Aldo Moro. Lo statista e il suo dramma Stampa E-mail

Guido Formigoni

Aldo Moro
Lo statista e il suo dramma


il Mulino, pagg.486, € 28,00

 

formigoni moro  IL LIBRO – Il rapimento e l'assassinio per mano delle Brigate rosse, nel 1978, hanno finito per concentrare in quella fine tragica la memoria di Aldo Moro. Nell'intento di riscoprire nella sua interezza questo significativo protagonista della storia italiana, il libro ne tratteggia un profilo biografico completo: l'intellettuale, il giurista, il dirigente delle associazioni cattoliche, il costituente, il politico, lo statista. Moro fu il principale stratega del centro-sinistra e della «solidarietà nazionale», ma anche a lungo guida del governo e della politica estera italiana. La sua esperienza assunse un carattere drammatico non solo per il violento epilogo ma anche per la crescente difficoltà nel tenere assieme Stato e società, innovazione e tradizione, cambiamento e coesione, in un sistema sociale e politico messo a dura prova dalla transizione degli anni Settanta.
  Questo lavoro è nato da una lunga attenzione dedicata dall'Autore alla figura di Moro, che partì dalla stesura di un primo rapido profilo ormai quasi una ventina d'anni orsono, e da una successiva lenta raccolta di materiali. Il titolo allude alla dimensione drammatica della sua esperienza, che ha al centro ovviamente il sequestro e l'assassinio, ma è una categoria applicabile in modo più esteso. Riferendosi alla crescente difficoltà da lui sperimentata nel tenere assieme gli elementi essenziali della sua progettualità politica: Stato e società, innovazione e tradizione, cambiamento e coesione, sistema politico e partito democristiano, in un orizzonte sociale e politico messo a dura prova dalla transizione degli anni Settanta. Il saggio ed equilibrato intellettuale, il mite cristiano fautore della riconciliazione e della misura, così, visse una dimensione operativa e pubblica segnata da una drammaticità crescente, ancor prima dell'estremo sacrificio.

  DAL TESTO – "Moro fu tra l'altro primariamente un intellettuale, che va compreso al di là del suo ruolo politico, per le caratteristiche proprie del suo pensiero di fine giurista e di sperimentato interprete del suo tempo. Peraltro, fu un intellettuale che rifiutava per sé l'etichetta del politologo, intendendo la comprensione della realtà come elemento tutto interno al suo cambiamento, da «raffinatissimo artista della politica», come l'ha definito l'amico Leopoldo Elia. E insieme fu un credente, la cui spiritualità e vita di fede si nutriva in una moderna dinamica del rapporto della coscienza con il Vangelo, partecipando alla comunità ecclesiale con la propria originale maturità cristiana. Una dinamica interiore che possiamo e dobbiamo cercare di indagare e capire, nei limiti in cui essa traspare da molti elementi esteriori comunicabili e conoscibili. Al di là della misurabile ma fredda esteriorità della politica, si deve tentare con rispetto e cautela di far emergere la vivente e misteriosa dimensione di una profonda umanità. Impegno difficile, peraltro, nel caso di tutte le indagini biografiche, che devono sondare l'indicibile interiorità di una persona umana partendo da parole e gesti. Difficile ancor più per Moro, molto parco e riservato lungo tutta la sua vita di riferimenti a se stesso e alla sua interiorità, ma addirittura anche alle sue letture, alle influenze subite, alle modalità con cui si formava le opinioni. Per fare un solo esempio, ci sono stati diversi passaggi della sua esperienza umana in cui egli, che è passato per essere il simbolo dell'uomo «tutto politico», mostrò una certa riluttanza ad assumere responsabilità e ruoli politici e talvolta una disponibilità a lasciarli: non si concepiva insomma soltanto come un «politico professione». Cosa che non era contraddittoria con un alto senso di sé e del proprio esercizio del potere, quando questi ruoli gli apparivano funzionali a un progetto politico."

  L'AUTORE – Guido Formigoni insegna Storia contemporanea nell'Università IULM di Milano. Con il Mulino ha pubblicato «La Democrazia Cristiana e l'alleanza occidentale» (1996), «Storia della politica internazionale nell'età contemporanea» (nuova ed. 2006) e «L'Italia dei cattolici» (2010).

  INDICE DELL'OPERA - Introduzione. Intellettuale, credente, politico - I. La formazione peculiare di un giurista cattolico meridionale (Le radici familiari - Fede e coscienza nell'esperienza giovanile - Il tirocinio formativo nella Fuci e il regime fascista) - II. Un leader degli intellettuali di Azione cattolica (I primi passi da studioso e la presidenza nazionale della Fuci - La guerra mondiale e lo sguardo al futuro - L'avvio dell'insegnamento universitario: il problema dello Stato - Il tormentato avvicinamento alla vita politica - Un ruolo dirigente nei Laureati cattolici) - III. Il lavoro costituente e l'apprendistato politico (Una candidatura cattolica - Protagonista alla Costituente - Dossettiano (e un po' degasperiano) - Iniziativa democratica e la guida del gruppo alla Camera - Il rapporto con la segreteria Fanfani e le prime esperienze ministeriali) - IV. Segretario della Dc e artefice dell'«apertura a sinistra» (Domus Mariae: l'avvio della segreteria - La crisi Tambroni e le «convergenze democratiche» - La strategia del centro-sinistra - La vittoria congressuale del 1962 e il governo Fanfani - Nuove tensioni: le elezioni del 1963) - V. Alla guida dei governi di centro-sinistra (Gli esordi tormentati e la «congiuntura» negativa - La crisi del luglio 1964 e il «piano Sole» - Il tentativo di governare lo sviluppo - L'evoluzione prudente di una politica estera: atlantismo, europeismo e distensione - La seconda crisi di governo e le difficoltà del riformismo) - VI. La cesura del 1968 e il lungo impegno al ministero degli Esteri (All'opposizione nel partito: una nuova prospettiva - L'assunzione degli Esteri e il nuovo attivismo internazionale - La sfida della strategia della tensione - La battaglia contro il neocentrismo - Palazzo Giustiniani e il ritorno al centro-sinistra) - VII. La difficile gestione della «terza fase» (Il trauma del divorzio e la «questione democristiana» - Il quarto governo Moro tra gestione dell'emergenza e fine di una stagione - Le elezioni del 1976 e la «solidarietà nazionale» - Il metodo del confronto e l'allargamento della maggioranza allargata - La delicatissima crisi di inizio 1978) - VIII. Il rapimento e l'assassinio (Perché Moro? Un sequestro pieno di interrogativi - Il processo politico delle Br - La controversa sulla fermezza e le mediazioni riservate: l'ostaggio o le sue carte? - L'epilogo tragico) – Conclusioni – Note - Indice dei nomi