Il bello nell'arte. Scritti sull'arte antica |
Johann Joachim Winckelmann
IL LIBRO – La presente traduzione, apparsa per la prima volta nel 1943 presso Giulio Einaudi Editore, è stata condotta sulla prima edizione integrale delle opere di Winckelmann edita a Donaueschingen nel 1825 a cura di Eiselein. Sono state aggiunte solo quelle note che indispensabili a una più facile comprensione del testo; esse si riferiscono soprattutto ai mutamenti avvenuti nell'ubicazione delle opere d'arte. Per quanto riguarda le sopravvalutazioni, le esagerazioni retoriche e le inesattezze di molte attribuzioni, il lettore non avrà bisogno di spiegazioni particolareggiate per riconoscere in esse lo spirito e le cognizioni dell'epoca. DAL TESTO – "La capacità di comprendere il bello si sveglia e si matura attraverso una buona educazione; se l'educazione è trascurata si manifesta con più difficoltà, ma non può venir soppressa come io stesso so per esperienza. Essa si sviluppa però meglio nelle grandi città che nelle piccole e più per pratica che per erudizione: poiché il saper molto, dicono i Greci, non genera un sano intelletto; e quelli che sono diventati celebri solo per la loro erudizione in cose antiche, non per questo si sono avvicinati maggiormente a tale capacità di sentire. I Romani trascurano di coltivare questo sentimento che proprio in loro dovrebbe svilupparsi e maturare più presto che in altri; non lo posseggono, perché gli uomini sono simili alle galline che lasciano il grano più vicino per prendere quello più lontano; ciò che abbiamo sempre dinanzi agli occhi, di solito non suscita in noi alcun desiderio. Vive tuttora un noto pittore, Niccolò Ricciolini, nativo di Roma, uomo di grande talento e molto dotto anche in cose che non riguardano la sua arte, il quale pochi anni fa, all'età di settant'anni, vide per la prima volta le statue della Villa Borghese. Egli ha studiato a fondo l'architettura, e sebbene abbia percorso da appassionato cacciatore i dintorni di Roma in tutti i sensi, non ha mai visto la tomba di Cecilia Metella, moglie di Crasso, che è una delle più belle costruzioni antiche. Per queste ragioni, all'infuori di Giulio Romano, sono pochi gli artisti celebri nati a Roma. La maggior parte di quelli che a Roma acquistarono fama, tanto pittori come scultori e architetti, venivano da fuori, e anche oggi non c'è romano che si distingua in arte." L'AUTORE – Johann Joachim Winckelmann (Stendal, Prussia, 1717 - Trieste 1768), archeologo ed erudito, promosse l'estetica del neoclassicismo, esercitando una enorme influenza sull'arte e sul gusto del suo tempo, e formulando un nuovo approccio metodologico che è alla base della moderna storia dell'arte. INDICE DELL'OPERA - Il bello nell'arte - Lettera a Marpurg (1762) - Pensieri sull'imitazione dell'arte greca nella pittura e nella scultura (1755) - Brevi studi sull'arte antica (1756-1759) (Avvertimenti sul modo di osservare le opere d'arte antica - Della grazia nelle opere d'arte - Descrizione del «Torso del Belvedere» a Roma) - Dissertazione sulla capacità del sentimento del bello nell'arte e sull'insegnamento della capacità stessa (1763) - Storia dell'arte antica (1764) (Dalla prefazione alle note sulla «Storia dell'arte antica» (1766) - Osservazioni generali sul modo di considerare le opere d'arte greca - Il «Laocoonte» - Il «Torso del Belvedere» e l'«Ercole Farnese» - L'«Apollo del Belvedere» e il «Gladiatore Borghese» - L'«Antinoo del Belvedere») - Monumenti antichi inediti (1767) (Dell'arte del disegno de' Greci e della bellezza - Ragionamento preliminare sopra la bellezza in generale – Parte prima. Della bellezza; e ch'egli è impossibile di definirla – Parte seconda. Della bellezza delle parti della figura umana) – Postfazione, di David Irwin - Cronologia della vita e delle opere di Johann J. Winckelmann - Nota al testo - Indice dei nomi |