Storia d'Italia nella Guerra fredda (1943-1978) |
Guido Formigoni
IL LIBRO – La politica dell'Italia repubblicana si è largamente specchiata nel bipolarismo della guerra fredda internazionale: dalla rottura dell'alleanza antifascista con l'esclusione delle sinistre dalla sfera di governo, passando per la contrastata vicenda del centro-sinistra, fino all'avvicinamento di Dc e Pci nella «solidarietà nazionale», all'epoca della distensione. In uno straordinario affresco, sono ricostruiti tutti i risvolti del cammino della democrazia italiana nel quadro dell'equilibrio bipolare: il peso e i limiti delle superpotenze (in particolare degli Stati Uniti); le logiche di scontro fino alle soglie della guerra civile che misero a dura prova la convivenza costituzionale; l'azione dei politici, dei diplomatici e dei militari che utilizzavano sponde internazionali per i propri fini. DAL TESTO – "[...] la guerra fredda internazionale è stata profondamente pervasiva nella politica interna e nella società, ma una comprensione solida dei nessi tra le due dimensioni ci ha costretto ad andare più in profondità rispetto al gioco bipolare. Le triangolazioni e i legami tra le azioni degli attori interni e quelli internazionali furono molteplici e complessi. Fu sempre sicuramente articolato il nesso Pci-Urss, con evidenti diversità di posizioni all'interno, che si riflettevano sul rapporto con gli interlocutori a Mosca: nel periodo più teso della guerra fredda, Secchia propose l'irrigidimento dello scontro cercando l'approvazione di Stalin, il quale però lo scoraggiò decisamente. I successori di Togliatti tennero sostanzialmente fede alla sua impostazione, ma articolandola man mano e arricchendola, fino all'esperimento «eurocomunista» di Berlinguer e alla sua ipotesi di costruire il socialismo nel quadro di una democrazia di tipo occidentale. In questa nuova visione, veniva meno il modello statuale e sociale sovietico (sempre più criticato), non la partecipazione al «mondo» comunista internazionale che serviva ancora come ancoraggio identitario. In parallelo, i dirigenti sovietici - dopo gli anni incerti di Chruščëv - scelsero la linea della distensione e quindi approvarono esplicitamente la convivenza dei partiti comunisti occidentali nelle democrazie, pur mal sopportando la conseguente progressiva autonomia del Pci e il fatto che in quel partito balenasse una critica, prima implicita e poi palese, del modello sovietico e delle sue scelte (si pensi ai carri armati di Praga del 1968). Per quanto ne sappiamo finora, restò senza grandi sostegni dal mondo del «socialismo reale» anche la ripresa dell'ideologia rivoluzionaria da parte delle frange del «partito armato» dopo il 1970. Il che spiegò la minoritarietà di queste istanze, che non impedì loro di assumere un ruolo devastante nella società italiana." L'AUTORE – Guido Formigoni insegna Storia contemporanea nell'Università IULM di Milano. Con il Mulino ha pubblicato «La Democrazia Cristiana e l'alleanza occidentale» (1996), «Storia della politica internazionale nell'età contemporanea» (nuova ed. 2006), «L'Italia dei cattolici» (2010), «Aldo Moro. Lo statista e il suo dramma» (2016). INDICE DELL'OPERA - Introduzione. L'Italia nel conflitto pervasivo della guerra fredda (1. La guerra «totale» fredda: culmine dei processi del Novecento - 2. Centralità della struttura internazionale e originalità degli Stati nazionali - 3. Le strutture e gli eventi: un discorso sulla cronologia) - I. Eredità della guerra e transizione alla democrazia 1943-1946 (1. Una nuova questione nazionale: crisi e continuità dello Stato - 2. La convergenza antifascista e il senso della nazione - 3. L'Italia si ritrova in Occidente: economia e politica delle «sfere d'influenza» - 4. Monarchia, Cln, Resistenza - 5. La «politica nazionale» di fronte al nascente primato americano - 6. Insurrezione, liberazione e violenze: l'emergenza ricostruttiva - 7. Il governo De Gasperi e la Repubblica - In sintesi) - II. La duplice fase costituente: sistema politico repubblicano e guerra fredda globale 1947-1949 (1. Il trauma del negoziato di pace - 2. L'alleanza antifascista si logora: inflazione e tensioni sociali - 3. La crisi del maggio 1947 e il piano Marshall - 4. Le sinistre all'opposizione e la genesi del centrismo - 5. Le elezioni del 1948: armi, propaganda e politica - 6. Una democrazia tra due mondi: l'Erp, l'attentato a Togliatti, l'Unione occidentale - 7. L'alleanza atlantica chiude la doppia fase costituente - In sintesi) - III. Ombre di guerra e mondi sociali contrapposti 1950-1955 (1. Il confronto sull'indirizzo economico e la tensione nelle piazze - 2. Le conseguenze della guerra di Corea - 3. La Dc, i centristi e lo scontro sociale e ideologico: funzionalità e limiti - 4. Il ridotto sociale comunista e le frontiere tra i mondi - 5. De Gasperi, le destre e gli americani: una «democrazia protetta»? - 6. L'ambasciatrice Luce e le elezioni del 1953: irrigidimenti e incomprensioni - 7. Il governo Scelba e la questione comunista - 8. Nuova stabilità italiana e riformismo possibile - 9. Le sirene del disgelo: Gronchi, Fanfani e la prima distensione - In sintesi) - IV. Tempeste tra i blocchi e superamento del centrismo 1956-1961 (1. Destalinizzazione e anticomunismo - 2. Il duplice trauma del novembre 1956: Budapest e Suez - 3. La crisi del centrismo e la questione dell'«apertura a sinistra» - 4. Il tentativo neoatlantico e i suoi nemici - 5. La rivolta antifanfaniana: Moro e Segni - 6. Il caso Tambroni: cavalcare l'incertezza - 7. Convergenze e divergenze: socialisti, comunisti e neofascisti - 8. La presidenza Kennedy e il muro di Berlino - In sintesi) - V. Coesistenza pacifica e centro-sinistra 1962-1968 (1. Svolta morotea e riformismo fanfaniano - 2. La crisi di Cuba e le elezioni del 1963: un inizio travagliato - 3. La «congiuntura» negativa dell'economia: Banca d'Italia, Cee e governo - 4. Segni e De Lorenzo: un blocco all'evoluzione del sistema - 5. I governi Moro e la sfida della guerra in Vietnam - 6. Distensione bipolare e irrigidimenti dei blocchi: la Grecia e il Medio Oriente - 7. Studenti e operai tentano di uscire dagli schemi - 8. Da Roma a Praga e a Washington: segnali di indebolimenti dei «mondi» contrapposti - In sintesi) - VI. Crisi dell'Occidente e italiche ombre di destra 1969-1973 (1. Sbandamento democristiano, tensioni nel sistema - 2. Una via italiana alla distensione? Moro ministro degli Esteri - 3. La «strategia della tensione»: l'ipotesi reazionaria - 4. Riforme in parlamento, radicalizzazione nel paese - 5. Le difficoltà americane e le fragilità italiane: la crisi del dollaro - 6. La stabilizzazione illusoria: il centro-destra di Andreotti - 7. Palazzo Giustiniani: ritorno al centro-sinistra - 8. L'iniziativa di Berlinguer e la guerra dello Yom Kippur - In sintesi) - VII. Distensione contrastata e «solidarietà nazionale» 1974-1978 (1. L'Europa in fermento e la prova fanfaniana - 2. Sconfitta l'ipotesi reazionaria, si rafforza il terrorismo a sinistra - 3. L'irrigidimento americano e il ritorno di Moro al governo - 4. La scossa elettorale del 1975 e la «questione democristiana» - 5. Fine del centro-sinistra e nuove decisive elezioni - 6. L'avvio della «solidarietà nazionale» tra Usa e Urss - 7. Accordi programmatici e difficoltà diplomatiche - 8. La delicatissima crisi di inizio 1978 - 9. Il delitto Moro svolta decisiva - In sintesi) – Conclusioni – Note - Indice dei nomi |