Ucraina in fiamme. Le radici di una crisi annunciata Stampa E-mail

Fabio Bozzo

Ucraina in fiamme
Le radici di una crisi annunciata


Mattioli 1885, pagg.77, € 6,00

 

bozzo ucraina  IL LIBRO – Parlare dell'Ucraina oggi significa parlare di una crisi ancora aperta e che, purtroppo, farà scorrere sangue ancora per qualche anno. L'Autore non crede che il conflitto nell'Est del Paese slavo arriverà ad allargarsi, nondimeno una ferita aperta nel cuore del Vecchio Continente è una ferita aperta negli animi di tutte le persone ragionevoli.
  "Il testo di Fabio Bozzo – scrive Alberto Rosselli nella Prefazione - getta un lampo di luce su una porzione di brumosa Eurasia che è forse in fase di mutazione genetica. Quello che un tempo appariva agli occhi degli occidentali come un monolite geopolitico non è più tale. La Russia non è più l'Urss, ma una nuova, grande potenza cristiano-ortodossa e l'Ucraina, anch'essa cristiana, non è più soltanto una nominale repubblica sovietica, ma un vasto Stato proteso, per tradizione antica, a dialogare con l'Ovest. Occorrerà vedere in quale misura quest'ultima tendenza, divenuta per Kiev impellente, sarà avvallata da Mosca, perché qui sta il problema, inedito. Mai nella sua Storia la Russia ha, infatti, tollerato eccessive intromissioni esogene occidentali nelle steppe dal ricco sottosuolo, preferendo dialoghi ed interscambi magari proficui, ma sempre gestiti a debita distanza."

  DAL TESTO – "Sebbene nessuno sia tanto ingenuo da credere che il suddetto referendum sia stato un esempio di cristallina democrazia, è anche palese che gli abitanti della Crimea nella loro maggioranza abbiano sinceramente gioito del cambio di nazionalità. Inoltre l'Occidente, nel non riconoscere la validità della consultazione, attua quello che, dal punto di vista delle relazioni internazionali, è il suo difetto più odioso: il doppiopesismo. In breve, dopo aver scoperchiato il vaso di Pandora appoggiando l'indipendenza unilaterale del Kosovo dalla Serbia, proclama illegale una situazione pressoché sovrapponibile in Crimea. Tale dicotomia si era già vista nella ex Jugoslavia: secondo la leadership politico-mediatica occidentale (specie quella di sinistra) era sacrosanto che i mussulmani di Bosnia avessero il diritto di separarsi da Belgrado, in nome del diritto all'autodeterminazione; ma quando i serbi di Bosnia cercarono di rendersi indipendenti da una Sarajevo governata dagli islamici, per tornare in Serbia, al contrario, come per magia, ad essere preminente diventò l'intangibilità delle frontiere. Il fatto è che, se da un lato la Serbia ed i serbi di Bosnia potevano essere piegati "solo" con le campagne aeree, dall'altro la Russia è un boccone assai più grosso da ingoiare. Quindi l'Occidente ha dovuto ripiegare su una guerra di tipo economico, attuando ai danni della Russia una serie di sanzioni economiche, a cui Mosca ha reagito con delle contro sanzioni."

  L'AUTORE – Fabio Bozzo, 32 anni, è il coordinatore ligure del movimento giovanile della Lega Nord. Diplomato al liceo classico Da Vigo di Rapallo, si è laureato in Storia all'università di Genova.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Alberto Rosselli - L'Ucraina come Paese: accenni etno-geografici - Sintesi della storia ucraina - Una travagliata indipendenza - Dall'oggi al domani: previsioni geopolitiche per l'Ucraina - Note