Storia dell'arte nell'antichità Stampa E-mail

Johann Joachim Winckelmann

Storia dell'arte nell'antichità
Traduzione di Maria Ludovica Pampaloni


Casa Editrice SE – Studio Editoriale, pagg.328, € 35,00

 

winckelmann storia  IL LIBRO – Quando Winckelmann inizia a stendere i primi appunti della "Storia dell'arte nell'antichità" è il 1756. Winckelmann aveva allora trentanove anni (era nato a Stendal, nel Brandeburgo, nel 1717) e da pochi mesi si era stabilito a Roma. In Germania, dove aveva vissuto fino a quel momento, aveva studiato teologia, medicina e matematica nelle università di Halle e di Jena. Subito dopo aveva cominciato a lavorare, prima come insegnante e poi come bibliotecario, sottraendo alle ore di sonno il tempo per leggere Omero e Plutarco, Sofocle e i classici. «Di giorno, come uno schiavo, era se stesso solo a metà. Solo di notte la vita riaffiorava in lui: allora chiamava a sé gli antichi» scriverà Carl Justi, il suo biografo.
  L'opera uscì a Dresda nel 1764. Più di otto anni erano passati, dai primi appunti alla pubblicazione: otto anni di ampliamenti, di ripensamenti, di attese che lasciavano l'autore esausto e insoddisfatto. Lo testimoniano le parole beneaguranti con cui Winckelmann, in una lettera del febbraio 1764, commenta l'uscita del libro: «Cha vada in tutta la malora l'opera che m'ha occupato tanti anni senza frutto!».
  Quasi ad esaudire la richiesta, il libro ha vicende travagliate. Nel '66 esce una mediocre traduzione francese, che dà luogo a molti equivoci e spinge Winckelmann a pubblicare velocemente le "Note alla Storia dell'arte nell'antichità", con nuove descrizioni e nuovi dati, nella speranza di sottrarre lettori all'edizione tradotta.
  In questi stessi anni dà alle stampe il "Saggio sull'allegoria nell'arte" e i "Monumenti antichi inediti" (1767), il primo lavoro in lingua italiana. Ma le sue cure più assidue sono dedicate sempre alla "Storia", che resta in realtà il suo unico libro. Tutti i suoi saggi precedenti confluiscono infatti nella "Storia", e tutti i saggi successivi ne sono una rielaborazione o un arricchimento.
  Dal '67, in particolare, Winckelmann lavora intensamente a una seconda edizione, quasi raddoppiata, del saggio. Quando, l'anno dopo, trova la morte a Trieste, accoltellato da un giovane nella Locanda Grande che si affaccia su piazza S. Pietro (ora piazza Unità d'Italia), stava dando gli ultimi ritocchi all'opera. Il manoscritto andò perduto con lui.
  "Per Winckelmann – si legge nella postfazione di Elena Pontiggia) - la classicità comporta un'assenza di psicologia. Tutta la sua teoria, che sarà troppo a lungo accusata di freddezza, tende a vedere nell'arte non l'espressione dell'individuo, ma la ricerca dell'assoluto. L'arte aspira all'ideale, e l'ideale è l'oggettività dal punto di vista dell'eterno. Quella di Winckelmann non è un'arte senza vita, come sosterranno i romantici, ma un'arte senza artisti. [...] Ad una storia dell'arte come catena di biografie, quale era stata condotta da Plinio a Vasari, Winckelmann sostituisce per la prima volta una storia dell'arte come sequenza di opere. E le opere sono indizi non tanto della personalità del loro autore, quanto del mistero senza nome della bellezza, e come indizi vanno considerate. Nasce di qui l'attenzione implacabile ai particolari, la necessità di una visione diretta. L'occhio di Winckelmann è quello del cartografo, che non si chiede chi ha creato le montagne o le acque, ma ne indaga le apparenze, le manifestazioni. All'arte come intimismo, come diario privato dell'artista oppone l'arte come suprema impersonalità. Perché è solo oltrepassando la propria soggettività che ci si avvicina al divino. Allo stesso modo, anche osservare l'opera significa eludere se stessi. Dunque non si tratta di sentirsi rappresentati, ma al contrario di liberarsi di sé: vivere qualche attimo tra Delo e i boschi sacri della Licia, nel sollievo di un pensiero universale".

  DAL TESTO – "Il più nobile concetto di un'ideale giovinezza virile ha la sua immagine peculiare nell'Apollo, nel quale la forza degli anni maturi si trova fusa alle forme delicate della più bella primavera di gioventù. Queste forme sono grandi, pur nella loro giovanile unità, e non somigliano a quelle di un beniamino di Venere, che si aggira tra le ombrose frescure e che essa, per citare Ibico, ha allevato su petali di rose; sono bensì forme che si addicono a un giovane nobile e destinato a grandi mete: ecco perché Apollo era il più bello tra gli dèi. Questo giovane corpo è fiorente di salute e la sua forza già si annuncia come l'aurora di un giorno luminoso. Con questo io non voglio affermare che tutte le statue di Apollo siano di una bellezza così elevata: persino l'Apollo di villa Medici, infatti, tanto apprezzato dai nostri artisti e di cui son state fatte così numerose copie in marmo, se posso dirlo senza timore di commettere un delitto, è sì bello nella figura, ma nei singoli tratti, come le ginocchia e le gambe, è al di sotto della perfezione. Vorrei qui saper descrivere una bellezza quale difficilmente fu generata da stirpe d'uomo: è un genio alato nella villa Borghese, sotto forma di giovanetto leggiadro. Se la fantasia, pervasa da una bellezza individuale, quale s'incontra nella natura, e rivolta poi a contemplare quella bellezza che nasce da Dio e a Lui riconduce, si figurasse in sogno l'apparizione di un angelo, il cui volto fosse irradiato di luce divina e le cui forme apparissero come scaturite dall'armonia più sublime: tale si immagini il lettore questa bella figura. Si potrebbe dire che la natura ha plasmato, con il consenso divino, una tale bellezza su quella degli angeli."

  L'AUTORE – Johann Joachim Winckelmann (Stendal, Prussia, 1717 - Trieste 1768), archeologo ed erudito, promosse l'estetica del neoclassicismo, esercitando una enorme influenza sull'arte e sul gusto del suo tempo, e formulando un nuovo approccio metodologico che è alla base della moderna storia dell'arte.

  INDICE DELL'OPERA - Dedica – Premessa - Parte prima. Esame dell'arte relativo alla sua essenza - I. Origine dell'arte e cause della sua diversità presso i vari popoli - Parte prima (Concetto generico di questa storia. Inizio dell'arte con la scultura. Origine simile di questa presso i diversi popoli. Antichità dell'arte egiziana. L'arte dei Greci più tarda ma originale. Progressiva rappresentazione della figura con la testa. Con l'indicazione del sesso. Con la raffigurazione delle gambe, propria di Dedalo. Somiglianza delle prime figure degli Egiziani, degli Etruschi e dei Greci. Maggiore probabilità di una derivazione dell'arte greca da quella fenicia che da quella egiziana. Usanza simile presso questi tre popoli di contrassegnare le figure con iscrizioni. Spiegazione della somiglianza delle antichissime figure egiziane e greche. Proprietà dell'antichissimo stile del disegno) - Parte seconda (Primo materiale usato dagli artisti: l'argilla. I vasi d'argilla dipinti. Il secondo tipo delle figure in legno. In seguito in avorio. Quindi in pietra e dapprima in quella propria di ogni paese. In marmo, all'inizio usato solo per le parti estreme della figura. Le statue dipinte. Le figure in bronzo. L'arte di incidere le gemme e le pietre dure) - Parte terza (Influsso del clima sulla struttura fisica - In generale, e in particolare sulla struttura degli organi vocali. Struttura degli Egiziani. Dei Greci e degli Italiani. Aspetto della bellezza in un clima caldo. Bellezze superiori presso i Greci. Particolare dimostrazione di ciò – Influenza del clima sul modo di pensare - Dei popoli orientali e meridionali. Dei Greci. Differenze nell'educazione, nella costituzione e nel governo dei popoli. Presso i Greci. A Roma. Disposizione degli Inglesi all'arte. Definizione più precisa di questi concetti) - II. L'arte presso gli Egiziani, i Fenici e i Persiani - I. L'arte presso gli Egiziani – Cause dell'arte di questo popolo (Nella loro struttura. Nella loro indole e nel modo di pensare, nelle loro leggi, usanze e nella loro religione. Nella loro considerazione degli artisti. Nel sapere scientifico degli artisti) - Lo stile dell'arte egiziana (Lo stile più antico: nel disegno del nudo; caratteristiche di questo; in generale; dimostrate in particolare nelle varie parti del corpo: testa, mani, piedi. Raffigurazione particolare delle loro divinità e i segni che le accompagnano. Con particolare riguardo alle sfingi. L'abbigliamento delle figure dello stile più antico: la veste; altri elementi dell'abbigliamento e dell'ornamento. Dello stile successivo e più tardo dell'arte egiziana. Nel disegno del nudo: caratteristiche di questo; osservazioni specifiche generali. Dell'abbigliamento delle figure di questo stile. Imitazione delle opere egiziane sotto l'imperatore Adriano. In generale. Giudizio su particolari opere: dal punto di vista del disegno; dell'abbigliamento) - La tecnica dell'arte egiziana (Esecuzione delle loro opere. Del materiale usato dagli artisti egiziani: in legno, opere citate; in bronzo, opere di questo genere; in pietra: granito, basalto, alabastro, porfido, marmo) - Conclusione di questa parte parlando di una moneta - 2. L'arte presso i Fenici e i Persiani - L'arte dei Fenici (Natura del paese, struttura fisica degli abitanti, loro scienze, ricchezza e commercio. La raffigurazione delle loro divinità. Loro opere d'arte. Il loro abbigliamento. L'arte degli Ebrei) - L'arte dei Persiani (Dei monumenti della loro arte. La struttura fisica dei Persiani. Ragioni dello sviluppo limitato che l'arte ebbe presso di loro: per la loro repulsione a vedere corpi nudi; per il loro modo di vestire; per il loro culto. L'arte presso i Parti) - Riepilogo generale dell'arte di questi tre popoli - III. L'arte presso gli Etruschi e i popoli limitrofi - I. Gli Etruschi - Le circostanze esteriori all'arte (La libertà di questo popolo, che fu propizia all'arte. L'indole degli Etruschi, nella quale posson essere ricercate le caratteristiche delle loro opere d'arte. Le guerre sfortunate con i Romani e la caduta della loro costituzione, dalla quale fu impedito lo sviluppo della loro arte) - Loro modo di rappresentare gli dèi e gli eroi (Alcuni li avevano in comune con i Greci. Le loro particolari rappresentazioni di quelli erano in parte strane come presso i Greci antichissimi. Raffigurazione particolare dei singoli dèi: di sesso maschile; di sesso femminile. Rappresentazione degli eroi sui monumenti etruschi) - Indicazione delle principali opere etrusche (Piccole figure in bronzo e di animali. Statue di bronzo e di marmo. Lavori in rilievo - Gemme. Monete. Aggiunta: riguardo alle urne di perfido credute etrusche) - 2. Dello stile degli antichi Etruschi - Cenno generale - Diversi gradi ed epoche di questo stile (Lo stile più antico e le sue caratteristiche. Cenno al passaggio da questo stile a quello successivo. Il secondo stile degli Etruschi e sue caratteristiche. Illustrazione di questo. Dello stile più tardo degli artisti etruschi. L'abbigliamento delle figure etrusche) - 3. L'arte dei popoli confinanti con gli Etruschi - I Sanniti - I Volsci - I Campani - Indicazione di alcune figure dell'isola di Sardegna - Conclusione di questo capitolo - IV. L'arte presso i Greci - I. Ragioni e cause dello sviluppo e della superiorità dell'arte greca rispetto a quella degli altri popoli - Influenza del clima - La costituzione e il governo presso i Greci (La libertà. La premiazione degli esercizi fisici e di altri meriti con statue. Il modo di pensare favorito dalla libertà) - Il rispetto per gli artisti - Impiego dell'arte - La diversa età della scultura e della pittura - 2. Sull'essenza dell'arte - Del disegno del nudo, il quale si fonda sulla bellezza (Della bellezza in generale, e precisamente: del concetto negativo di questa; del concetto positivo, e anzitutto in generale. La raffigurazione della bellezza nelle opere d'arte: la bellezza individuale; la bellezza ideale. Le giovani divinità maschili. I diversi gradi della giovinezza: il fauno; concetto errato di uno scrittore circa la costituzione di questo; la giovinezza e la struttura di Apollo e di un bel Genio a villa Borghese; la giovinezza di altri dèi, di Marte in particolare; concetto errato di uno scrittore circa la struttura di quello; la giovinezza di Ercole; la giovinezza degli eunuchi in Bacco. Bellezza degli dèi nell'età matura e differenza tra un Ercole umano e uno divinizzato. Concetto della bellezza nelle figure degli eroi. Concetto errato di questa da parte di uno scrittore. Concetto della bellezza nelle divinità femminili. Osservazione generale sulla bellezza ideale. Dell'espressione nella bellezza come pure nei gesti e nell'atteggiamento: nell'Apollo Vaticano; la posa delle figure delle divinità maschili; l'espressione nelle figure dell'età degli eroi; osservata in particolare nella Niobe e nel Laocoonte. Cenno sull'espressione degli artisti moderni. Circa la proporzione: in generale; definizione più precisa di questa; in particolare, relativamente alla misura del piede, dove vengono confutate le supposizioni errate di alcuni scrittori. Definizione delle proporzioni del volto per coloro che disegnano. Sulla bellezza delle singole parti del corpo: del volto, e in particolare del profilo di questo, delle sopracciglia, degli occhi, della fronte, della bocca, del mento; delle altre parti estreme come pure delle mani e dei piedi; delle superfici e così pure del petto, del ventre e delle parti vergognose, del ginocchio. Cenno generale su questa trattazione. Sul disegno delle figure di animali dei maestri greci) - Il disegno delle figure femminili greche vestite (Della materia dell'abbigliamento: di lino e di altri tessuti leggeri, di cotone, di seta, di lana o panno. I tipi e la forma delle vesti femminili: la sottoveste; il busto; la veste; la veste quadrangolare, con le maniche strette e cucite, con altre maniche, della guarnizione della veste; della veste rimboccata e legata, e in particolare della cintura; il cinto di Venere; le figure senza cinto. Il mantello femminile e in particolare la sua forma circolare: il mantello grande; le nappine che vi si vedono; modo di indossare il mantello; il mantello doppio dei cinici; ulteriori indicazioni sul panneggio del mantello femminile. I mantelli corti delle donne greche. Del modo di ripiegare le vesti femminili. Dell'eleganza della veste femminile: dell'abbigliamento in generale; dell'acconciatura, in particolare della testa, dei piedi, delle braccia. Osservazione generale sull'eleganza delle figure femminili greche) - 3. Sviluppo e decadenza dell'arte greca, nella quale si possono distinguere quattro epoche e quattro stili - Lo stile più antico (Monumenti di questo: sulle monete; su una gemma; su opere in marmo. Caratteristiche dello stile più antico. Questo stile preparò quello elevato) - Lo stile elevato (Le sue caratteristiche. Ulteriori sue opere) - Il bello stile (Le sue caratteristiche, e in particolare la grazia. L'arte che ha per oggetto i fanciulli) - Stile degli imitatori, decadenza e fine dell'arte (A causa dell'imitazione, a causa dello zelo nei particolari. Supposizione sullo sforzo di alcuni artisti per uscire dalla decadenza dilagante nell'arte. Della cautela nel giudicare le opere originali o quelle che sono copie eseguite già anticamente. I tratti distintivi dello stile nel periodo di decadenza dell'arte. Del gran numero delle teste ritratte in confronto alle poche statue in questo periodo. Basso concetto della bellezza nell'ultimo periodo. Delle urne funerarie che sono quasi tutte di epoche più tarde. Del buon gusto, che si è conservato anche durante la decadenza dell'arte. Conclusione di questa terza parte con un eccezionale monumento di un'arte estranea e deforme, eseguito da artisti greci. Riepilogo di questa parte) - 4. Tecnica della scultura greca - Del diverso materiale lavorato dagli scultori greci e in particolare: del marmo e delle sue qualità - Del modo di lavorazione degli scultori (In generale. In particolare: lavorazione dell'avorio; lavorazione della pietra, marmo, basalto, porfido; lavorazione del bronzo, di per se stessa, della saldatura; delle più belle statue in bronzo; della doratura: in generale, i due tipi di doratura, la doratura del marmo) - 5. La pittura degli antichi Greci - Della pittura murale in generale - Delle pitture murali che si sono conservate (Un tempo scoperte a Roma. Le pitture di Ercolano. Descrizione di quattro dipinti venuti alla luce là ultimamente. Le pitture nelle tombe presso Corneto. Descrizione delle pitture scoperte fuori Roma in un luogo ancora sconosciuto) - Dell'epoca nella quale la maggior parte dei dipinti indicati furono compiuti - Se essi siano di artisti greci o romani - Della natura e della qualità della pittura murale - Conclusione di questo capitolo) - V. L'arte presso i Romani - 1. Esame dello stile romano nell'arte - Sulle opere di artisti romani (Con iscrizioni romane. Recanti il nome dell'artista) - Sull'imitazione di artisti greci o etruschi, come dimostra, particolarmente riguardo ai primi, un basamento di bronzo - Errata opinione circa un particolare stile romano (In seguito a spiegazioni errate. Per un malinteso rispetto verso le opere greche. Confutazione dell'opinione errata) - Storia dell'arte a Roma (Sotto i re. Nei primi tempi della repubblica. Fino alla 120a Olimpiade. Dopo la seconda guerra punica. Dopo la guerra contro il re Antioco. Dopo la conquista della Macedonia) - 2. Foggia delle vesti maschili presso i Romani - Abbigliamento del corpo (La sottoveste. La toga. Ornamenti delle vesti) - Abbigliamento delle parti del corpo (Della testa. Delle gambe. Le scarpe. I guanti) - Armatura del corpo (La corazza. L'elmo. Gli schinieri) - Parte seconda. Studio dell'arte presso i Greci secondo le sue vicende nel tempo - Premessa a questa seconda parte - L'arte dei tempi antichissimi sino a Fidia (Elenco degli artisti più famosi di questo periodo. Delle scuole d'arte, in particolare: a Sicione, a Corinto, nell'isola di Egina. Delle condizioni della Grecia fino a poco prima di Fidia: per quanto concerne la costituzione; delle altre opere d'arte antichissime di quest'epoca. Preparazione e occasione al fiorire delle arti e delle scienze in Grecia grazie ad Atene: liberazione degli Ateniesi dai loro tiranni; vittoria degli Ateniesi sui Persiani; sviluppo della potenza e del coraggio degli Ateniesi e degli altri Greci; la fioritura delle arti e delle scienze dovuta a quel fatto. Sviluppo dell'architettura e della scultura con la riedificazione della distrutta città di Atene. Artisti di questo periodo) - L'arte da Fidia ad Alessandro Magno (La guerra del Peloponneso: osservazioni generali sull'arte in questo tempo; artisti di allora. Durante la guerra del Peloponneso: paragone tra le condizioni dell'arte e quelle della poesia teatrale; artisti di questo tempo e citazione di alcune delle loro opere, in particolare della Niobe; confutazione dell'opinione che l'Apoteosi d'Omero sia di quest'epoca. Sorti dell'arte a causa della sfortuna di Atene in questa guerra, e dopo il ristabilimento della libertà. Artisti di questo periodo. Dopo la guerra del Peloponneso: artisti di questo tempo e principalmente Prassitele e le sue opere; Lisippo e le opere a lui falsamente attribuite. Sotto Alessandro Magno: la statua di Laocoonte, delle pietre intagliate supposte di Pirgotele, di questo periodo; dei busti di Demostene; di una statua di Giove Urio; del cosiddetto Toro Farnese) - Decadenza dell'arte dopo Alessandro Magno (Sotto i suoi immediati successori. Condizioni dei Greci e degli Ateniesi. Monete di questo tempo. Successive condizioni di Atene. Decadenza dell'arte in Grecia. Essa invece cominciò a fiorire: sotto i Seleucidi: sotto i Tolomei. Ipotesi sulla corruzione del gusto anche nell'arte, in questo tempo. Delle opere ritenute di questo periodo. Definitiva decadenza dell'arte in Egitto e nella Magna Grecia. E, in Grecia, a causa delle guerre intestine della Lega achea contro gli Etoli, nella quale entrarono anche i Romani, che, ottenuta la vittoria, dichiararono i Greci popolo libero. Nuova ma breve fioritura artistica in Grecia grazie alla libertà restituita dai Romani. Fioritura dell'arte in Sicilia. Famosi artisti ed opere di questo tempo. In particolare, descrizione del torso di Ercole nel Belvedere. Confutazione dell'attribuzione di alcune statue a questo periodo. I Romani portarono via dalla Grecia le opere d'arte più belle. Spegnersi dell'arte sotto i Seleucidi, Fioritura di questa sotto i re di Bitinia e di Pergamo. Scomparsa dell'arte greca in Egitto, e confutazione del Vaillant e di altri. Restaurazione delle arti in Grecia. Danni subiti a causa delle guerre mitridatiche e delle agitazioni in Grecia, nella Magna Grecia e in Sicilia) - L'arte greca sotto i Romani e i loro imperatori (Sotto Giulio Cesare: artisti ragguardevoli; opere dell'arte di questo tempo. Sotto Augusta; le opere: la statua di lui e di Livia; delle statue credute di Cleopatra; le gemme di questo periodo; di una cariatide di Diogene d'Atene; le opere d'architettura sotto Augusta. Sotto Tiberio. Sotto Caligola. Sotto Claudio. Sotto Nerone: condizioni della Grecia; statue trafugate dalla Grecia, tra le quali probabilmente vi erano: l'Apollo Vaticano (descrizione di questo), il cosiddetto Gladiatore Borghese (descrizione di questo); delle teste di Nerone e delle statue di Agrippina e altri. Sotto Vespasiano, Tito e Domiziano: condizioni della Grecia; altre opere di questo tempo; di una statua di Domiziano e di una testa di Nerva. Sotto Traiano. Sotto Adriano: dei suoi viaggi e degli edifici; della natura e dello stile dell'arte del suo tempo; descrizione della statua erroneamente detta l'Antinoo del Belvedere. Sotto gli Antonini: osservazione generale sull'arte; di una testa colossale di Faustina; di altri busti di questi imperatori; della statua equestre in bronzo di M. Aurelio; della statua di Aristide e di Erode Attico; abuso delle statue per persone senza meriti. Sotto Commodo) - Decadenza definitiva dell'arte sotto Settimio Severo (Le opere sotto questo imperatore. Sotto Eliogabalo. Sotto Alessandro Severo. Di una statua di Pupieno. Completa decadenza dell'arte sotto Gallieno. L'arte sotto Costantino. Cenno sull'architettura di questo tempo. Degli eccessi commessi a danno delle statue in generale e delle opere conserva tesi di questo tempo. Della decadenza della città di Atene e dello stato di smarrimento a Roma. Delle statue supposte di Giustiniano e di Belisario. Ultima sorte delle statue a Roma. E a Costantinopoli) - Conclusione di questa seconda parte – Note - Elenco e illustrazione delle incisioni - Ritorno a Winckelmann, di Elena Pontiggia - Indice delle illustrazioni