Antivita di Italo Svevo |
Maurizio Serra
IL LIBRO – Protagonista indiscusso della modernità, Italo Svevo (1861-1928) continua a rappresentare un enigma, sfuggito finora anche alle più attente indagini biografiche. Uomo dalle molteplici identità, ebraica, triestina, italiana, racchiuse per due terzi della sua vita nell'uniforme impeccabile del figlio di una Mitteleuropa al tramonto, Svevo è in realtà un sovversivo che non accetta alcun dogma: dalla religione alla scienza, dalla psicanalisi al patriottismo. Sempre in lotta come Charlot contro 'ordigni' e 'rane' che lo assediano ogni giorno, è un nemico giurato della retorica e dei buoni sentimenti. La metafisica lo annoia, il lirismo lo lascia freddo, l'epica lo irrita, il sacrificio non fa per lui. Eppure, questo apolitico professo ha affidato al finale de La coscienza di Zeno una delle più alte e profetiche allegorie della guerra civile europea. L'antivita di Svevo si cela nella sua opera sfuggente, sinuosa, breve se misurata sul metro delle principali odissee letterarie del Novecento, che tuttavia non si finisce mai di esaminare nei suoi mille anfratti e interstizi. Come Borges, a lui affine per tanti versi, Svevo non sopporta l'esposizione in piena luce. Ma, a differenza di Borges, vede benissimo anche al buio. Non lascia impronte digitali ma semina oculatamente indizi. All'atto in cui sembra darci l'illusione di averlo stanato, riesce a nasconderci qualcosa, forse l'essenziale, che non è finzione. Quando rispose a un giovane amico inglese che il primo dovere di uno scrittore è la sincerità, Svevo era sincero. DAL TESTO – "La modernità di Svevo nasce dai suoi tentativi di metterci fuori strada. Quell'esemplare uomo mancato, posto alla confluenza di due periodi storici contrapposti, la fine dell'Ottocento dominatore e l'inizio del Novecento nevrastenico, può rivelarsi una guida affidabile in un ventunesimo secolo che sembra avanzare indietreggiando. Pochi scrittori ci sono a tal punto contemporanei, simili al «ridicolo animale eretto spaventato dall'enorme natura che lo circondava ostile...». Svevo va preso così: una parte di adesione e una di fuga, indissociabilmente avvinte. L'antivita, dunque, come condizione dell'opeara. L'Io, incapace di riconoscersi in quel che lo circonda, si sfoga nell'atto creativo a lungo inibito. Il dubbio è legittimo, lo specchio liscio come le foto seppiate di Ettore-Italo, dove l'autocontrollo si stempera in un sorriso ironico. Qualsiasi inchiesta poliziesca insegna che l'alibi ritenuto perfetto è il più facile da smontare. Da che arte cominciare allora, dove s'insinua la crepa? Svevo è scaltro. Occorre pazienza, metodo, vigilanza e pudore; gironzolare sul luogo del delitto, rifare dieci o venti volte l'itinerario del colpevole e delle vittime, posare la mano sulla ringhiera o la porta a vetri smerigliata dove forse la posava lui, perdersi nella contemplazione di facciate pesanti, di finestre bombate e di grate ornamentali in ferro battuto. E poi, seguire con l'occhio le distese di pini verso Muggia o Monfalcone, le chiatte cariche di tronchi, le barche dell'Alto Adriatico: guzzi, batane, bragozzetti. Si entra nel piccolo e lindo museo che gli è stato dedicato per consultare i fogli di carta velina scritti a macchina con il nastro rosso, attardarsi sulle immagini della proprietà familiare bombardata e saccheggiata alla fine della seconda guerra mondiale, sfiorare con lo sguardo una stampa, la penna d'oro regalo di fidanzamento, il violino del fratello Elio poi divenuto il suo. Ecco i quarantuno volumi superstiti della sua ricca biblioteca. Apriamone uno a caso: le pagine maculate, ingiallite, le dediche rotonde ci parlano di una vecchia Europa da cui ci separano le macerie della storia, il furore dei nazionalismi." L'AUTORE – Maurizio Serra (Londra, 1955), diplomatico e scrittore, è attualmente ambasciatore, rappresentante permanente d'Italia presso l'ONU e le organizzazioni internazionali a Ginevra. Tra le sue numerose opere tradotte in più lingue: "Il passeggero del secolo. Guerre. Rivoluzioni. Europe", con François Fejtö (2001) e "L'inquilino del Quai d'Orsay" (2003). Questa biografia di Svevo fa seguito a quella dedicata a "Malaparte vite e leggende" (2013) insignita del Prix Goncourt de la biographie, 2011 per l'edizione francese e del Premio Acqui Storia 2013 per quella italiana. La trilogia sarà completata l'anno venturo da un "D'Annunzio", in occasione degli ottant'anni della morte del Vate. INDICE DELL'OPERA – Introduzione. «Il ridicolo animale eretto» - Sigle delle principali edizioni citate - Parte prima. L'inetto (1861-1898) - Capitolo I. Ettore prima di Italo (1861-1886) - Capitolo II. Ettore con Italo (1887-1892) - Capitolo III. Ettore contro Italo (1892-1898) - Parte seconda. Il fuggitivo (1899-1922) - Capitolo I. «In un paese lontano...» - Capitolo II. «El Sior Zois» - Capitolo III. Metamorfosi di un Dottore - Parte terza. Il vincitore (1923-1928) - Capitolo I. L'ultimo uomo - Capitolo II. «La letteratura non fa per i vecchi» - Capitolo III. Morte e rigenerazione – Appendici (1. Svevo nel paese degli «Ex». Colloquio con Predrag Matvejević - 2. Zeno, antieroe esemplare del Novecento. Colloquio con Claudio Magris - 3. Il fiore di Livia, di forge Edwards) - Indice dei nomi |