Fabio Bozzo
Ucraina in fiamme Le radici di una crisi annunciata Seconda edizione rivista e aggiornata
Archivio Storia - Mattioli 1885, pagg.103, € 12,00
Questo agile saggio di Fabio Bozzo (collaboratore della rivista trimestrale "Storia Verità") offre una "guida informativa e non morale" (come scrive Daniele Scalea nella Prefazione) alla crisi ucraina sfociata dal 24 febbraio 2022 in un conflitto aperto tra Kiev e Mosca "che, purtroppo, farà scorrere sangue ancora per qualche anno".
L'Autore non ritiene che la guerra in corso "porterà ad uno scontro europeo generalizzato, né tanto meno ad una Terza Guerra Mondiale. In parte perché tutti i protagonisti della contesa sanno che l'unico vincitore di tale conflitto sarebbe la Cina. Nondimeno una ferita aperta nel cuore del Vecchio Continente è una ferita aperta negli animi di tutte le persone ragionevoli".
Dopo aver perso la Crimea nel 2014, "il Governo di Kiev non era assolutamente disposto a lasciarsi soffiare anche l'Est del Paese. Pertanto l'Ucraina è riuscita a riorganizzare l'esercito e a lanciare un'offensiva contro i separatisti, ottenendo in questo l'appoggio sia diplomatico che economico di gran parte dell'Occidente. D'altro canto Mosca non ha potuto effettuare un intervento massiccio come in Crimea, limitandosi a rifornire i separatisti di armi, equipaggiamento e "volontari". Vladimir Putin nella penisola sul Mar Nero ha scommesso grosso e ha vinto, ma tale vittoria gli è costata gravi sanzioni economiche, pertanto un'azione simile anche nell'Est ucraino avrebbe rotto una corda già fin troppo stretta. Nel 2014 il signore del Cremlino era ancora un abile scacchista, in possesso di una chiara percezione dei limiti da non oltrepassare. Percezione che si sarebbe offuscata nel giro di pochi anni".
Nell'aprile 2014, nel Donbass ebbe inizio una guerra "tra l'Ucraina supportata dall'Occidente e le province secessioniste supportate dalle Russia". Per otto anni – ricorda l'Autore – si è protratta "una guerra di posizione, con tanto di trincee, scambi d'artiglieria, pattugliamenti e fiumi di fango, che in tali dimensioni non si vedeva in Europa dai tempi del Fronte Occidentale della Prima Guerra Mondiale. Una guerra in gran parte dimenticata dai media internazionali, ma che in otto anni ha fatto crescere lentamente la conta dei morti, ha rallentato l'economia delle parti coinvolte (indirettamente anche della Russia) e, soprattutto, ha cresciuto una generazione di soldati psicologicamente predisposti ad una resa dei conti. Questo perché le forze dei ribelli filorussi controllavano circa un terzo del territorio delle due province interessate (le parti più meridionali ed adiacenti al confine russo), mentre i regolari ucraini avevano riconquistato i restanti due terzi, quelli che più s'addentrano nell'Ucraina propriamente detta".
Bozzo disapprova la decisione assunta da Putin di invadere l'Ucraina, ritenendo che essa finirà per impantanare la Russia "in una guerra logorante, sanguinosa e costosissima", rendendola "poco più che un reietto internazionale" e sprofondandola "in una devastante crisi economica". |