Horace Walpole
Dubbi storici sulla vita e sul regno di Riccardo III
Euno Edizioni, pagg.134, € 11,00
IL LIBRO – Gobbo, deforme, assassino assetato di potere... Pare che nella storia d'Inghilterra non ci sia stato re più malvagio di Riccardo III di York: ecco almeno l'immagine ufficiale tratteggiata da storici del calibro di Thomas More, Francis Bacon, David Hume, per citare solo i più noti, e scolpita nella memoria collettiva grazie al genio drammaturgico di Shakespeare. Ma la raffigurazione tradizionale lascia spazio a troppi dubbi, a cominciare dal fatto che Thomas More e Shakespeare vissero sotto i Tudor, stirpe che godeva di scarso lustro agli occhi della gente e che, come tale, poteva trarre la propria legittimazione anche attraverso la denigrazione dell'ultimo erede dei ben più regali Plantageneti. Questo è solo uno dei sospetti che spingono Horace Walpole, poliedrico intellettuale settecentesco famoso per essere il padre del romanzo gotico, a riconsiderare la vicenda dopo avere riflettuto sulle tante incongruenze della versione canonica. Ne nasce così un trattato che, ridiscutendo l'approccio storiografico nei confronti del caso specifico di Riccardo, finisce per estendere la propria indagine ai meccanismi intrinseci alla narrazione degli eventi in senso lato, e a quanto questa sia legata a fattori estranei all'oggettività che dovrebbe essere caratteristica di ogni investigazione storica. Così facendo, Walpole non solo si inserisce tra i capostipiti della corrente revisionistica dei cosiddetti riccardiani, che troverà sempre più adepti nel corso del Novecento pronti a combattere per la causa del riscatto dell'onore del sovrano (quasi che, contrariamente a quanto si crede, la Guerra delle due Rose non si sia conclusa nel 1485 sul campo di Bosworth, ma sia ancora in atto); egli può bensì reputarsi a pieno titolo un precursore di quegli intellettuali che in epoca cosiddetta postmoderna si sono fatti critici nei confronti della presunta oggettività di ogni narrazione storica. Oltre a mettere in risalto le incongruenze e la parzialità di coloro che, da Thomas More in poi, compresi due pensatori del calibro di Bacon e Hume, avevano fin lì quasi unanimemente condannato il monarca alla sua fama di uomo crudele all'ennesima potenza, lo scopo di questo esercizio di retorica di Walpole appare essere infatti di portata più ampia - e rilevante, appunto, anche dal punto di vista odierno -, ovvero quello di sollevare la questione teorica della affidabilità di ogni narrazione storica in senso lato, smascherandone la componente fittizia.
DAL TESTO – "Quanto a talento regale, Riccardo fu un re eccellente, e durante il suo breve regno emanò molte leggi sagge e proficue. Mi viene persino il dubbio se, paradossalmente, una delle prove migliori della sua usurpazione non risieda proprio nel suo buon governo, secondo il vecchio adagio che i sovrani di incerto titolo sono i migliori governanti, dato che che per loro è essenziale guadagnarsi il favore del popolo. Non c'è bisogno di aggiungere il naturale corollario a questa osservazione. Certo è che in molte parti del regno non avvelenate da faziosità egli fu molto amato, e che anche dopo la sua morte le contee del Nord dettero ampia testimonianza di affetto alla sua memoria."
L'AUTORE - Horace Walpole (Londra, 1717-1797) frequenta gli studi a Eton e a Cambridge. Una volta terminata l'istruzione scolastica, gira l'Europa per due anni con il poeta e amico Thomas Gray e visita la Francia, la Svizzera, l'Italia ritorna in Inghilterra nel 1741, per avere un seggio in parlamento. Walpole deve la sua popolarità soprattutto per aver scritto nel 1765 il primo romanzo gotico, "Il Castello di Otranto".
I CURATORI – Valerio Viviani insegna letteratura inglese presso l'Università della Tuscia. Il suo interesse si è concentrato prevalentemente sull'opera di autori elisabettiani e contemporanei. Ha pubblicato i volumi "Il gioco degli opposti: modelli neoplatonici nella drammaturgia di Christopher Marlowe" (Pisa, 1998), "La storia e le storie: quattro romanzi contemporanei" (Pisa, 2002), "Graham Swift" (Firenze, 2010). Ha tradotto, per la prima volta in italiano, "Lenten Stuff" di Thomas Nashe ("Piatto di quaresima", Venezia, 1994) e ha curato la versione del dramma "The Changeling" ("I lunatici", Venezia, 2004). Barbara Bruni è studiosa di letteratura inglese e traduttrice. Interessata a Walpole, ha precedentemente pubblicato il saggio "Dubbi storici di Horace Walpole" ("Rivista di letterature moderne e comparate", LXVII, 2014).
INDICE DELL'OPERA – Premessa, di Valerio Viviani – Introduzione, di Barbara Bruni – Cronologia - Nota bibliografica - Nota del curatore - Dubbi storici sulla vita e sul regno di Riccardo III – Prefazione - I. Sull'assassinio di Edoardo principe di Galles, figlio di Enrico VI - II. L'assassinio di Enrico VI - III. L'assassinio del fratello Clarence da parte del Re - Appendice |