Epitome di storia politica del Regno delle Due Sicilie Stampa E-mail

Ulderico Nisticò

Epitome di storia politica del Regno delle Due Sicilie
dall'8 dicembre 1816 al 13 febbraio 1861, e ancora


Città del Sole Edizioni, pagg.248, € 14,90

 


nisticò epitome  Il Regno delle Due Sicilie, costituitosi ufficialmente l'8 dicembre 1816 dalla fusione dei Regni di Napoli e di Sicilia, è stato uno degli Stati italiani preunitari più importanti, tanto per la sua estensione territoriale quanto per la sua influenza economica e culturale nel panorama mediterraneo. La sua esistenza si è conclusa, formalmente, con la resa della città di Gaeta il 13 febbraio 1861, ma la sua storia, contrassegnata da un susseguirsi di eventi interni e internazionali di grande rilevanza, è stata spesso oggetto di interpretazioni contrastanti.

  Nel corso della sua breve vita, il Regno delle Due Sicilie attraversò numerose fasi politiche e sociali: dalla fase di consolidamento borbonico post-napoleonico al periodo delle tensioni interne causate dalle spinte riformiste e liberali, fino all'impatto travolgente dei moti del 1848 e delle guerre di indipendenza italiane. L'unificazione italiana, che si concretizzò con la caduta del Regno e l'annessione al nuovo Stato unitario, fu un processo segnato da contraddizioni, incomprensioni e conflitti che spesso non trovano una giusta e adeguata trattazione nelle narrazioni storiche più tradizionali.

  Il volume di Ulderico Nisticò, "Epitome di storia politica del Regno delle Due Sicilie dall'8 dicembre 1816 al 13 febbraio 1861, e ancora", cerca di fornire una sintesi lucida e priva di pregiudizi sulle vicende politiche del Regno, senza cadere nel facilismo delle interpretazioni ideologiche. L'Autore si propone di restituire al lettore un quadro equilibrato, evitando di cedere a retoriche nostalgiche o denigratorie, e cercando di far emergere le cause profonde dei vari eventi che segnarono la fine del Regno borbonico e la sua integrazione nel nuovo Stato italiano.

  Nisticò comincia la sua narrazione storica con una panoramica generale sulla storia dei Borboni nel Meridione, risalendo al regno di Carlo di Borbone, che nel 1734 aveva conquistato il Regno di Napoli e avviato un processo di consolidamento che avrebbe dato vita a un periodo di relativa prosperità, in parte interrotto dagli eventi napoleonici e dalle guerre che sconvolsero l'Europa nel corso del XIX secolo. La crescita del Regno sotto i Borboni, seppur con molti limiti, fu segnata da un certo progresso nelle infrastrutture e nell'economia, anche se, come giustamente sottolinea Nisticò, le classi lavoratrici non furono mai pienamente coinvolte nei benefici di un'industrializzazione che, peraltro, non si sviluppò mai al ritmo degli altri Stati europei.

  Uno degli aspetti più interessanti dell'opera è la trattazione delle tensioni interne che segnarono la vita politica del Regno. L'Autore dedica spazio agli scontri ideologici e politici tra le forze liberali e conservatrici, senza limitarsi a una semplice cronaca degli eventi. In particolare, le riforme borboniche degli anni successivi alla fine dell'occupazione napoleonica vengono analizzate non solo in termini di effetti politici, ma anche sociali ed economici, con un'attenzione particolare agli sviluppi della proprietà fondiaria e alle difficoltà incontrate dalle classi più povere. L'analisi della rappresentanza politica e del sistema istituzionale borbonico è un altro tema centrale, che Nisticò affronta con equilibrio, senza cedere alla tentazione di giustificare acriticamente il regime, ma cercando di comprendere i limiti e le contraddizioni del sistema politico del tempo.

  Un altro punto fondamentale della trattazione è la crisi politica del Regno delle Due Sicilie dopo la morte di Ferdinando II nel 1859, che segna l'inizio di una fase di stagnazione e isolamento politico. Nisticò esplora come la vita politica e culturale del Regno si raffreddò, con un progressivo distacco da parte sia della monarchia sia delle élite intellettuali e politiche dai principali eventi europei e dalle sfide ideologiche del tempo. Questo fenomeno di decadenza è analizzato in relazione alla crescente difficoltà di adattarsi ai nuovi scenari europei e italiani, nonché alla mancanza di una visione chiara per il futuro del Regno.L'opera di Nisticò non manca di esaminare le rivolte siciliane e gli altri episodi di contestazione interna, che segnarono il periodo di crisi finale del Regno delle Due Sicilie. Il ruolo delle forze liberali, che cercarono di promuovere un processo di riforme e modernizzazione, è trattato con attenzione alle difficoltà e alle ambiguità che segnarono questi movimenti. In particolare, l'Autore non manca di evidenziare come la rivoluzione del 1848 e le successive sommosse abbiano avuto esiti contrastanti, con tentativi di cambiamento che si scontrarono con l'inerzia della monarchia e la resistenza di una parte significativa della popolazione, che restò fedele alla dinastia borbonica.

  L'unificazione italiana, infine, è trattata come il momento culminante della storia del Regno, ma Nisticò si sforza di evitare interpretazioni semplicistiche. La visione dell'unificazione come un processo esclusivamente imposto dall'alto, con l'annessione del Meridione senza un effettivo coinvolgimento delle popolazioni locali, è ben presente nell'opera, che però non manca di esplorare anche le responsabilità delle élite politiche borboniche, incapaci di affrontare le sfide del tempo in modo efficace.

  Il volume di Nisticò si distingue per un approccio analitico e sobrio, che evita il rischio di cadere nel narcisismo storiografico o nel revisionismo esasperato. L'Autore propone una visione del Regno delle Due Sicilie lontana dalle letture tradizionali che lo pongono o come un esempio di buono governo e prosperità, o come un regime irrimediabilmente oppressivo e retrogrado. Nisticò, pur non celando le difficoltà e le contraddizioni della dinastia borbonica, riesce a restituire al lettore una comprensione più sfumata della realtà politica, sociale ed economica del Regno, mettendo in evidenza le potenzialità mai pienamente espresse e le ragioni della sua crisi finale.

  Il libro si inserisce quindi come una proposta di lettura necessaria per chi desidera una visione più equilibrata e complessa della storia del Meridione d'Italia nel XIX secolo, lontana dalle narrazioni semplicistiche che spesso appiattiscono la ricchezza dei fatti storici. La ricostruzione storica di Nisticò, pur essendo un'epitome, riesce a rispondere a un'esigenza di approfondimento, restituendo una comprensione globale di un periodo cruciale per la storia dell'Italia e, in particolare, per la storia del Sud.

  "Epitome di storia politica del Regno delle Due Sicilie" si propone, dunque, come un contributo di valore al dibattito storiografico, un'opera che, pur nel suo intento di sintesi, riesce ad aprire molteplici prospettive sulla storia politica e sociale di un Regno che ha segnato indelebilmente il cammino dell'Italia.