Il male oscuro Stampa E-mail

Giuseppe Berto

Il male oscuro

Neri Pozza, pagg.508, € 18,00

 

berto oscuro  IL LIBRO – Apparso per la prima volta nel 1964, "Il male oscuro" ottenne subito un grande successo, vincendo nello stesso anno il Premio Viareggio e il Premio Campiello. L'apprezzamento critico che ne seguí, tuttavia, non colse forse pienamente la grandezza di quest'opera e della figura di Giuseppe Berto nel panorama della letteratura italiana del secondo Novecento.
  Come sovente accade, questo romanzo e lo stesso Berto conoscono forse soltanto oggi quella che Benjamin definiva «l'ora della leggibilità ». Comparato con le opere di quell'epoca caratterizzata da una società in piena espansione, "Il male oscuro", come nota Emanuele Trevi nello scritto che accompagna questa nuova edizione, appare come «lo specchio, frantumato ma straordinariamente nitido, di un intero mondo, di un'epoca storica», un capolavoro assoluto dotato di «un'autorevolezza paradossale, che si basa sulla travolgente energia degli stati d'animo».
  Come i grandi libri, il romanzo presuppone una genealogia. Berto ha ammesso piú volte il suo debito con "La coscienza di Zeno" di Svevo e "La cognizione del dolore" di Gadda, dalla quale ricavò il titolo stesso del suo libro. "Il male oscuro", tuttavia, segna una svolta fondamentale rispetto a queste opere precorritrici: non descrive semplicemente una nevrosi, ma la mima e la incarna. Il suo linguaggio è la manifestazione stessa del male, «l'epifania tragicomica della sua oscurità» (Trevi). Un'assoluta novità artistica e letteraria che Berto non esitò a battezzare «stile psicoanalitico».
  Una prosa modernissima che, narrando di un male assolutamente personale, fa scorrere davanti ai nostri occhi «la Roma della Dolce Vita e di via Veneto, i medici e le loro contrastanti e fallaci diagnosi, l'industria del cinema con tutte le sue bassezze e le sue assurde viltà, la famiglia borghese e la sua economia domestica, i cambiamenti del costume sessuale, i rotocalchi a colori e le villeggiature in montagna»... la malattia di un'epoca apparentemente felice.

  DAL TESTO – "Comunque non è che io pervenni alla spiegazione corretta del fenomeno così di punto in bianco, e in verità mi ci volle ancora parecchio tempo prima d'imbattermi nella psicoanalisi, e frattanto quella faccenda che noi per comodità e ignoranza chiamavamo esaurimento con ciò sminuendola non poco e quasi riducendola a languore femminile, quella faccenda dicevo non aveva certo com'è giusto fornito la chiave dei precedenti malanni per lo più renali che erano senza meno di ordine fisico anche se tuttora misterioso, anzi li aveva per così dire esaltati arricchendoli nelle loro sfumature soprannaturali, il che spiega anche come mai in quel tempo che potrei grossolanamente definire il tempo del pianto giacché spesso qualsiasi cosa facessi mi veniva di colpo in mente che ero un fallito e per di più orfano di padre e allora giù a singhiozzare sconsolatamente come se il padre mi fosse morto ieri invece che da un anno e passa, e la cosa si capisce rendeva difficilissimi i miei rapporti sia sociali che di affari specie coi produttori cinematografici i quali in genere diffidano delle persone che si mettono a piangere senza giustificati motivi amenoché si capisce non siano belle ragazze e certo non era il caso mio, questo dunque spiega anche come mai in quel tempo io sia andato un po' vagando qua e là in fatto di cure mediche, e invero mentre da una parte non trascuro i rialzi ai piedi del letto o le scrollatine quando sento avvicinarsi una di quelle tremende coliche renali, e neppure perdo il contatto col medico di casa che tengo per così dire di riserva, dall'altra vado a cercare certi tipi di medici la cui attività sconfina con la magia, e mi danno colpetti alla schiena sulle vertebre superiori che secondo loro sono fuori posto con ciò insinuando che anche le famose lombari potrebbero essere scombinate meccanicamente e sarebbe opportuno rimetterle in sesto senonché ci vorrebbe un apparecchio speciale, oppure mi fanno una cosa chiamata agopuntura cinese [...]"

  L'AUTORE – Giuseppe Berto nasce a Mogliano Veneto il 27 dicembre 1914. Nel 1947 pubblica presso Longanesi "Il cielo è rosso", su segnalazione di Giovanni Comisso. Tra il 1955 e il 1978, anno in cui si spegne a Roma, dà alle stampe, oltre al "Male oscuro", numerosi altri libri, tra i quali si segnalano: "Guerra in camicia nera", "Anonimo Veneziano", "Oh Serafina!", "La gloria", romanzi che Neri Pozza si appresta a pubblicare per restituire all'apprezzamento dei lettori e della critica odierna l'opera di uno dei grandi autori del nostro Novecento.

  INDICE DELL'OPERA - Il male oscuro – Appendice, di Giuseppe Berto – Postfazione, di Carlo Emilio Gadda - Lo stile psicoanalitico di Berto, di Emanuele Trevi