Culture atomiche Stampa E-mail

Laura Ciglioni

Culture atomiche
Gli Stati Uniti, la Francia e l'Italia di fronte alla questione nucleare
(1962-68)


Carocci Editore, pagg.404, € 39,00

 

ciglioni atomiche  IL LIBRO – Nel secondo dopoguerra, in un'epoca ribattezzata "età atomica" già all'indomani del lancio della bomba A su Hiroshima e Nagasaki, l'atomo (sia civile che militare) divenne una presenza costante, familiare e insieme minacciosa, per l'opinione pubblica internazionale nel contesto della Guerra Fredda. Il libro ricostruisce le mentalità sedimentate, le rappresentazioni diffuse e i mutevoli atteggiamenti della popolazione di fronte alla questione nucleare nel corso degli anni Sessanta. I tre contesti indagati – gli Stati Uniti, la Francia e l'Italia – consentono di mettere in luce, all'interno della comunità atlantica, differenze e, al tempo stesso, profonde consonanze nelle "culture atomiche" nazionali. Attraverso l'analisi della stampa a larga tiratura e di programmi televisivi, di documenti di archivio e sondaggi di opinione, di opere d'arte e prodotti della cultura di massa, il volume offre un quadro dei profondi mutamenti allora in atto, sulle due sponde dell'Atlantico, non solo in merito alla questione nucleare, ma a una molteplicità di temi che la rivoluzione dell'atomo evocava: le ambivalenze della modernità; la trasformazione della natura e la fine della società rurale in una fase di tumultuosa modernizzazione; il rapporto con la scienza e la tecnologia; infine, i problemi della pace e della guerra.
  Il libro è articolato in tre parti, ciascuna dedicata a un caso nazionale. Un primo capitolo in ognuno dei tre casi è dedicato ad analizzare, per ogni Paese, le stratificazioni di rappresentazioni e percezioni del nucleare accumulatesi negli anni che vanno dal 1945 alla vigilia della crisi di Cuba, in modo da poter individuare con quali stati d'animo diffusi ci si affacciò alla "grande paura" nucleare del 1962. L'analisi segue poi un andamento cronologico, addentrandosi nella seconda metà degli anni Sessanta - e dunque in un contesto che rimane inesplorato da larga parte dalla letteratura, anche per il caso americano - cercando di seguire, attraverso i mutamenti della cultura atomica, i più complessivi cambiamenti di sensibilità che segnarono la fine del "decennio del riformismo" Nelle conclusioni vengono avanzate riflessioni complessive di natura comparativa.

  DAL TESTO – "Il caso italiano sembra [...] essere la prova che lo strutturarsi dell'agenda politica, le posizioni dei gruppi e dei partiti, più che i temi in sé stessi, possono contribuire a comprendere le complesse dinamiche - e anche una certa volatilità - dell'opinione pubblica rispetto al nucleare. Peraltro, la distanza pur importante che separava aspirazioni popolari e ambizioni della classe politica in merito al nucleare non impedisce di rilevare come esistessero, anche in Italia, importanti, forse ancor più profonde consonanze di fondo, in tema di politica estera, tra la visione di ampie porzioni delle classi dirigenti e i sentimenti di vasti strati e settori dell'opinione pubblica, ad esempio nella tendenza a rappresentare l'Italia come paese fondamentalmente vocato alla pace e a svolgere un ruolo di mediazione.
  "Insomma, in via di conclusione più complessiva, la vicenda dell'Italia sembra confermare che di fronte al diffondersi di un'ansia "atomica" generalizzata e al crescente tabù associato all'uso delle armi nucleari i governi furono costretti a tenere conto, in qualche misura, se non altro nei modi della comunicazione, dell'opinione pubblica mondiale. Tuttavia, in analogia a quanto è stato sostenuto a proposito dell'efficacia dei movimenti di protesta contro la bomba, il peso degli orientamenti dell'opinione pubblica su temi come il nucleare, la guerra e la pace può essere meglio valutato nel suo impatto nel lungo periodo e misurato in termini di cambiamento delle mentalità e delle forme stesse della politica e della partecipazione, più che di impatto sulle singole decisioni governative nel breve periodo."

  L'AUTRICE – Laura Ciglioni insegna Storia politica, sociale e culturale dell'età contemporanea alla Sapienza Università di Roma.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Parte prima. Stati Uniti - 1. Superiorità nucleare e sublime atomico. Il dibattito in America dal 1945 al 1962 («The grinding decision» e la paura del fallou - Lo shelter craze e l'immaginario postatomico - Awesome sight e peaceful atoms - The Path to Peace – Which Way?) - 2. La crisi dei missili di Cuba (La fermezza ha vinto - From top to bottom) - 3. Let's Make the Test Pact Go for Us! Il dibattito sugli esperimenti atomici e sul disarmo (Un «roseo bagliore all'orizzonte» - «Una sensazione di imminente cambiamento» - Una pax atomica - Un ciclo di apatia e indifferenza verso il nucleare?) - 4. La crisi della nato, la Forza Multilaterale e la "nuova Europa" (L'avvio del dibattito sulla Forza Multilaterale - La "nuova Europa" - Le difficoltà degli alleati e la crisi del progetto di Forza Multilaterale) - 5. Hiroshima 1965 e le incertezze della distensione nella seconda metà degli anni Sessanta (Ricordando Hiroshima e Nagasaki - «From Hiroshima to...». Le paure legate al nucleare nell'era della flexible response strategy - Lo spettro della proliferazione - The détente is here to stay) - 6. Way of Nothingness (Ritorno a Bikini - Una sensibilità postmoderna - Nuove forme di arcadia nucleare) - Parte seconda. Francia - 7. Una potenza che mantiene il suo rango. Il nucleare in Francia dal 1945 al 1962 (Le Grand Débat - «Tra l'inferno e la ragione»: le promesse dell'atomo pacifico e la minaccia della bomba (1945-58) - Il bagliore di Hiroshima e la cultura francese negli anni Cinquanta - La scelta nucleare francese - L'operazione charme e chantage di de Gaulle) - 8. Di fronte alla crisi di Cuba (I "due K" - Un antiamericanismo quasi strutturale - Dopo Cuba) - 9. La «Jeanne d'Arc anti atomique» (Atomo e rigenerazione nazionale - Nous avons mieux qu'une «bombinette» - Una religione civile fondata sui progressi tecnologici del paese) - 10. L'opposizione alla force de frappe (La Marianna antigollista - Amis de la paix, restons ensemble! - Le organizzazioni antinucleari e il picco della mobilitazione contro la force de frappe) - 11. L'opinione pubblica francese tra antiamericanismo, neutralismo e visioni dell'Europa (Il ptbt e la fml: la «self-preoccupied coolness» dei francesi - I limiti e le debolezze dell'opposizione contro la bomba) - 12. Verso una nuova Yalta? (L'erosione della percezione di una comunità atlantica - Il condominio delle superpotenze - Una chiesa a Nevers - La Francia di de Gaulle e la bomba: una conclusione) - Parte terza. Italia - 13. La lenta costruzione di una "coscienza atomica" (1945-62) (L'isola della felicità - Tra desiderio di pace e primi mostri atomici - L'ingresso nell'era termonucleare e il culto dell'atomo pacifico - Tra movimento per la pace e no hard choices) - 14. Noi e Cuba (A less than ringing endorsement - Un'attesa vigile e composta - Una vittoria per la pace?) - 15. Il centro-sinistra, la minaccia nucleare e il "pacifismo" degli italiani (La guerra per caso non c'è stata - La questione nucleare acquista una nuova centralità - Il dibattito sul Partial Test Ban Treaty e sulla Forza Multilaterale - Un test per la distensione) - 16. Le incertezze della distensione (La tigre atomica e il rischio di escalation: le paure della distensione - Le "false notizie" dell'era atomica e la memoria di Hiroshima e Nagasaki - Il culto dell'atomo pacifico) - 17. Visioni della bomba di fine decenni (Tra banalizzazione e nevrosi atomica nel paese del miracolo economico - Verso il Trattato di non Proliferazione - Un paese troppo civilizzato per costruire l'atomica) – Conclusioni - Indice dei nomi