Il nazionalismo economico italiano Stampa E-mail

Luca Michelini

Il nazionalismo economico italiano
Corporativismo, liberismo, fascismo


Carocci Editore, pagg.106, € 13,00

 

michelini nazionalismo  IL LIBRO – Pubblicato da una piccola casa editrice di Milano nel 1999, questo saggio sul pensiero economico del nazionalismo italiano ha avuto una certa fortuna presso gli studiosi e mantiene ancora oggi la sua validità storiografica. Sono stati dunque minimi gli aggiornamenti apportati, soprattutto alla bibliografia. Sui singoli protagonisti di questa storia sono state pubblicate, talvolta, ricerche significative, che confermano le tesi sostenute dall'Autore. In altri casi, le ricerche apparse in questo intervallo di tempo non si sono occupate di uno degli argomenti più importanti: quello del nesso esistente tra l'impegno teorico degli economisti e la loro militanza civile. Esistono, poi, studiosi che hanno una visione differente da quella proposta nel testo, considerando autori come Enrico Barone o Maffeo Pantaleoni appartenenti alla tradizione liberale. La posta in gioco, in effetti, è notevole, perché alcuni degli economisti nazionalisti hanno contribuito alla fondazione della grammatica economica ancor oggi prevalente. La quale, d'altra parte, tende a espellere dal proprio discorso qualsivoglia riferimento alla storia del pensiero economico, giuste le indicazioni metodologiche di uno dei protagonisti del periodo, il già menzionato nazional-fascista Pantaleoni.
  Architrave dell'ideologia fascista, in Italia il nazionalismo economico vive della dialettica tra due scuole di pensiero: una liberista, l'altra corporativista. I protagonisti della prima furono Enrico Barone, Maffeo Pantaleoni e Vilfredo Pareto. Fautori di una teoria destinata a plasmare i manuali di economia in tutto il mondo, fino ai giorni nostri, essi furono avanguardia della comunità degli economisti nell'appoggiare l'ascesa di Mussolini al potere. Tra gli esponenti di maggior prestigio della seconda scuola di pensiero si annoverano Gino Arias, Filippo Carli, Corrado Gini, Alfredo Rocco. Con i loro scritti il fascismo tenterà di erigere una propria peculiare dottrina economica. L'analisi dei testi e dei contesti mette in luce i motivi di convergenza e quelli di divergenza tra le due correnti di pensiero, entrambe baluardo ideologico della radicale opposizione del fascismo alla tradizione politica e sociale del liberalismo, del socialismo e della democrazia.

  DAL TESTO – "Il dissenso tra Pantaleoni e Rocco è sul corporativismo inteso come soluzione da offrire al problema delle organizzazioni operaie. Più in particolare i punti del dissenso sembrerebbero vertere (uso il condizionale perché pubblicamente Pantaleoni e Rocco non ebbero mai alcuno scontro teorico e politico) sui seguenti argomenti: salario politico, arbitrato obbligatorio, sindacato obbligatorio e unico e controllato dallo Stato, pur se suddiviso per categorie.
  "Contro alcune di queste posizioni Pantaleoni si era già espresso nel 1901, insieme a Pareto: contro l'arbitrato obbligatorio e il sindacato unico, tesi avanzate dal riformismo socialista italiano e soprattutto francese per risolvere la questione dei rapporti tra capitale e lavoro. Tuttavia ai primi del Novecento Pantaleoni aveva anche assegnato al sindacato funzioni sociali (previdenza, collocamento ecc.), aveva insistito sulla necessità del riconoscimento giuridico dei sindacati, così da poterli trasformare in organi di controllo delle maestranze, aveva sottolineato l'importanza dei sindacati operai e industriali e della necessità di arrivare alla contrattazione collettiva per realizzare economie di costo e di scala."

  L'AUTORE – Luca Michelini è professore ordinario di Storia delle dottrine economiche presso il Dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa. Nelle sue pubblicazioni ha studiato i classici dell'economia e del pensiero socialista, dedicando particolare attenzione all'Italia e al dibattito sui sistemi economici. Dirige la rivista "Il pensiero economico italiano".

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione – Introduzione - 1. Il nazionalismo corporativista (Il manifesto teorico - Guerra e "scienza economica nazionale" - Il programma del dopoguerra) - 2. Il nazionalismo liberista (Guerra e leggi economiche - Il programma del dopoguerra) - 3. L'assalto alle istituzioni liberali (Il nazional-fascismo liberista - Un tentativo di egemonia liberista - Stato e impero) - 4. Alcune considerazioni sulla dialettica tra corporativisti e liberisti (La natura dello Stato e il ruolo delle corporazioni - Nazionalismo e liberismo tra il 1900 e il 1914 - La Grande Guerra e il nazionalismo italiano) - Indice dei nomi