensione fantastica, la metafisica e il surrealismo, Buzzati non fu mai un autore di tendenze radicali o un outsider che rinnegava la sua realtà sociale e culturale. Piuttosto, fu un borghese "fuoriuscito", come definito da Festorazzi, che cercava di andare oltre le convenzioni e le sicurezze della propria classe sociale. Questo "fuoriuscire" dal perimetro di una realtà borghese oppressa dalla routine e dalla stabilità lo condusse a esplorare in modo incessante le pieghe più recondite della sua psiche e della sua società, con un occhio critico che travalicava le barriere di genere letterario.
Buzzati è un autore che ha saputo coniugare una produzione estremamente variegata, passando dalla narrativa al giornalismo, dalla poesia alla drammaturgia, dalla pittura alla scenografia. Questa poliedricità artistica e intellettuale gli ha permesso di essere una delle voci più significative della letteratura contemporanea, pur rimanendo, per certi versi, un autore incompreso e al di fuori degli schemi tradizionali.
Il suo capolavoro, "Il deserto dei tartari" (1940), ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama della letteratura europea del Novecento, un'opera in cui il tema dell'attesa e dell'insensatezza della vita si fonde con una riflessione sulla solitudine esistenziale e l'incomunicabilità. Tuttavia, il suo fascino non risiede solo nella sua scrittura, ma anche nel suo essere uomo, costantemente diviso tra il desiderio di affermare se stesso e la paura della propria condizione interiore, un uomo che si muoveva tra la luce della razionalità e le ombre dell'inconscio, tra il pragmatismo del giornalismo e l'abissale esplorazione del male che popolava la sua mente.
Il volume di Festorazzi, prima biografia completa dello scrittore, si inserisce in un contesto di studi che hanno cercato di indagare la psicologia complessa di Buzzati. Mentre in precedenti ricerche si era spesso insistito sulla sua produzione letteraria, Festorazzi si concentra su un aspetto fondamentale: l'individuo Buzzati, l'uomo fragile e tormentato che si cela dietro la figura di scrittore affermato. L'approccio di Festorazzi si distingue per la sua profonda attenzione ai dettagli biografici, avvalendosi di fonti inedite e testimonianze dirette, tra cui i colloqui con la vedova Almerina Buzzati, che permettono di fare luce su aspetti della vita privata e della psiche dello scrittore finora poco esplorati.
Il sottotitolo del libro, "Il male oscuro", contiene una chiara allusione a uno dei temi cardine dell'opera buzzatiana: il conflitto interiore e il senso di incompiutezza che pervade le sue opere. Buzzati è stato, infatti, un uomo segnato dal "male oscuro", una condizione di frustrazione e disperazione che si riflette nelle sue storie, dove i protagonisti sono spesso uomini solitari e alienati, incapaci di comprendere appieno la realtà che li circonda e, soprattutto, se stessi. Festorazzi coglie e articola questo aspetto con grande lucidità, restituendo un'immagine di Buzzati come uomo dalla personalità notturna, divisa tra la luce dell'intelletto e le ombre delle sue angosce esistenziali.
Ciò che colpisce maggiormente in questa biografia è la capacità di Festorazzi di rendere un ritratto di Buzzati non solo come autore, ma anche come persona, andando oltre la figura del "poeta maledetto" e descrivendo un uomo che viveva costantemente in bilico tra il desiderio di normalità e l'attrazione per il mistero e l'assurdo. Buzzati, nella sua condizione di "uomo del suo tempo", non è solo uno scrittore che esplora i recessi della sua mente, ma anche un uomo che osserva la società, con la sua apparente serenità e il suo disincanto. La sua scrittura diventa così una lente attraverso cui scrutare le pieghe più nascoste dell'esperienza umana.
Festorazzi evidenzia il lato più oscuro di Buzzati, quello legato alle sue sofferenze psicologiche e alle sue continue lotte interiori, eppure non trascura mai la grandezza dell'autore, la sua capacità di produrre opere straordinarie che hanno saputo anticipare le angosce e le paure del nostro tempo. Questo "male oscuro" è una delle chiavi per comprendere la modernità dell'opera buzzatiana, in cui l'elemento fantastico si intreccia a una riflessione profonda sull'esistenza e sulla condizione umana.
Il libro, pur avendo una forte componente psicologica e biografica, non manca di porre in evidenza l'evoluzione del pensiero artistico e letterario di Buzzati, e il suo rapporto con il mondo circostante. L'analisi delle sue opere meno conosciute, come i suoi scritti teatrali e le sue illustrazioni, arricchisce ulteriormente il quadro, fornendo una visione a 360 gradi della sua poliedrica carriera.
Festorazzi riesce a scorgere e illuminare gli angoli più nascosti della psiche buzzatiana, offrendo al lettore un'immagine inedita e affascinante di un uomo che, pur avendo raggiunto un successo letterario internazionale, rimase per tutta la vita un enigma, un "straniero" nella propria esistenza.
Questa biografia non solo colma una lacuna nella critica buzzatiana, ma arricchisce anche la nostra comprensione di un autore che, con la sua opera e la sua vita, continua a parlare al presente, ai nostri dubbi, alle nostre paure e alla nostra ricerca di senso. Festorazzi ha compiuto un lavoro importante, che offre spunti di riflessione non solo sulla figura di Buzzati, ma anche sulla condizione umana contemporanea, segnata dalle stesse inquietudini e ombre che affliggevano l'autore del "Deserto dei tartari".
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